
La partenza avviene dai Bagni di Masino, da qui si segue il sentiero per il rifugio Gianetti dove si arriva in 3 ore circa di cammino. Giunti al rifugio comincia la salita vera e propria alla vetta, che, attenzione, non è per nulla segnata.
Tuttavia dobbiamo tenere presente questo: il Pizzo Porcellizzo è la montagna che si trova subito dietro al rifugio, e da qui ci appare la sua parete est che si presenta come una grande bastionata rocciosa, tale bastionata rocciosa, possiamo vedere come si abbassa verso sud fino a presentare un intaglio sotto il quale si trova un canalino erboso; non si deve fare altro che risalire il canalino, che attenzione è molto ripido , e giungere all’intaglio (molto stretto!!) che ci deposita sul versante sud della montagna. Questo percorso non è obbligatorio in quanto potremmo raggiungere il versante aggirando a sud la bastionata rocciosa del pizzo tuttavia questo consente un considerevole risparmio di tempo.
Comunque, attraversato l’intaglio cominciamo seguire quella che sembra una traccia di sentiero che però sparisce quasi subito, manteniamo tuttavia presente che dobbiamo percorrere in costa tutto il fianco della montagna mantenendoci sempre piuttosto vicini alla parete rocciosa che si trova alla nostra destra, in modo da evitare così numerosi saliscendi su pietraia e sfasciumi.
Continuiamo così fino a giungere al “Passo Porcellizzo sud” (non segnato, quello presente sulle mappe è il “Passo Porcellizzo nord”), lo si riconosce come uno spazio tra un grande gendarme a sinistra e una roccia tondeggiante a destra, arrivati nei pressi del passo ci volgiamo a nord (destra) e vediamo che il percorso continua a salire tra ghiaia e sfasciumi fino a delle placche rocciose (la cima non è ancora visibile), saliamo fino alle placche e le superiamo nel punto dove sono più basse e facili da salire e qui dopo una breve arrampicata su rocce rotte giungiamo sulla pala sommitale del pizzo, dove per magia spuntano degli ometti ormai inutili in quanto, a questo punto, riusciamo a vedere davanti a noi la vetta che si presenta come una piramide di rocce rotte. Risaliamo il pendio finale su percorso non obbligato con divertente arrampicata su rocce rotte e sassoni ed in meno di 10 minuti dal pianoro sottostante raggiungiamo la vetta dove si trova un grande ometto.
La vista è molto appagante: a nord la cresta che unisce la nostra cima a Punta Torelli, Punta Sant’Anna ed il Pizzo Badile che si staglia elegante davanti a noi, il Cengalo alla sua destra, e tutte le altre vette che circondano la val masino, sotto di noi i pratoni della Val Porcellizzo con il rifugio Gianetti, a sud la cresta con il passo del Barbacan, più lontano è inconfondibile la parete nord del Ligoncio che precipita per mille metri in Val Codera, a est la Val Codera.
Per il ritorno conviene seguire la via dell’andata.
- Cartografia:
- Kompass 92 Chiavenna-Val Bregaglia
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