La parte alpinistica è breve, limitata alla salita di uno stretto e ripido canale roccioso attrezzato con catene, utili specialmente in discesa. Per scrupolo può tornare utile l'imbrago con una longe per assicurarsi.
La successiva cresta fino in cima non presenta particolari difficoltà (EE) ma in caso di neve potrebbe richiedere piccozza e ramponi.
Casco indispensabile specialmente in caso di altre persone nel canale.
In tutto il comune è previsto il pagamento di un ticket di 5 euro al giorno.
Lasciata l’auto a Valbondione oppure al termine della strada, in località Grumetti-Beltrame, si segue il sentiero che a destra nel bosco sale fino a raggiungere una strada sterrata proveniente dalla parte iniziale del paese, al bivio per Lizzola.
Info 2022: a seguito di una frana il precedente percorso è attualmente vietato. Occorre invece, a Grumetti, scendere per la stradina asfaltata fino al torrente e quindi seguire le numerose indicazioni per Maslana, salendo quindi sul versante opposto della valle rispetto al sentiero classico.
Dopo un primo tratto nella fitta faggeta, si arriva alla bellissima borgata (non raggiungibile in auto) di Maslana 1150 m, con le baite ristrutturate, diverse fontane.
Si continua in piano fino ad un ponte di pietra, che una volta attraversato incontra una pista sterrata che torna nella faggeta per collegarsi alla strada per il Rifugio Curò del sentiero pre-frana.
Più avanti la stradina esce dal bosco e si trasforma in mulattiera, sempre evidente e ottimamente tracciata si avvia verso la grande bastionata rocciosa che chiude il vallone (da qui è visibile il grande salto roccioso dal quale scendono una volta all’anno, quando vengono aperte le paratie del Lago artificiale del Barbellino, le famose e spettacolari Cascate del Serio). Sempre salendo su terreno non ripido si arriva vicino alla bastionata fino ad arrivare ad un evidente bivio.
Se si volge a sinistra si segue un ripido sentierino (segnalato come variante) che supera un pendio erboso molto ripido, poi un tratto roccioso (alcune corde fisse), si prosegue per un canalino di roccette che vanno superate con attenzione, arrivando infine sul piazzale antistante il Rifugio Curò vecchio, e quindi al Rifugio nuovo, subito dietro l’angolo.
Al bivio sottostante la bastionata rocciosa, si può anche proseguire per il sentiero che va verso destra che risale il pendio con una lunga serie di tornanti e poi taglia la bastionata rocciosa con un sentiero scavato nella roccia e sospeso nel vuoto, in qualche tratto aereo e spettacolare, ma mai difficile o pericoloso, che porta nella conca superiore dove sorge il Rifugio Curò.
Dal Rifugio Curò si segue l’ampia mulattiera pianeggiante che costeggia il Lago artificiale del Barbellino, passando accanto alla cappelletta dedicata a Giulio Albini e prosegue pianeggiante fino all’imbocco della Val Cerviera dalla quale scende una bellissima cascata d’acqua. Al bivio, dove c’é un cartello indicatore, si supera un ponticello e si volge a destra risalendo un pendio erboso e di ghiaietto con numerose risvolte, poi il sentiero confluisce in una cengia lungo la quale si supera il salto roccioso terminale e si arriva così all’inizio della Val Cerviera, proprio alla base della cresta ovest del Pizzo Recastello e con la visuale di tutta la bastionata rocciosa che dal Pizzo dei Tre Confini si allunga fino al Monte Cimone.
Si inizia a risalire la Val Cerviera su un buon sentiero a mezza costa (o su evidenti tracce nella neve) fino a raggiungere una vasta conca prativa dove su un masso si incontrano a sinistra le deviazioni per il Recastello e Tre Confini.
Si riprende quindi a salire un dosso erboso abbastanza sostenuto, che adduce poi a pendii più dolci nell’anfiteatro tra il Recastello a sinistra e le pendici del Pizzo Tre Confini a destra.
Si devia ora decisamente a sinistra, salendo ancora un dosso che precede la pietraia del conoide detritico del Pizzo Recastello; lo si risale un po’ faticosamente per la pendenza e la natura del terreno, finchè si raggiunge la parete rocciosa, dove è evidente a sinistra il canale che andrà risalito.
Indossato il casco si superano le prime roccette e quindi si entra nel ripido canale, di circa 50-60 m di dislivello ma molto ripido; le catene aiutano molto anche se la roccia offre parecchi appigli e appoggi per i piedi; si affrontano 3 passaggi un po’ strapiombanti alternati a tratti più facili. Occorre evitare quando possibile di appoggiare i piedi nel centro del canale in quanto ci sono molte pietre di piccole e medie dimensioni pronte a cadere, sfruttare invece le cenge e i gradoni sui lati.
Terminata la parte attrezzata si riprende a camminare, per un breve tratto ancora su una sorta di cengia detritica piuttosto ampia, fino a raggiungere un intaglio sulla cresta; da qui la cima ormai è vicina, conviene restare nei pressi del filo di cresta, mai esposta, superando alcuni comodi passaggi rocciosi alternati ad altri di sentiero fino alla grossa croce di vetta.
Esiste anche una traccia che si snoda sul lato del Barbellino 10 m sotto cresta, ma è sconsigliabile per la mobilità del detrito, non vale la pena.
La discesa avviene dal percorso di salita, eventualmente si può concatenare la salita al Pizzo Tre Confini (altri 200 m di dislivello)
- Cartografia:
- Alpi Orobie 1: 30000 Meridiani montagne
- Bibliografia:
- S. D'Adda - Escursionismo nelle valli bergamasche - Lyasis edizioni. it. 38, quotazione EE