Percorso in ambiente selvaggio dopo il Lago di Lusignetto, scarsamente frequentato e assenza di sentiero nella salita al canalone (vaghe tracce).
Da effettuarsi con giornate limpide e senza nebbia (frequente in queste zone), consigliabile ad inizio autunno.
Il canalone pure essendo ripido e faticoso non presenta particolari difficoltà (EE puro). Si può trovare acqua di sorgente nel vallone del Rio Radis.
Partenza dall’Alpe Bianca, seguendo la via che porta per strada sterrata per il Colle Pian Fum (qualche possibile scorciatoia nella prima parte con tornanti, anche se la vegetazione alta lo rende difficoltoso) quindi un lungo tratto in traverso pianeggiante fino ai cartelli con il bivio per le varie destinazioni (Colle Tre Laiet, Lago di Viana ecc).
Il sentiero dopo lo strappo iniziale prosegue alternando tratti ripidi con ripiani erbosi. Si attraversa un torrentello e si prosegue, raggiungendo piccolissimo lago Veilet, Qui si abbandona la traccia che prosegue dritto verso il sovrastante e non lontano Passo Veilet, a favore del sentiero di destra, direzione Colle Tre Laiet. Si effettua un lungo traverso con dei lievi saliscendi, per arrivare su un plateau di pietre ed erba dove scorrono alcuni ruscelletti emissari del Lago di Viana, che si raggiunge poco sopra 2212 m.
Alla destra del lago ecco il Colle dei Tre Laiet affacciato sulla Valle di Ala di Stura.
Si trascura la traccia in discesa per Alpe Vallonetto, continuando verso nord ovest su un sentiero che percorre per un breve tratto la dorsale, per poi scendere leggermente verso la mole del Torrione Lagoscuro ben evidente. Raggiunta una selletta ecco il bel Lago di Lusinetto 2174 m.
Si scende di 50 m di dislivello arrivando ai margini del lago, dove si deve contornare il perimetro del lago per la metà destra, seguendo un sentiero che si mantiene inizialmente alto rispetto alla pietraia, e poi sulla modesta dorsale ai margini dello stesso.
Si prosegue scendendo sul sentiero che porta verso Ala di Stura per un breve tratto, finchè non si nota un sentiero secondario, sulla sinistra (traccia abbastanza marcata ma non segnalata se non da ometti) che permette di iniziare un lungo traverso in piano e collega il Lago Lusignetto con il vallone di salita al Monte Rosso. In questo modo si evitano perdite di quota ulteriori.
Terminato il traverso si arriva ad un vasto pianoro erboso con un enorme masso a quota 2100 m, dove si incontra la mulattiera principale.
Si segue questo sentiero ora abbastanza marcato ed agevole, puntando ai ruderi dell’Alpe Radis 2155 m, quindi continuando ancora sulla sinistra tramite una bella mulattiera, si attraversa verso destra il vallone sovrastante passando il Rio Radis (possibilità di rifornimento acqua sicura). si arriva poco oltre su un ripiano ad un rudere e si prosegue sul sentiero in direzione degli enormi blocchi rocciosi alla base del canalone di salita al Monte Rosso.
Occorre attraversare questa enorme pietraia pressochè al centro (seguendo gli ometti si fa in fretta, altrimenti si perde tempo, il consiglio è di abbandonare la mulattiera prima che questa diventi un bellissimo muretto sospeso).
Si imbocca quindi il ripido canalone, gli ometti invitano a restare sempre sul margine sinistro dove si trovano lunghe fasce di terreno erboso (è presente una vaga traccia anche se con la vegetazione (specie nel periodo estivo) risulta poco visibile. Si può anche salire più al centro dello stesso ma la natura del terreno è maggiormente pietrosa.
Nella seconda parte il canalone si restringe e si può passare sia a destra che a sinistra di una piccola cresta divisoria, e superatala ecco gli ultimi metri un po’ più franosi fino alla selletta alla base del crestone sud di salita.
Si sale ora sulla cresta, individuando la traccia (ometti) che inizia leggermente spostata sulla sinistra (verso Balme) e poi inizia a salire tra pietrame e qualche breve muretto roccioso che si supera agevolmente.
Si passa a fianco di un caratteristico gendarme, lasciandolo alla propria destra, qui l’unico passaggio obbligato per superare un altro breve muretto roccioso, che dà accesso alla parte superiore del crestone che diventa molto ampio. Qui si può indistintamente proseguire sul crinale oppure sfruttare le tracce che si mantengono spostate sul versante ovest, che diventa a tratti erboso con meno pietrame.
Si arriva ad una sorta di anticima, quindi tramite un facile intaglio si risale alla cima vera e propria, affacciata su Ala di Stura, presente un grosso ometto con una statua votiva, un altro ometto con un palo e una bella croce posta su uno sperone roccioso dove culmina la cresta sud-est.
Discesa dal versante di salita, con la risalita dal Lago Lusgnetto al Passo Tre Laiet, oppure in traversata su Ala di Stura (necessario avevr predisposto una seconda auto).