In Sparone, all’incrocio tra le vie Locana e Olivetti, si costeggi la fontanella (539 mt, cartelli indicatori) inoltrandosi tra le case in direzione O lungo un viottolo che diviene sempre più stretto e transita infine al di sotto d’un balcone. Dopo qualche inutile ma ben segnalato zig-zag, che ha forse lo scopo di evitare un terreno privato, peraltro del tutto incolto, la mulattiera riprende in direzione O accostandosi alla dorsale rocciosa di Costa Laja.
Superato (30’, 661 mt) un pilone votivo che sorge su un ampio e panoramico dosso di roccia, si raggiunge l’edificio isolato del Mancio (10’) e quindi Prantonera (10’, 747 mt, cartello), primo insediamento abitativo di una certa importanza, in cui spicca una bella casa con grande balconata in legno, un tempo dipinta in tinta vivace. Superate le Case di Costa Praciun (30’, 815 mt, cartello) la mulattiera piega verso N, sempre ottimamente segnalata con tacche bianco-rosse, ma purtroppo spesso ingombra di rovi, ricci ed alberi caduti, per attraversare l’impluvio del Rio Passau, normalmente in secca. Si giunge così a Cuorgnana (30’, 879 mt, 1H 30’ dalla partenza, cartelli indicatori, incrocio con la mulattiera per Calsazio) le cui vestigia, davvero imponenti per un insediamento di montagna, meritano una veloce esplorazione e ancora suggeriscono vivamente il fervore d’attività agricole e pastorali che caratterizzavano un tempo quest’area.
Ripresa la mulattiera a monte dell’abitato, si supera la borgata de La S-cialva (10’, 958 mt, grande edificio a tre piani, vasca monolitica in pietra, cartelli) anch’esso in stato di completo abbandono. La mulattiera scavalca un imponente punto panoramico (10’) di rocce fortemente levigate dall’azione glaciale, poi punta in direzione NO per collegare la località Vernai (10’, cartello indicatore).
Da qui in avanti rovi e arbusti ostacolano sempre meno la progressione, ma al contempo la mulattiera si riduce progressivamente a debolissima traccia di sentiero, spesso ricoperta di foglie, che sarebbe facilmente persa se non si prestasse massima attenzione alle tacche bianco-rosse, fortunatamente sempre abbondanti ed evidenti. Superati due ultimi edifici ormai quasi diroccati (secondo alcune fonti: corpi di guardia avanzati della Casa Forte), con un’ultima ampia svolta verso S si raggiunge la radura prativa su cui sorge la Casa Forte di Pertia (1226 mt, 3H dalla partenza, cartello, palina d’orientamento).
Ripreso il sentiero a monte della Casa Forte, si procede in direzione NE verso gli alpeggi di Furmiere e Betassa (25’, 1309 mt, cartelli indicatori) per giungere infine al Passo di Betassa o Colle di Pertia (1404 mt, 3H 40’ dalla partenza, cartello), punto culminante dell’anello, chiuso ad E da un colossale dente di roccia.
Scavalcato il passo si scende in direzione NO su sentiero a mezzacosta, sempre molto ben marcato da tacche bianco-rosse, raggiungendo dapprima il modesto alpeggio di Squerra (1352 mt) e poi calando con alcuni cambi di direzione (e spesso superando acrobaticamente alberi abbattuti) all’interno della Foresta Nera. Raggiunta la casa isolata di Teppa (1147 mt, teleferica), l’unica che appaia ancora in uso lungo l’intero tragitto, occorre non lasciarsi ingannare dall’evidente sentiero che risale verso SX ma che si perde poco oltre nel letto del Rio della Valanga; ci si accosti invece alla casa e si prosegua in linea retta in discesa: in breve si ritroveranno le tacche di segnalazione e l’itinerario corretto.
Percorse poche decine di metri sulla copertura in cemento del canale di presa Crosa-Sommavilla (1H dal Passo di Betassa, 1064 mt), frecce e tacche bianco-rosse indicano una brusca svolta a DX verso valle per collegarsi al sentiero balcone Ribordone – Bose, che si imbocca svoltando a DX (S) (è consigliabile una breve deviazione per visitare il ponte romano di Ribordone, 15’).
Il lungo tratto a mezzacosta attraversa il bosco fitto e non presenta difficoltà alcuna: è sempre ben contrassegnato e si mantiene a quota circa costante con brevi e numerosi saliscendi. Poco prima della frazione Costa, anch’essa in totale stato di abbandono, s’intercetta la strada sterrata di servizio alla presa idroelettrica, che si imbocca a DX in salita. Dopo un tornante, la strada prosegue in direzione S fino ad uscire sull’ampia copertura in cemento del serbatoio idrico alle spalle di Bose; si percorre il serbatoio puntando a SX verso la casa con evidente tacca bianco-rossa sullo spigolo. Costeggiata la casa, si imbocca in discesa la mulattiera per Sparone, purtroppo in precario stato di conservazione, incontrando prima una lapide privata, poi numerosi e pittoreschi piloni votivi risalenti al XIX-XX secolo. È di fondamentale importanza non perdere mai di vista le tacche bianco-rosse: qualora ci si rendesse conto d’aver percorso 30-40 metri senza incontrarne alcuna, si torni immediatamente sui propri passi. Giunti a un pilone votivo edificato su uno sperone roccioso, secondo le segnalazioni aggirabile su entrambi i lati, si prenda senza esitare il sentiero di DX. Incontrata un’ultima casa che mostra tracce di ristrutturazioni relativamente recenti in mattoni d’argilla, ma anch’essa ormai già ridotta a rudere, si esce infine a breve su via Olivetti, che si percorre verso DX in discesa per raggiungere il punto di partenza (7H 30’).
- Cartografia:
- igc n.3