Tenere conto che invece, se si parte da Moggio, facilmente un lungo tratto del percorso potrebbe essere privo di neve.
Per la salita alla Cima di Piazzo nessun problema particolare, mentre invece per salire il Sodadura si deve percorrere una cresta, non lunga ma abbastanza ripida e un po' aerea, generalmente da percorrere coi ramponi.
Giunti a Moggio si parcheggia nel paese, vari parcheggi.
Da Moggio (se si è partiti dalla piazzetta nelle vicinanze dell’ufficio postale), si segue la strada principale fino a incontrare un cartello indicante i sentieri per i Piani di Artavaggio, segnavia n.722-723-724.
Si supera una prima rampa cementata quindi diviene una sterrata-mulattiera che con alternanza di strappi e falsopiani si inoltra nell’incassato vallone, per uscire dal bosco in corrispondenza di un bel pascolo alle Baite di Faggio e Baite Maguzzana. Ignorando altri bivi si continua sempre per i Piani di Artavaggio tornando nel bosco, dove si incontra una fontana, e quindi si inizia a salire più ripidamente lungo una mulattiera a tratti sassosa, fino a giungere in una bella raduracon un edificio dismesso.
Quia questo ci sono 2 possibilità:
1. si prosegue sul sentiero 724, il più battuto, e quindi comodo per l’andata, fino ad arrivare in prossimità dei piani di Artavaggio, dove si arriva nella zona delle piste.
2. o si devia a sx, in prossimità di un grosso masso sulla dx, inoltrandosi nel bosco fino a intercettare il sentiero, che porta direttamente al rifugio Cazzaniga.
Se non battuta, la parte iniziale è di difficile intuizione, non essendoci indicazioni, nemmeno tacche colorate, di solito questo percorso risulta comodo al ritorno.
Quindi, seguendo il primo itinerario per i piani di Artavaggio si arriva in prossimità delle piste e da qui partono le piste battute dai gatti che portano comodamente ai vari rifugi.
Per salire alla Cima di Piazzo, si passa dal Rifugio Nicola e poi dal Rifugio Cazzaniga, puntando all’evidente pendio sud, che si raggiunge dopo un breve traverso abbastanza comodo, e quindi risalendo il pendio senza percorso obbligato fino alla cima, breve dorsale nevosa pianeggiante.
Si ridiscende verso il Rifugio Cazzaniga e poi si punta all’evidente cresta NO del Monte Sodadura 2010 m, la cui parte terminale diventa un po’ ripida e più affilata, e generalmente va effettuata con i ramponi. Dalla cima volendo è anche possibile scendere la cresta SO, ma è sconsigliabile per la presenza di un risalto roccioso più problematico da superare.
Ridiscesi alla zona dei rifugi, si fa ritorno a Moggio dal percorso di salita.