Come riportato sulla rivista a differenza delle Alte Vie questa traversata si svolge da sud ovest a nord est, in maniera trasversale, passando intorno ai più bei gruppi montuosi dolomitici come ad esempio le Tofane, il Monte Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo tutto questo all'interno di Parchi Naturali.
Oltre a questo non si possono tralasciare gli aspetti storici siccome si cammina nei luoghi interessati dalla Prima Guerra Mondiale trovando continuamente riferimenti e costruzioni come trincee, forti, reperti di guerra.
Il percorso passa in molti punti sul Sentiero Italia CAI
Diversamente raggiungibile in auto con autostrada fino a Bolzano e strada statale per Arabba.
Giorno 1: Da Arabba, dove si arriva già nel pomeriggio, ci rechiamo all’Albergo-Rifugio Pralongià. Partiamo su sentiero ripido numero 638 che ci scalda subito le gambe, raggiungiamo il Passo Campolongo facendo poi attenzione ad intercettare a destra della strada asfaltata un altro sentiero che ci porta su una carrareccia di servizio agli impianti da sci e ai vari rifugi. La seguiamo arrivando ad un colletto, proseguiamo scendendo sempre su strada (possibilità di tagliare su sentiero molto rovinato con radici scivolose) fino al Rifugio Incisa, ora ci aspetta l’ultima rampa sempre su strada per il Pralongià (2109 m) . Km 8 / D+ 750 m / D- 200 / Tempo 2.45 h
Giorno 2: Dal Pralongià un lungo tratto con poca pendenza, molto panoramico, ci fa attraversare prati verdi e successivamente una pietraia ai piedi delle pareti del Monte Settsass portandoci alla Sella di Sief (2262 m), ora dobbiamo scendere su lungo traverso in direzione del Lago e Passo di Valparola, nel finale, prima del lago, troveremo una piccola e caratteristica “gola” scavata dal torrente che dovremo risalire (circa 50 m) tramite gradini e corda metallica senza difficoltà.
Al Passo di Valparola troveremo un Forte (Forte Tra i Sassi) che ospita Il museo della Grande Guerra delle Dolomiti con diversi reperti sia all’interno che all’esterno della struttura. Ci portiamo quindi al Passo Falzarego (2105 m) dove inizia la salita per il Rifugio Lagazuoi (2752 m). Chi non si sentisse di salire a piedi può utilizzare la cabinovia che parte dal colle e arriva proprio sotto al rifugio. Molto consigliato invece salire fino a quota 2400 m circa dove troveremo un bivio, se andiamo a destra con un lungo giro raggiungeremo la Forcella Travenanzes e successivamente il rifugio (sent. 402 e 401) mentre a sinistra in modo molto più diretto, attraverso la Galleria di guerra Lagazuoi (lunga più di 1 km e con pendenze fino al 72% fattibile grazie ai tanti scalini) con alcuni tratti in cui prestare attenzione saliremo all’interno della montagna fino a sbucare poco sotto l’arrivo della cabinovia. A questo punto cammineremo all’interno di una trincea e di un balcone scavato nella roccia per giungere sul largo spiazzo che ospita il rifugio. Utili per questa salita frontale ed eventualmente casco per proteggere la testa nei tratti più bassi (si passa agevolmente anche senza). Consigliato poi salire ancora fino alla cima del Lagazuoi posta poco oltre il rifugio dove si gode di ottima vista su tutte le vette circostanti! Km 13 / D+ 980 m / D- 400 / Tempo 7 h
Giorno 3: è il giorno più lungo, scenderemo infatti tutta la Val Travenanzes (sent 401) per i suoi 17 km di sviluppo dal rifugio al fondovalle, passando sotto le Tofane dal loro lato più “selvaggio”, incontrando una baita segnata anche sulle carte più recenti dove è presente fontana, passando vicino alle Cascate di Fanes (raggiungibili tramite sentiero attrezzato – via ferrata dall’area pic nic a sinistra della strada da noi percorsa) e arrivando al Pian di Loa (1350 m circa), qui poco più in giù del bivio che ci porterà sulla pista ciclabile ex ferrovia Dobbiaco-Cortina, è presente un bel pianoro erboso con bar-ristorante che può fungere da punto di ristoro prima dell’ultima salita.
