La difficoltà EE è data dal breve tratto finale per raggiungere la cima, altrimenti sarebbe un percorso E.
Vista l’esposizione molto soleggiata è un percorso fattibile già ad inizio stagione fino al tardo autunno, in presenza di neve la parte finale può richiedere piccozza e ramponi, e va prestata particolare attenzione alla cengia che dà accesso alla parte superiore del percorso.
Sconsigliabile nelle giornate estive più calde.
Da Torino: si risale la Val di Susa tramite il Colle del Monginevro (o Colle della scala), si scende in Francia a Briançon dove si seguono le indicazioni per Gap. A Guillestre si devia per il Col de Vars, quindi si scollina sul versante opposto scendendo a Saint Paul sur l’Ubaye, da qui a la Condamine-Chatelard e quindi Barcelonnette.
Dal Col de la Cayolle si segue il sentiero a destra, con paline indicatrici per Mont Pelat e Col de la Petite Cayolle (tempi di percorrenza indicati decisamente larghi). Il sentiero, molto ben curato e quasi completamente terroso) inizia un lungo traverso a mezza costa nella parte sinistra del vallone, seguendone il corso per evitare le zone acquitrinose sottostanti, fino a raggiungere una piccola conca con un grazioso laghetto 2494 m; qui si passa fra una piccola pietraia a destra, e quindi con alcune svolte su terreno più ripido si raggiunge lo stretto intaglio del Col de la Petite Cayolle 2639 m.
Da qui si apre un ampio panorama sul versante di Allos e sul sottostante bellissimo lac de la Petite Cayolle 2588 m. Si segue il sentiero che ora scende dolcemente costeggiando dall’alto il lago, fino al successivo colletto dove la discesa prosegue più marcata, ma sempre su ottimo sentiero. Non si dovrà scendere fino al pianoro erboso nella conca sottostante ma dopo circa 250 m di dislivello persi si incontrerà sulla destra la palina indicante il sentiero per il Mont Pelat. Più sopra invece, si dovrà ignorare la deviazione a sinistra per il Lac e Refuge d’Allos.
Dal bivio per il Mont Pelat a quota 2384 m si continua a destra, con un lungo diagonale in leggera salita che aggira una serie di conoidi detritici, fino a raggiungere una zona dove il sentiero percorre una ampia cengia che taglia una paretina rocciosa. Il percorso è facile (salvo in presenza di neve/ghiaccio) e nonostante l’aspetto da lontano non presenta esposizione, ma risulta solo un po’ aereo (richiede comunque piede fermo).
Terminata la cengia nei pressi di un canalino roccioso, si svolta nettamente a destra per rimontare una spalla erbosa che dà accesso alla valletta superiore, da dove spunta come un dentino la sommità del Mont Pelat, da qui poco appariscente. Con varie svolte su ottimo sentiero si sale per magri prati e zone detritiche sino ad una conca, dove il sentiero con una lunga tagliata verso destra e poi una seguente verso sinistra, tra i detriti conduce al ripiano alla base del pendio finale, a circa 2800 m di quota. Da qui in poi l’ambiente diventa lunare, solo detriti e ghiaioni, ma il sempre ottimo sentiero con alcuni diagonali addomestica comodamente il pendio piuttosto ripido, sino a raggiungere la cresta est della montagna nei pressi di una ampia sella. Da qui la mole del castello roccioso sommitale diventa più appariscente, ma la restante salita non presenta difficoltà. Si punta alla base delle roccette sul versante sud, per poi salire a zig zag tra detriti e qualche roccetta (non si usano mai le mani) fino a sbucare sulla cima, non particolarmente spaziosa in giornate affollate.
La discesa avviene per lo stesso percorso, tenendo conto che si dovranno risalire i 250 m per il Col de la Petite Cayolle, ma il sentiero mai ripido facilita lo sforzo. Dal colle con breve deviazione è ancora possibile vedere il Lac des Garrets 2621 m (e volendo si può salire l’omonima cima, 200 m di dislivello aggiuntivi).