Dal parcheggio presso la chiesa antica di Gorfigliano si ridiscende per pochi minuti fino a prendere a destra la strada sterrata che in circa mezz’ora porta a Pianellaccio (950 m). Da qui si vede bene la parete del Pisanino; puntare ad essa salendo direttamente nel bosco, reperendo ben presto una traccia di sentiero (segnali gialli sbiaditi).
All’uscita dal bosco, sui 1400 m, si prosegue alla meglio su terreno carsico innevato, senza difficoltà, e senza avvicinarsi ancora alla cresta che chiude il versante sulla sinistra.
Si arriva a prendere la cresta a un colletto abbastanza in alto, a monte della q. 1673, con una salita su pendio ripido (45-50°) e un traverso a sinistra un po’ esposto.
Dal colletto ci si deve legare e si affronta il primo tratto impegnativo, non tecnico ma molto delicato, prima sul filo di cresta, spesso senza neve con erba e roccette marce, e poi obliquamente a destra del filo su (poca) neve con scarse possibilità di protezione (in particolare non si riesce a sostare decentemente alla partenza).
Proseguendo, la via si fa meno pericolosa. Si sale e poi si traversa a destra verso una cortina di rocce, sulle quali si trova un vecchio spit. Da qui c’è un tiro ripido (anche 60°), subito a destra delle rocce, con un possibilità di ghiaccio e di erba affiorante; si continua poi su pendio aperto, sempre abbastanza ripido, trovando su alcune rocce a sinistra una vecchia sosta a chiodi (può anche essere sepolta dalla neve). Si sale infine il canale finale, facile e ampio, obliquo verso destra.
Usciti in cresta la vetta non è vicinissima, mancano ancora 15 minuti buoni di cresta orizzontale, con tratti esposti.
Per la discesa si può scendere nel ripido (oltre 55° in alto) canale finale della Nerli-Sarperi: è il canale immediatamente a ovest di quello di uscita della Mirandola. Dallo sbocco del canale si traversa in esposizione a sinistra (faccia a monte) fino ad arrivare, con qualche passo in discesa, a un alberello isolato che permette di calarsi (cordini).
Dall’albero ci si cala in doppia per 60 metri superando il salto di roccia sottostante, verticale, e si esce dalle difficoltà.
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia, Alpi Apuane; Alpi Apuane - Salite Invernali (Girolami - Perna)