La fatica viene ripagata percorrendo ambienti molto belli e diversi tra loro (e poco frequentati): dal bosco, all'alpeggio, al lago, al colle, alla pietraia.
Il dislivello indicato tiene conto delle risalite.
Tenere conto a livello di energie che la discesa è più lunga della salita in termini di sviluppo. Si può sempre optare per ridiscendere dal colle del Vento verso il Lago Rosso evitando di fare l'anello.
Salita
Da Cortavetto seguire le indicazioni per il rifugio Gravio, lungo sentiero in falsopiano prima e leggera salita poi.
Raggiunto il rifugio salire verso il colle Aciano (ignorare il ponte che supera il torrente). Dopo pochi minuti si raggiunge un bivio: a dx il colle Aciano (indicato), a sx un sentiero non indicato. Prendere questo sentiero (è il 512) e seguirlo lungamente per spettacolari pianori. A volte il sentiero è invaso da un po’ di vegetazione ma è sempre ben visibile. Giunti all’alpe Mustione proseguire per il Lago Rosso.
Arrivati al lago, percorrere il bel pianoro e svoltare quindi verso il colle del Vento (sulla destra orografica). Questa parte, insieme alla salita finale vera e propria è quella un po’ più ripida. Stare attenti ai bolli, che possono risultare non sempre visibili.
Arrivati al colle si prosegue in direzione sud fino ad arrivare al colle delle Vallette.
A questo punto ci si trova davanti la pietraia di accesso al Pian Real. Da qui in avanti la salita si svolge su pietraia e tracce di sentiero, ma è sempre ben segnalata. In alcuni punti ci si può trovare su detriti un po’ mobili, fare attenzione in discesa se c’è gente sotto.
Discesa
Tornare al colle del Vento. Prendere il sentiero in leggera discesa, e appena possibile prendere il bivio verso sx (sentiero 435, bivio del Pian Peiroel). Proseguire fino a raggiungere la cresta che conduce sul monte Salancia. A questo punto ci sono due possibilità:
– Seguire il sentiero che per cresta porta a pian dell’Orso. Scendere quindi per comodo sentiero in mezzo al bosco, abbastanza diretto (sentiero 524) fino ad un’area attrezzata con tavoli e panche. Da li in breve ci si ricollega alla strada poderale e quindi all’alpe Fumavecchia
– Reperire un sentiero mal segnato che scende dal versante opposto a quello di salita in direzione ovest. La prima parte è completamente ingombra di vegetazione, non sembra neanche un sentiero. Molto utile avere il GPS per trovarlo. Si segue questa traccia fino a giungere al casotto Fumavecchia (il sentiero non è segnato né in ingresso, né in uscita). A questo punto seguire la lunga strada poderale con i suoi tornanti (a volte evitabili a patto di ravanare un po’ nel bosco), fino all’alpe Fumavecchia.
A conti fatti, la prima opzione è probabilmente la più veloce. Anche se bisogna traversare fino a pian dell’Orso, poi si scende piuttosto rapidamente.
Dall’alpe Fumavecchia seguire il sentiero dei Franchi, direzione rifugio Gravio. Si fanno diversi saliscendi incontrando delle belle e poco frequentate radure, fino ad arrivare all’alpeggio Piansignore (sentiero 522). Si prosegue seguendo sempre il segnavia per il rifugio Gravio.
Si giunge quindi al torrente Gravio che si attraversa per la passerella in legno evitata all’inizio.
Si chiude così l’anello e si ripercorre la strada dal rifugio Gravio fino a Cortavetto.