Ramponi e piccozza al seguito.
L'itinerario si può percorrere in entrambi i sensi, anche se così risulta più logico, per sfruttare una discesa più diretta.
Da Chianale, oppure dalle Grange del Bersagliere, si segue la strada per il colle dell’Agnello, sul versante destro del vallone (è anche possibile puntare al colle dell’Agnello, ma si allunga il percorso). Tagliando dove è possibile i tornanti, si arriva nella spianata sotto il pendio che sale alla sella d’Asti, che si ignora proseguendo sulla strada fino a incontrare la piccola conca che ospita il laghetto a bordo strada. Qui si inizia a salire per ampi pendii e dossi, in direzione della dorsale spartiacque con la Francia, molto più a destra del Colle dell’Agnello. Si supera un breve strappo più ripido appunto per accedere alla dorsale. Qui la pendenza torna modesta, e continuando a destra, si punta al Col du Vieux o Colle dell’Agnello Vecchio 2806 m passando sotto la ripida pala del Pan di Zucchero. Qui è possibile, volendo, salire al Pan di Zucchero per il ripido pendio (35-40°) oppure per la cresta di neve e detriti anch’essa ripida.
Si prosegue a salire leggermente per una valletta sul versante ovest del Pan di Zucchero, puntando ad un piccolo colletto con a sinistra uno sperone roccioso che si raggiunge con uno strappo un po’ più ripido. Da qui ci si affaccia sul tratto conclusivo per la salita alla Rocca Rossa, ben evidente. E’ necessario compiere un traverso un po’ fastidioso con le racchette (eventualmente ramponi e piccozza) per evitare di perdere quota, e ci si porta sotto il pendio finale per la Rocca Rossa, piuttosto ripido (richiede neve sicura). La vetta della Rocca Rossa 3193 m è posta sulle roccette poco oltre (attenzione alle cornici sul versante della valle Brusalana).
Per proseguire il giro, è necessario scendere il pendio appena salito fino alla base, e quindi proseguire in direzione nord, sempre in discesa, per pendii ampi ma a tratti ripidi, badando a non perdere eccessivamente quota, puntando alla Breche de Ruine 2980 m (non è così evidente in assenza di tracce). Si scende ora dallo stretto intaglio, abbastanza ripido nei primi metri (attorno ai 35°) poi via via più ampio fino alla base del conoide, spostandosi appena possibile a destra per riprendere la salita, con le ciaspole ai piedi, dell’ampio e meraviglioso vallone, che sinuoso passa sotto la cresta che collega Pic d’Asti alla Rocca Rossa, mantenendosi con percorso a piacere all’incirca al centro. Con dolce pendenza si raggiunge il breve pendio che porta alla Sella d’Asti, che non si risale ancora, ma ci si sposta verso sinistra salendo al colletto alla base della cresta ovest del Pic Brusalana 3170. Senza particolari difficoltà, eventualmente senza racchette, si sale rapidamente in cima (ometto).
Ora non resta che scendere e dirigersi alla sella d’Asti, conviene percorrere la facile cresta di collegamento fino ai passaggi rocciosi, quindi aggirare facilmente le roccette sulla destra, e salire i pochi metri rimanenti fino al Grosso ometto 3123 m.
Da qui è solo più discesa (a meno di voler salire anche la Cima delle Rossette) lungo il bel pendio esposto a sud, moderatamente ripido, scegliendo poi nella parte bassa se mantenersi nella valletta di destra, o in quella di sinistra sotto la cima delle Rossette. In entrambi i casi si arriva alla strada, che si dovrà seguire in discesa fino all’auto.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.17 Alta Val Varaita
- Bibliografia:
- J.C.Campana - dal Monviso al colle della Maddalena; Grilli