Risaliamo quindi su traccia ripida alla statale, la attraversiamo e procediamo fino a incontrare la ciclabile. Prendiamo a sinistra e passando una galleria andiamo avanti fino ad un bivio con ponte verniciato di recente di verde. Qui per non allungare ulteriormente i km giriamo a destra passando il ponte e senza indicazioni (cartello di strada chiusa per la caduta di molti alberi dovuta ai forti venti dello scorso anno) saliamo su pendenze ripide superando i molti alberi ancora a terra fino a quando dopo breve discesa volgendo a sinistra e superando un altro ponte ci troviamo ad un incrocio con una bella strada sterrata (segnata anche come Cammino delle Dolomiti) che arriva qui partendo dai pressi della chiesetta di Ospitale e risalendo la Val Padeon con giro più lungo ma meno tormentato. Voltiamo quindi a destra su questa strada che sale con pendenze discrete giungendo alla partenza di una seggiovia. Risaliamo ora la pista con tracce vaghe di strada/sentiero vedendo già il Rifugio Son Forca (2216 m) davanti a noi che ci ospiterà per la notte. Km 27 / D+ 1000 m / D- 1500 / Tempo 9 h
Giorno 4: Dopo le fatiche di ieri una giornata più rilassante, dal Son Forca scendiamo sotto la seggiovia “Rio Gere” opposta a quella risalita ieri, verso il Passo Tre Croci (1805 m), che raggiungiamo in breve. Qualche metro di asfalto per deviare subito su sentiero a sx e togliersi dalla statale. Il sentiero procede dritto e dopo un po’ attraversa un torrente che ha portato via buona parte del terreno circostante, l’attraversamento va cercato ma si trova e ci si porta sul corretto sentiero numero 222 che dobbiamo mantenere. Questo sale ripido, con tratti a tornanti, molto bello e panoramico fino a un bivio posto poco sotto alla Forcella di Popena,a quota 2140 m circa, dove anzichè proseguire per raggiungerla (ruderi del rifugio Popena a pochi minuti dal bivio) ci teniamo bassi iniziando a scendere con lungo traverso verso il Lago di Misurina. A quota 2000 m circa troviamo un bivio dove lasciamo il sentiero 222 e prendiamo a dx sul variante 224 che scende diretto sul lago. Arrivati sull’asfalto (1571 m) non ci resta che raggiungere uno degli alberghi che potremo scegliere per passare la notte, ovviamente previa prenotazione specialmente per gruppi numerosi. Km 11,5 / D+ 450 m / D- 900 / Tempo 4 h
Giorno 5: Questa è una delle varianti proposte, l’itinerario originale consentiva di visitare il Monte Piana o effettuare un lungo giro tra la Val Rimbianco e la Val Rinbon per raggiungere il Rif. Locatelli. Noi invece abbiamo deciso di passare proprio sotto le pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo, punto sicuramente più famoso di tutto il giro!
Da Misurina quindi saliamo su asfalto fino al casello sulla strada per il Rif. Auronzo, da qui a sx verso la Malga Rinbianco per poi tornare ancora pochi metri sull’asfalto (tralasciare il sentiero che parte ripido prima del tornante a destra e indica anche lui Col de Medo, il nostro sentiero parte più avanti alla sinistra del tornante e va sul 105 verso la Forcella de l’Arghena e il Col de Medo) e imboccando il sentiero appena citato, lo seguiamo prendendo quota fino al bivio per la Forcella de l’Arghena (2087 m), allungando di pochi minuti la si raggiunge e merita sicuramente una visita! Torniamo sui nostri passi e proseguiamo la salita che ora si fa più ripida e con tanti bellissimi tornantini fino al Col de Medo (2254 m) e successivamente alla Forcella de Medo (2324 m) dove ci ricongiungiamo al sentiero che gira attorno alle Tre Cime.
Ovviamente qui incontreremo migliaia di persone ma il sentiero è largo e ben battuto quindi non ci saranno problemi.
Il bellissimo traverso ci porta ai laghi sottostanti le pareti Nord, ce le godiamo a pieno per tutto il percorso, scendiamo adesso di un centinaio di metri nella conca sotto il Rifugio Locatelli per poi risalire da uno dei due sentieri esistenti ai 2405 m del rifugio. Siccome anche questa tappa non è lunga possiamo aggiungere una visita alle gallerie del Paterno o il giro verso la Forcella di Lavaredo e il Rif. Auronzo per concludere la giornata! Km 13 / D+ 1000 m / D- 400 / Tempo 4 h
Giorno 6: Siamo giunti alla conclusione di questo bel trekking, per farlo abbiamo pensato di variare ancora rispetto all’originale, sia per la bellezza della Val Campo di Dentro che per la possibilità di arrivare direttamente a San Candido anzichè al Passo di Monte Croce Comelico.
Seguiamo quindi le indicazioni per il Rifugio Tre Scarperi e San Candido, dopo una breve risalita passando sotto Sasso di Sesto e Torre di Toblin (consigliata visita nei dintorni del passo tra le trincee e gallerie) iniziamo a scendere sul sentiero 105, con bellissime scale scavate nella roccia che lasciano poi spazio a sentiero sempre bello per tutta la sua parte alta, da quota 2000 fino a 1750 m circa invece occorre prestare un po’ di attenzione siccome si entra in una gola parecchio stretta e la pendenza aumenta, il terreno non è sempre stabile e sono presenti altri gradini in legno.
Passato questo punto la valle si apre e siamo in vista del Tre Scarperi.
Ora per arrivare diretti su San Candido dobbiamo ancora risalire, poco dopo il rifugio, su sentiero che parte a sx della strada, indicato come 7a. Questo si alza verso la Rocca dei Baranci per circa 300 m di dislivello, con un paio di tratti ripidi che lasciano poi spazio a bellissimi traversi pianeggianti che conducono su strada forestale immersa nel bosco!
La seguiamo tenendo le indicazioni per il Rif. Baranci che possiamo poi raggiungere con deviazione di 10 min (eventuale seggiovia per scendere in paese in caso di necessità) altrimenti proseguiamo la discesa, tenendoci sempre più verso sinistra che verso destra per evitare di avere poi più strada da fare una volta a valle! Se seguiamo la strada giusta arriveremo proprio al limite dell’abitato di San Candido, in corrispondenza di un Hotel, dove potremo attraversare la strada e prendere la pista ciclo pedonale che ci porterà in breve in paese. Da qui alla stazione del treno dove potremo rientrare a Bolzano! Km 14 / D+ 300 m / D- 1500 / Tempo 6 h
Per concludere con calma la gita si può passare una notte a Bolzano, siccome ci sono 2 ore circa di treno, avendo occasione di visitare questa bella città!
- Cartografia:
- Tabacco n° 03 - 07 - 017 - 010