Aspettiamo dai sempre più meritori tracciatori la relazione delle terrifiche placche alla sinistra di Baraka sulle quali ci ammoniscono oscillanti corde fisse.
Da Carrara seguendo le indicazioni per Miseglia e poi per il bacino marmifero dei Fantiscritti e di Lorano. Giunti all’inizio della strada marmifera che porta nell’alta valle di Lorano lasciare la macchina e proseguire a piedi per strada marmifera per circa quattro km fino alla base dell’evidente parete (1 ora circa).
Nei giorni feriali con un fuoristrada si arriva quasi sotto la parete ma è necessario chiedere il permesso per salire e accertarsi a che ora chiudono la sbarra all’inizio della strada per non rimanere imprigionati con la macchina fino al mattino dopo! ( a noi è successo!).
Da Carrara verso Campocecina, dalla curva prima dell’infermeria del Soccorso Cave (parcheggio) scendere l’evidente cresta che degrada verso la parete, seguirla finche non trovate un evidente ometto con la scritta della via e la prima calata (25minuti circa).
Fate come per andare alla Baraka, è stato allungato lo spit da passare obbligatoriamente per non ritrovarsi persi nel vuoto, ma è meglio passare quello più corto.
In fondo alla doppie si segue una corda fissa che sale a destra fino al primo diedro.
Ho deciso di annotare la relazione originale che copio e incollo da:
L1 attaccare nel punto piu alto della corda fissa salendo subito al di sopra del penultimo ancoraggio per bella fessurina da proteggere, proseguire in un diedrino e per uno spigolo fino alla sosta su comodo terrazzino. (40m ;2 fix ) 6a+
NdR Trovato sporco e terroso si protegge benino ma serve cautela
L2 salire sopra la sosta per una lama-fessura fino a raggiungere una placca di splendida roccia che con movimenti tecnici porta alla sosta su una comoda rampa. (40m; 4 fix ) 6b
NdR Non facile da trovare bisogna salire alla destra del primo diedro
L3 seguire la rampa a destra fino a un fix superarlo direttamente e affrontare lo strapiombo successivo con un difficile ribaltamento in placca. Per placca articolata in obliquo a dx fino alla sosta sotto gli strapiombi selciferi. (35m; 4 fix) 6b+
NdR Primo tiro di impegno tecnico, protezioni da integrare ma comunque si sale con una certa tranquillità
L4 traversare a dx e affrontare un tettino per bella fessura ad incastro, ribaltarsi e traversare orizzontalmente a dx alcuni metri per poi affrontare direttamente lo strapiombo con bei passi obbligatori ma non pericolosi. (30m; 5 fix ) 7a
NdR Si presenta il primo autentico crux, lo strapiombo si risolve con sapiente uso di forza e tecnica, la traversata è molto difficile per lettura dell’itinerario e distanza delle protezioni, obbligatorio decisamente severo
L5 seguire per alcuni metri una rampa e poi uscire in aperta parete verso destra seguendo i fix distanziati fino ad un ultimo muretto con passaggi obbligatori che portano con una traversata a sinistra alla sosta sotto il diedrone. (40m; 6 fix + una clessidra non lasciata… da trovare!) 6c+
NdR Ancora una lunghezza con notevole impegno tecnico e psicologico
L6 salire il diedrone in obliquo verso sinistra fino sotto il tetto e con traversata a sinistra raggiungere la sosta. (30m; 2 fix) 6b
NdR Tiro molto bello e quasi rilassante dopo i due precedenti che vi avranno di sicuro messo sotto notevole tensione
L7 superare lo strapiombo a sinistra della sosta con movimenti decisi e non facili, ritornare verso destra, superare due tettini consecutivi e con un bel runout raggiungere la sosta. (25m; 3 fix) 6c
NdR Uscire dalla sosta è sorprendentemente difficile almeno quanto è sorprendente il posizionamento delle protezioni in loco, dal basso e con il trapano… Definibile lo stato dell’arte dell’apertura di vie lunghe in Toscana…
L8 come citano molte guide “per facili roccette si perviene alla sommità” (15m ; 4°)
NdR Niente da aggiungere se non che si esce con notevole sollievo!
Depredazione ambientale della quale infamia non si vede termine.