Sostanzialmente la via segue il filo di cresta, molto evidente e definito nella primissima parte rocciosa e meno netto a seguire. Il monte, essendo composto da stratificazioni, si presenta, nel suo versante che dà verso la Val Cichero, come una serie di livelli, costituiti da cenge rocciose sfalsate: la difficoltà della via, dopo la prima parte, sta nel non perdere di vista i passaggi per accedere da un livello a quello superiore.
Dal Passo del Dente, alla propria destra (spalle all’avvicinamento), reperire il segnavia bianco e rosso e seguire in modo assolutamente fedele il filo di cresta, dapprima quasi raso terra e poi più aereo, a sovrastare, da un lato, la Ciapa del Dente, ampia e appoggiata parete rocciosa che guarda verso ovest, dall’altro il salto verso la Val Cichero. Lungo la cresta rocciosa sono ripetuti talvolta i segnavia, ma il percorso è di per sé molto evidente nella sua prima parte.
Terminata tutta la prima rampa rocciosa, si accede a una piccola piazzola con fondo di ghiaietto nero: sulla sinistra scende il canalone che termina sul sentiero ai piedi della Ciapa e che può rappresentare una via di fuga, mentre, dalla parte opposta, si nota l’allungarsi della prima cengia, che non va tuttavia percorsa. Occorre, invece, rimontare subito un gradino roccioso, con segnavia a indicarlo. Dopo di esso si prosegue a destra, percorrendo per alcuni metri la cengia superiore, fin quando essa sembra sbarrata da cespugli di erica arborea: sulla sinistra, indicati sempre dal segnavia, si notano una sorta di tre gradini di pietra, da risalire accendendo al livello successivo, che si precorre, di nuovo, sulla destra. Di fronte a sé e leggermente a sinistra si nota un evidente ometto con segnavia, in corrispondenza di un alberello: occorre raggiungerlo e proseguire dritti per circa 10 mt., fino a reperire un diedro alla propria sinistra, sempre indicato da segnavia e che va risalito per passare alla cengia superiore.
Dopo il diedro va seguita la cengia a destra, fino a un masso che sembra sbarrare parzialmente la strada: lì, sulla sinistra, parte un canaletto, con segnavia, da risalire per accedere al livello successivo. Sbucati dal canaletto si prosegue a destra, si rimontano, sulla sinistra alcune rocce, indicate con il segnavia, e si punta a un alberello sempre sulla sinistra, con un vistoso ometto nei suoi pressi. Superato l’ometto, si segue verso destra una traccia di sentiero, fino a imboccare una rampa ascendente, che permette di superare, sulla sinistra, un risalto roccioso, immettendo al livello superiore. Sbucati dalla rampa proseguire a destra, seguendo fedelmente il filo di cresta, mantenendosi sempre sulla roccia ed evitando le tracce di sentiero.
Giunti di fronte a un risalto roccioso, indicato frontalmente dal segnavia, è possibile passare a destra, con suggestivo ed esposto passaggio affacciato sulla Val Cichero, oppure a sinistra, attraversando la placca appena sotto il filo di cresta. Superato questo passaggio, occorre puntare a un albero in alto, marcato dal segnavia. Raggiunto l’albero, risalire un canaldiedro (segnato) sulla sinistra e, dopo di esso, proseguire a destra per 15 mt., svoltando poi a sinistra (segnavia di svolta) in un canaletto appoggiato da rimontare, accedendo al successivo livello.
Seguire poi la cengia a destra e, presto, indirizzarsi obliquamente verso sinistra, superando alcuni piccoli risalti rocciosi e arrivando a un alberello posto lungo una sorta di muro costituito da rocce affioranti disposte in fila. Passare a fianco dell’alberello (segnato) e risalire a destra lungo il bordo della cengia, fino a un risalto, alla propria sinistra, da risalire in corrispondenza del segnavia. Segue un breve tratto di sentiero terroso, che tagli a sinistra, abbandonando momentaneamente il margine della cengia e portandosi sotto uno strapiombo di roccia nera: a destra si apre un grosso varco, come una finestra, che va attraversata, pervenendo così all’ultimo terrazzo, anch’esso di roccia nera. Seguire pochi metri a sinistra il terrazzo, fino a reperire sempre a sinistra un canale piuttosto verticale e roccioso da imboccare e rimontare fino alla cresta sommitale, da cui si è già in vista della croce di vetta.
Durante tutta la via, per quanto invitanti e apparentemente più logiche, le prosecuzioni delle varie cenge conducono fuori strada e non consentono di guadagnare quota per accedere alla vetta; in alcuni casi, infine, immettono su terreno friabile e instabile e vanno dunque evitate, cercando di seguire con attenzione i segnavia.
In vetta, in una nicchia sotto la croce, è presente una scatola con il libro di vetta.
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