
La punta è collegata alla vicina Cima di Deserta o Monte Giaset, m. 2475, da una cresta piuttosto pianeggiante e anche abbastanza facilmente percorribile.
Dalla strada si risale fra le case, si attraversa il ponte e di fianco alla prima casa, inizia il sentiero che con una serie di giravolte risale il pendio boscoso e raggiunge le Alpi Cherson, m. 1791, ormai fuori dal bosco, in una bella conca prativa; si prosegue oltre le case, su sentiero pianeggiante seguendo gli ometti, si giunge al torrente, lo si guada e si risale il lato opposto.
Giunti all’altezza delle baite Loserai, m. 1865, si segue e sinistra il sentiero che con un traverso ascensionale, raggiunge una distesa prativa in leggera pendenza oltre il limite del bosco, si puntano i ruderi delle baite poste in alto davanti, si superano e si raggiunge una conca erbosa, la si risale leggermente a sinistra e vicino a dei grossi massi si scorgono le baite Muanda, m. 2107.
Dalle baite, in direzione ovest, ora è ben visibile la Bocchetta Fioria dominata a destra dalla Punta Pelousa; risalire nella loro direzione su traccia sempre più scarna lungo il fondo del vallone e giunti sotto il pendio erboso della bocchetta, risalirlo al meglio raggiungendo la meta. Dalla bocchetta si hanno due possibilità:
1) risalire direttamente il ripido pendio erboso a sinistra fino in vetta, previo aggiramento a destra degli spuntoni immediatamente a nord della bocchetta
2) Si effettua un traverso su pietraia e ripidi pendii erbosi senza perdere quota, arrivando alla Bocchetta del Vallone m. 2414, posta tra la Punta di Pelousa e la Cima di Deserta, dalla bocchetta svoltando a sinistra si risale la facile cresta fino alla Punta di Pelousa 2541 m. Sulla cima il classico triangolino CAI di Rivarolo Canavese.
Ridiscendere alla Bocchetta del Vallone, ora si va a destra per facile cresta di piccoli blocchi e erba si raggiunge facilmente l’arrotondato dossone della Cima di Deserta o Monte Giaset m. 2475, con un grosso ometto in pietre posto leggermente a valle rispetto la cima.
Discesa, sotto il grande ometto in pietra, lungo il pendio est-nord-est, cercando al meglio il passaggio fra pietraie , erba e piccoli cespugli di rododendro e ginepro nano, raggiungendo l’Alpe Testa di Deserta, m. 1887; dalla baita si svolta a destra su prato in leggera discesa, si incrocia una traccia pianeggiante che giunge ad un dosso sopra il pianoro sottostante, si piega a sinistra e si raggiungono la baite Brengi, si piega a destra e si raggiunge il fondo del piano, si guada il torrente e si risale leggermente alle baite Cherson ad incrociare il sentiero di salita.
- Cartografia:
- Carta dei Sentieri n° 14, L'Escursionista & Monti editori
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