Si sale come per la normale della Rognosa fino ad un bivio a ca 2500m. Si segue quindi la traccia di sx che porta al passo della banchetta, alla cui estremità sud inizia la cresta N della Rognosa. La prima parte è costituita da sfasciumi e si trova anche qualche ometto. Quindi si arriva al grosso torrione chiaro visibile già da valle, che si aggira da uno dei due lati per paretine di calcare e canali di sfasciumi ripidi. Riacquistato il filo di cresta si prosegue su pendenze modeste su un terreno molto friabile e instabile (ultime vie di fuga) costituito da rocce dello stesso tipo scistoso e rotto che costituiscono il passo Banchetta. Dopo questo tratto facile si perviene in prossimità di un ardito torrione la cui scalata frontale presenta difficoltà senza dubbio elevate (legate anche al tipo di roccia) e maggiori di quelle che si incontrano generalmente lungo la cresta. L’unica alternativa è aggirarlo a sx su un terreno molto pericoloso costituito da blocchi di roccia scistosa accumulati l’uno sopra l’altro in modo da creare una serie di placche e tetti di difficile scalata più per la qualità della roccia che per le difficoltà dei passaggi in se. Riacquistato il filo di cresta segue un’altra zona quasi pianeggiante che conduce ad un colletto (presente un palo e un ancoraggio con tanto di catena e anello di calata, forse per un itinerario di sci ripido per accedere al versante val troncea). La cresta prosegue con una serie di torrioni più o meno definiti tutti salibili con difficoltà nell’ordine del III° dove la roccia si ricompatta un pelo, restando comunque spesso insicura e da maneggiare con cura. Si giunge quindi dopo un tratto affilato ad un profondo intaglio dove cambia ancora una volta il tipo di roccia e un salto verticale di un paio di metri obbliga ad una salita molto esposta proprio sul filo del torrione che si ha di fronte, cui segue un tratto più facile ben manigliato e infine una placca tecnica solcata da alcune fessurine con uscita atletica e delicata (difficoltà complessive probabilmente fino al III+). Successivamente la roccia torna più fratturata e malsicura, si alternano una serie di torrioni dove bisogna cercare i passaggi più verticali per avere qualcosa su cui poter scalare senza che si stacchi. Qualche passaggio è evitabile scomodamente su sfasciumi ripidi ed esposti sulla dx. Dopo una placca esposta con roccia fibrosa e una dorsalina dove sembra di risalire la sabbia di una lettiera di un gatto si raggiunge finalmente l’anticima e in breve, senza più difficoltà, per sfasciumi e placche la cima della Rognosa.