Percorso privo di difficoltà tecniche (in assenza di neve) ma faticoso in quanto per gran parte si svolge in assenza di sentiero, o solo su vaghe tracce, in un vallone molto selvaggio e scarsamente frequentato. Sconsigliabile in caso di nebbia. Piccozza e ramponi a inizio stagione.
Può essere interessante anche effettuarla in due giorni compiendo un anello, ovvero pernottando al Refuge Col de la Vanoise, quindi salendo per la via normale che lambisce il ghiacciaio e quindi scendendo dalla relazione qui proposta, oppure viceversa.
Dal parcheggio di Bellecombe si sale per un breve tratto lungo il sentiero con varie indicazioni (Refuge Plan du Lac, Refuge Entre Deux Eaux) raggiungendo subito l’altopiano del Plan du Lac. Dopo un tratto in falsopiano, non lontano dalla strada asfaltata, si raggiunge il Refuge Plan du Lac, dopodichè si inizia a scendere più marcatamente nel vallone. Raggiunta la Chapelle de Saint Barthelemy si piega a sinistra, scendendo per il buon sentiero tra cespugli di rododendri e rigagnoli d’acqua, ritrovando 200 m sotto la strada nei pressi del Pont de la Renaudiere. Si prosegue sulla strada asfaltata ignorando la deviazione per il Refuge Entre Deux Eaux, e quindi giungendo ad un ponte nei pressi di una piccola diga a 2019 m. Si attraversano i due ponti in rapida successione e si raggiungono le belle baite poco sopra, quindi il sentiero (palina per GR5) inizia a salire a sinistra inerpicandosi nel pendio erboso, passando a fianco di un rudere e lasciando invece alcune baite sulla destra. A 2377 m si incontra il sentiero GR5, che va ora seguito verso sinistra per un tratto non molto lungo, ovvero fino a quota 2500 m circa. Qui nei pressi di un bell’altopiano erboso disseminato di grossi massi, si abbandona il sentiero per salire a vista il pendio erboso di una valletta poco pronunciata, come riferimento si abbia il ruscello che si vede nella parte alta di questa valletta (sotto il ruscello sparisce nella pietraia). Seguendo vaghissime tracce e rari ometti si sale il ripido pendio erboso, aggirando le zone di pietrame a sinistra, per poi raggiungere e attraversare il ruscello nei pressi di una piccola gola rocciosa. Da qui in avanti gli ometti aumentano parecchio, e a tratti compare anche una traccia di sentiero; il percorso è molto vario, si affrontano rampe di faticosi detriti alternate a facili fasce di rocce montonate, risalendo per piccole conche e avvallamenti, fino a che si sbuca su un plateau molto più vasto a circa 2800 m, al di sopra del Monte de la Para. Da qui si vede la cima ma non il suo versante di salita. Occorre risalire ancora per fasce di detriti e rocce rotte, il percorso seppur faticoso non è mai accidentato. Si deve puntare alla base della cresta sud che proviene dalla cima, dove in corrispondenza di un singolare altopiano roccioso, una traccia si stacca a sinistra e con un lungo traverso taglia comodamente tutto il versante sud della montagna, in direzione della vasta sella compresa tra la Pointe de la Rechasse e la Roche Ferran. Una volta raggiunta la sella a circa 3080 m, si piega nettamente a destra, seguendo l’ampia traccia che sale sul pendio detritico in direzione della cresta ovest della Rechasse. Senza raggiungere il filo di cresta, che si presenta frastagliato, si segue una evidente traccia di sentiero che si mantiene 20-30 m sotto sul lato sud, fra zone detritiche e ampi terrazzi rocciosi, fino a risalire per una breve china di ghiaia il pendio che porta ad un colletto ormai a pochi metri dall’ampia cima (statua della Madonna).
Per la discesa la via più rapida è quella di salita, ma è anche possibile scendere dal versante glaciale, che si lambisce soltanto (non servono piccozza e ramponi a stagione avanzata) costeggiandolo sulla destra per raggiungere il Refuge du Col de la Vanoise 2516 m (dove volendo si può pernottare). Dal colle seguendo a destra il sentiero GR5 si scende verso il Refuge Entre Deux Eaux, concludendo l’anello. Questa variante allunga di parecchio lo sviluppo dell’itinerario.