Via di montagna meravigliosa e avventurosa nel suo insieme in un luogo molto selvaggio che ci ha fatto rivivere i momenti storici dell'arrampicata piemontese.
Quasi tutti i tiri sono bellissimi con diedri, fessure, tetti e quant'altro ci si possa aspettare.
Materiale:
portare martello chiodi piatti, nutz, qualche frend medio piccolo e meglio avere anche i ramponi per il rientro
Dalla diga fino al rifugio Pontese e da questo attraversata la Muanda di Teleccio proseguire per il Bivacco Carpano con sentiero ben segnalato e con l'aiuto anche di qualche tratto attrezzato (2.30 dalla diga).
Dal bivacco in un paio d'ore alla base della parete dirigendosi verso l'evidente torre inizialmente per una pietraia e poi sul finire dopo aver attraversa un nevaio su degli sfasciumi abbastanza verticali.
La via inizia in corrispondenza di piccolo tetto a due metri da terra con un chiodo arrugginito.
Vi sono in totale una decina di tiri, almeno 4 con difficoltà sul 6a moderno, pochi i chiodi x tiro tutti da ribattere: noi ne abbiamo utilizzati anche altri in aggiunta insieme a nut e friend, Le soste alcune con due chiodi qualcuna con chiodo e uno spit altre mancanti (non vanno bene x le doppie).
La via è abbastanza logica e la si individua anche x qualche vecchio cuneo.
Dopo il terzo tiro si sale su una terrazza e ci si sposta di 40 mt. a sinistra in orizzontale fino a trovare un chiodo, poi risale dritta x pochi metri e di nuovo si sposta a destra fino a una torre staccata dalla parete.
Gli altri tiri sono da ricercare ma abbastanza evidenti tranne l’ultima parte che non è chiodata ma + facilmente proteggibile.
Discesa:
Noi siamo scesi dal lato opposto con 3 doppie molto precarie fatte su spuntoni di roccia su sfasciumi che solo a guardarli venivano giù, poi un tratto in disarrampicata e un ultima doppia fino al ghiacciaio della Roccia Viva.
Disceso tutto il ghiacciaio aggirando così il monte Nero x tornare al bivacco Carpano
- Bibliografia:
- rel. TCI/CAI 1980 e Rock Paradise