
L'attrezzatura è stata rivista di recente, spit e soste nuovi, ma è stata mantenuta la distanza originale degli spit, nel rispetto dell'etica mellica e del nome della via: E' EFFETIVAMENTE RICHIESTO SELF CONTROL!!! Tenete presente che il viaggio tra uno spit e l'altro dura anche 10 metri, ed a volte ci si trova ad affrontare passi di aderenza impegnativi a grande distanza dall'ultima protezione.
Avvicinamento complesso discesa a doppia non impegnativa ma lunga. Calcolare una giornata piena tra avvicinamento, via e discesa, specie nei periodi di chiusura della strada, in cui è necesario lasciare l'auto a san Martino.
Attrezzatura: indispensabili due corde almeno da 50 metri (e su alcune doppie si arriva al pelo), meglio se da 55 o 60. Fetucce per le soste (alcune vanno attrezzate completamente su alberelli), ed un set di friend comleto per le fesure dei primi tiri. MOLTO UTILE UN FRIEND MAXI per proteggere la fesura del primo tiro, che è decisamente offsize (almeno un camalot 4)
Avvicinamento:
decisamente complesso ed impegnativo, segue l’itinerario classico di salita in val Livincina. Poco prima dell’osteria del gatto rosso, seguire il greto del torrente della val Livincina (è il torrentello, a volte secco, posto circa 100 metri prima dell’osteria, riconoscibile dalla passerella di legno e lato strada).
Convine mantenersi sulla sponda dx del torrente (viso a monte) e reperire una traccia di sentiero che lo costeggia, tra massi e vegetazione. Poco prima di arrivare alla cascata che chiude il greto, abbandonare una traccetta che sale a dx (porta alla base dell’altare) e portarsi nel centro del greto del torrente (ometti di sasso), percorrerlo per un breve tratto su grossi massi e placchette finchè si riese ad uscire a sx in una sorta di canale colatoio, che va percorso interamente, tralasciando una deviazione a dx, fino a giungere ad un boschetto. Qui la traccia piega decisamente a dx, passa su delle cenge erbose puntando nuovamente in direzione del torrente.
Giunti nei pressi di alcune rocce che sbarrano il percorso e di un grosso faggio, occore scendere alcuni metri su zolle erbose (delicato!), passare sotto il faggio su esile cengetta e andare a prendere una rampa boscosa che sale ripida verso sx. la si percorre finche un’alta parete rocciosa sbarra in passo.
Qui conviene legarsi e procedere assicurati. Passare il sato rocioso in corrispondenza della corda fissa (da verificare, il passo è circa di V, una decina di metri), fino al boscetto successivo. salire qualche metro per sentiero fino ad una successiva placca con corda e fittone, da rimontare.
Portarsi a sx ed entrare in un canale (corde fisse), un passagio delicato a cavalcioni di una lama porta ad un sistema di cenge esposte che consentono di riguadagnare il greto del torrente (corde fisse, assicurarsi!).
Attraversare il torrente e rimontare la parete di fronte per un diedrino (corda fissa), fino a giungere ad una cengia molto esposta che, percorsa a dx, consente di sbucare in un boschetto. Seguire la rampa verso sx, nel bosco e poi per salti di roccia, fino a giungere al bosco che caratterizza il cengione alla base del precipizio. Calcolare 1,5/2 ore dall’osteria.
La via attacca nei pressi di una placca incisa da un fessurone da dx a sx, circa 10 metri prima della grotta-bivacco che caratterizza la base del precipizio.
L1: salire la fessura (non banale) fino al termine. Dopo pochi metri c’è un vecchio cordone, dopo la fessura è improteggibile, a meno di usare friend di dimensioni yosemitiche (sopra la misura 5) VI. Al termine della fessura proseguire per una spaccatura fino a degli alberelli, dove si sosta (occhio alle zolle di erba instabili sopra il baratro!) III+. 35 metri
L2: Percorrere il camminamento di rocce verso sx in leggera salita (esposto ma molto facile) e poi uscire in verticale per canalino erboso agli alberelli alla base del diedro, ove si sosta III, 20 metri
L3: percorrere il diedro con tecnica di opposizione, tutto da proteggere, non difficilissimo ma faticoso. Ignorare una sosta in mezzo alla placca di sinistra (è di un’altra via) e prosegiure fino al termine del diedro, ove si trova una blla sost nuova. -VI, 40 metri
L4: seguire gli spit in placca, prima dritto, poi verso sx traversando su alcune lame a rimontare un fungo, in seguito dritti sulla lavagna di granito. 6a, 50 metri, 6 spit
L5:sempre seguendo gli spit, primo tratto dritto più semplice, poi difficile saltino da rimontare (meno male ben protetto da uno spit), poi dritto in placca, con passo duro ad uscire in sosta ed ultimo spit a 10 metri sotto i piedi. 6a+, 30 metri, 3 spit.
L6: dalla sosta, seguire le lame verso sx (da proteggere), poi in diagonale in placca non difficile puntando ad una sosta con spit bianchi e cavetto d’acciaio alla base del salto di roccia successivo. V, 30 metri
Discesa: con 5 doppie si ritorna alla base (dalla s3 scendere dritti con doppia da 50 metri a degli alberi, senza seguire la via di salita, ed ultima doppia su alberi fino alla base), poi altre 4 doppie sulla via piedi di piombo per evitare di rifare il percorso dell’andata. dalla base dell’altare, si scende una cengia boscosa, ultima doppia su albero per superare un salto roccioso, poi per sentiero verso dx (viso a valle) si ritorna al greto del torrente nei pressi della cascata iniziale, e quindi al Gatto rosso
Nelle vicinanze Mappa
Itinerari
Val di Mello, Placche del Giardino – Fritzina

Torrone Occidentale (Pizzo), spigolo sud – Via Miotti – Merizzi

Luigi Amedeo (Picco) – Spigolo Sud

Val di Mello, Sarcofago – Cunicolo Acuto

Rasica (Punta) – Lady D

Luigi Amedeo (Picco) parete SE – Via Taldo Nusdeo

Val Masino, Dimore degli Dei Bastionata dei Dinosauri – Pilastro del Bastogene
Qualido (Monte) – Quote Rosa
