Ritorno per la stessa via. Il dislivello tiene conto delle discese e risalite, anche al ritorno.
Ci sono anche varie possibilità come salire il Dente del gigante o continuare la cresta fino al Dome di Rochefort 4014 o addirittura fino alle Jorasses con il bivacco Canzio in mezzo.
Parte I – La Gengiva del Dente (2 ore)
La prima parte dell’itinerario coincide con quello per il Dente del Gigante. Dal rifugio Torino Nuovo (3375 m) si scende sul Ghiacciaio del Gigante passando sopra il colle omonimo (q. 3365 m) discendendo alla cresta settentrionale dell’Aig. Marbrèes (in totale dal Torino si perdono circa 60 m di dislivello).
Si risale il facile ghiacciaio in direzione della dorsale che porta alla base della bastionata del Dente del Gigante; a quota 3350 circa, lasciando sulla destra il Colle di Rochefort, ci si dirige verso l’evidente canale nevoso che presenta un pendio sui 50° se innevato (sfasciumi e facile crepaccia terminale in stagione avanzata) che conduce ad una sella nelle vicinanze di un grosso gendarme giallastro.
Deviando a destra si seguono le tracce e alcuni ometti che portano all’ampia cresta su un pendio di neve e pietre instabili (misto con passaggi di II).
In questo tratto, quando è molto frequentato, occorre molta attenzione alla caduta di sassi scegliendo l’itinerario meno esposto.
Si risale il faticoso percorso tralasciando il canale a sinistra pericoloso e franabile, più ci si eleva e più il terreno diviene stabile fino al raggiungimento di grossi massi che sbarrano la strada. Aggirandoli a sinistra su un terreno di neve e ghiaccio si risale un breve canalino (45°, se innevato), dapprima a sinistra e poi a destra raggiungendo la base sud del Dente del Gigante dove iniziano le vie di roccia (2 ore).
Parte II – Aiguille di Rochefort ( 2 ore, AD+)
Si risale il pendio nevoso a destra e in breve si raggiunge l’inizio della Cresta di Rochefort.
Il primo tratto di cresta discende per poi continuare, scavalcando alcuni rilevamenti rocciosi, pianeggiando su cornici nevose a picco su entrambi i versanti sopra passando una bellissima “meringa” che si protrae sul Ghiacciaio des Pèriades.
Una breve risalita su uno scivolo nevoso conduce all’evidente elevazione con punta rocciosa (circa 3900 m), si scende una quarantina di metri l’opposto scivolo nevoso ghiacciato (30m, 45°, due soste a fix con maillon).
Riprendendo il filo di cresta un altro roccione sbarra la strada, discendendo di alcuni metri sul versante italiano lo si aggira trovando un canalino di rocce (II), ghiaccio o neve a inizio stagione( 50/60°), lo si risale (alcuni cordini sugli spuntoni rocciosi coperti dalla neve).
Terminato questo tratto, abbastanza delicato e tecnico, si torna di nuovo in cresta per raggiungere in breve la bastionata rocciosa della parete ovest dell’Aig di Rochefort.
Si sale per rocce rotte aggirando da dx verso sx in diagonale ascendente la panciuta roccia sopra di noi e si trova una sosta (2 fix, cordone e maillon). Da lì ci si sposta a dx e sale un placca fessurata (friend incastrato e fix, III), poi più facile (II) fino ad un’altra sosta (2 fix, cordone e maillon) poco a dx di uno spigolo). Si scavalca lo spigolo a sx e si entra in un canale di rocce articolare che si risale (II, altra sosta 2 fix, cordone e maillon dopo una quindicina di metri) spostandosi gradualmente verso dx, dove poco sotto il filo di cresta si trova un’ultima sosta (2 fix, cordone e maillon). Da qui verso sx per blocchi accatastati (e un po’ pericolanti) in pochi minuti e si è in vetta (2h dalla gengiva, 4 h dal Torino).
Discesa: Due calate (con corda da 50 m) in corda doppia per la paretina finale.
Parte III – Dome de Rochefort (3-4h A/R dall’Aiguille, 300 m di D+ aggiuntivi).
Il Dome dista dall’Aiguille come questa dista dal Dente del Gigante.
Si scende il versante est dell’Aiguille tenendosi verso la cresta di sx in direzione del Mont Mallet (altrove terreno molto instabile e pericoloso). Si raggiunge la neve e il ghiacciaio e si scende facilmente fino alla prima grande sella.
Si vince di forza il primo risalto roccioso superando una fessura (passo di III+, fix con maillon poco sopra, utile solo per la discesa). Si prende il filo di cresta, nuovamente nevoso, talvolta affilato ed esposto e si passa a sx (nord) del Doigt de Rochefort.
Alternando brevi tratti rocciosi a altri nevosi si raggiunge la base della cresta O del Dome.
Si sale dapprima appena a fianco (sx) di questa (II) poi ci si sposta verso sx in un vago canale di rocce più rotte e delicate fino a tornare sul filo pochi prima della vetta (3 soste 2 fix cordone e maillon a 25 l’una dall’altra).
Discesa lungo il percorso di salita, eventualmente sfruttando le soste per delle doppie.
- Bibliografia:
- Romelli, Cividini - Il grande libro dei 4000