Dal termine della carrabile ci si porta a San Gottardo con una bellissima mulattiera. Passando tra i bellissimi vicoli, si prosegue raggiungendo il gruppo di case di San Giorgio per poi scendere leggermente su evidente sentiero segnalato a guadare due torrenti. Si risale ora un pendio erboso per mezzo di numerosi tornanti fino a toccare le baite dell’Alpe Roncaccia (m.1565).
Da qui si perdono una cinquantina di metri di dislivello per portarsi sul fondo della valletta e guadare il torrente Enderwasser e un suo affluente, per poi risalire su traccia molto ripida fino all’Alpe Cevia (m,1652). Il sentiero ora è ridotto a una traccia ma l’abbondante segnaletica permette di procedere con sicurezza; si contorna dunque uno sperone roccioso per poi salire verso dx. In ultimo un traverso a sx porta alla Bocchetta di Cevia (m.1881) da dove si sale sulla cresta di dx, inizialmente con qualche roccetta poi erbosa, che porta alla Cima di Rondo (m.1980). Calcolare 2 ore circa dalla partenza.
Il ritorno più semplice è sulla via di salita. Una valida alternativa, che allunga di circa 30’/40′ il percorso, è quella, una volta tornati alla Bocchetta di Cevia, di proseguire sulla cresta di sx, inizialmente di facile percorrenza. Quando si fa rocciosa, ci si sposta sulla dx seguendo tracce di passaggio, ponendo un minimo di attenzione all’erba scivolosa, per poi tornare sul crinale a pochi metri dal punto più elevato della Cima di Cevia (m.1962). Si prosegue sulla cresta, ora erbosa, fino alla bocchetta chiamata Bonda Piatta (m.1930). Si scende a sx su sentiero segnalato fino a quando questo inizia una traversata a mezzacosta; qui bisogna identificare una labile traccia indicata solo da ometti che, traversando praticamente in piano, riporta all’Alpe Cevia, da cui si torna all’auto sul percorso dell’andata.