all'Adamello da un lato, e sulla pianura veronese dall'altra.
Per questo è una salita piuttosto frequentata dal versante occidentale, mentre dal versante meridionale, a picco sul lago, lo è molto
meno, essendo più faticosa e non banale, dovendosi superare una serie di roccette. Data l'esposizione è consigliabile il periodo invernale, tra l'altro il più adatto per godersi il favoloso panorama
circolare dalla vetta. Per un ritorno più vario sono possibili due varianti ad anello: una più diretta ancora nella valle delle Prera, una più lunga che passa dal Dosso le Prade e S.Onofrio, qui descritta.
Alre notizie al sito http://web.tiscali.it/francorossi.geologo
Dalla sponda occidentale del Lago di Garda, immediatamete prima del ponte sul torrente Toscolano che da accesso al paese omonimo, si prende a sinistra la strada in salita (indicazione per Maclino); superato questo paese si segue l’indicazione per Sanico, dove una stradina asfaltata (indicazione per S.Onofrio) sale con ripidi tornanti nel rado bosco; l’asfalto lascia posto allo sterrato e a tratti cementati, ma il fondo e la larghezza della strada sono sempre agevoli.
A quota 650 circa, in un tratto in piano, si trova sulla destra la palina indicatrice del CAI (segnavia 27 per la cresta Sud del Pizzocolo). Si parcheggia nello slargo a fianco (posto per una decina di auto) e si prosegue a piedi seguendo le indicazioni lungo una stradina. Si lasciano alcune diramazioni seguendo sempre i bolli biancorossi, prima in salita e poi con un lungo traverso a mezzacosta; al termine della stradina si scende leggermente lungo il sentiero ad attraversare il vallone della Prera su un ponticello di ferro per poi risalire brevemente sul lato opposto a fianco di una liscia placca calcarea attrezzata con spits.
La morfologia cambia completamente a causa del diverso tipo di roccia. Raggiunta la cresta la palina CAI ci indica senza ombra di dubbio il crestone da seguire, che si alza diritto davanti a noi fino alla vetta, alternando tratti su detrito e rada vegetazione a piccoli tratti rocciosi dove bisogna mettere le mani, ma mai esposti. Si giunge così al “faro solare”, curioso traliccio con specchi che riflette la luce del sole a seconda del vento, ormai a breve distanza dalla vetta.
Qui si trova una piccola croce e poco sotto una cappella con tavoli e un rifugetto di emergenza. Per il ritorno si prende quindi l’ampia mulattiera che in leggera discesa taglia tutto il versante ovest; si lascia una prima diramazione a sinistra (anello breve per il vallone Prera) e si prosegue a mezzacosta a superare il Dosso Le Prade.
Si scende sul prato sottostante con alcuni tornanti e si prosegue fino ad incontrare la palina CAI per S.Onofrio (attenzione alla carta Kompass che segna non correttamente il sentiero di diramazione). Con una stradina sterrata nel bosco si raggiunge il casolare Prada e quindi S.Onofrio, ormai sulla carrabile, da dove all’auto.
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