Si parte dalla SP65, dal ponte sulla Roggia Biraga, che va costeggiata in sponda sinistra seguendone il corso naturale ormai nascosto dalla vegetazione. In breve si arriva ad un bivio in cui, appena a valle, un canale con fondo e sponde in cemento riversa le sue acque nel corso originale della Biraga; non prendere la sterrata a sinistra (si percorrerà al ritorno) ma continuare a seguire il condotto arrivando ad un diramatore in cui uno scarico alimenta il corso originale della Roggia Busca, che qui ha inizio. Continuare a risalire il canale che alimenta il diramatore, si sottopassa l’autostrada A26 e si arriva a Fara Novarese dove il canale si origina, alla presa sulla Roggia Mora, sulla via XX Settembre
Si costeggia ora la Roggia Mora in sponda sinistra; la roggia ha abbandonato il suo alveo naturale e scorre in un condotto artificiale, in parte sotterraneo ed in parte a cielo aperto. Arrivati ad una passerella, ormai in territorio di Sizzano, si attraversa la roggia (passaggio obbligato) e si segue la strada (Via Ludovico il Moro) ora asfaltata. Terminata la parte abitata la strada diventa sterrata e va seguita fino a raggiungere i primi fabbricati industriali, ormai in territorio di Ghemme. Si arriva poi al ponte sbarcando sulla strada asfaltata per Carpignano Sesia; qui si svolta a sinistra, si costeggia il cimitero, all’incrocio proseguire diritto fino a ritrovare la strada asfaltata (Via San Martino) dove occorre svoltare destra e proseguire fino al primo incrocio; qui si svolta a sinistra (indicazioni per l’agriturismo La Torre) e scavalcata l’autostrada A26 ci si trova ormai sulla sponda del Sesia; qui si può salire direttamente sull’argine oppure seguire la sterrata (sinistra, indicazione) che passa prima dai due lagoni per poi arrivare sul fiume. Attenzione che in quest’area l’ultima alluvione ha spazzato via un tratto dell’argine e sono in corso i lavori di ripristino.
Raggiunto l’argine lo si segue verso valle arrivando in breve al punto di partenza; in questo tratto meritano una sosta le porte originali della Roggia Busca, ancora in legno e note come “Gli Incastroni” (circa a metà percorso) e l’edificio alla presa originale della Roggia Biraga (a fine argine, alla svolta obbligata a sinistra).
Mentre l’alveo originale della Roggia Busca si fa fatica a delinearlo e il primo tratto dopo gli “Incastroni” è sede di una sterrata, nel caso della Roggia Biraga, scendendo al fiume, si può ancora individuare dove era la presa di prelievo e il tratto di incile verso le porte, anche se il tutto è ormai sommerso dalle piante e dai rovi.
Secondo le attuali fonti di letteratura risultano ancora originate dal fiume Sesia, la Biraga in territorio di Carpignano e la Busca a Ghemme. In realtà percorrendo l’argine sinistro del Sesia da Carpignano fino a Ghemme non si trovano prese dal fiume o edifici con paratie ancora in attività; è verosimile che le piene del Sesia abbiano messo fuori servizio le opere originarie e si sia dovuto ovviare con alternative. Oggi le due rogge sono praticamente derivate dalla Roggia Mora: una canalizzazione in cemento si diparte da questa a Fara Novarese e porta le acque ad un partitore sito a Carpignano Sesia presso il corso della Roggia Busca; qui la portata viene divisa e ri-immessa nel corso originale delle due rogge.