Lasciata l’auto sulla piazza di Aisone, si hanno due possibilità iniziali:
- 1. si attraversa il paese fino in fondo. Dopo l’ultimo semaforo una palina (p 64) indica la direzione di salita. All’inizio il sentiero è assai ripido, dopo circa trenta minuti si raggiungono i ruderi della borgata Ciancamentes. Si continua ripidamente sino ad una spalla panoramica dove si incontra il sentiero proveniente dalla località Occhie.
- 2. dalla piazza, si passa a fianco dell’edificio postale e si prosegue sulla via Occhie, fino al termine (casolare). Qui si prosegue lungo il corso del ruscello, ignorando il sentiero di destra per Madonna del Pino; quando la breve valletta termina si attraversa il ruscello a sinistra iniziando a salire ripidamente nel lariceto, su traccia abbastanza esile ma evidente; dopo alcuni tornanti si esce momentaneamente dal bosco raggiungendo la spalla con il ricongiungimento con l’altro sentiero da Ciancamentes.
Si continua ora sempre salendo ripidi nel bosco, iniziando a spostarsi progressivamente verso destra, per imboccare un breve e facile canalino al bordo destro di una parete rocciosa. Risalito il canale, si traversa a destra al di sopra di una bastionata (unico punto da effettuare con cautela in caso di neve o ghiaccio). Dopodichè ci si immerge in una vasta e fitta faggeta, toccando i ruderi di Casalot a circa 1400 m.
Qui se il sentiero non fosse evidente, ricordarsi di proseguire in piano verso destra per alcune decine di metri, per poi riprendere a salire a sinistra in diagonale, finchè si raggiunge la dorsale (boscosa) spartiacque con il Vallone dell’Arma, si incontra una palina segnaletica.
Continuare a sinistra (ovest) sul pianeggiante costone boscoso che dopo un po’ lascia spazio ad una bella radura che va lasciata a destra per proseguire sempre sul crinale. Si arriva così dinanzi all’impennata per la Testa di Peitagù, dove il sentiero diventa più impervio (un po’ di attenzione con terreno innevato o ghiacciato) e si inerpica fra i larici. Quando la pendenza si abbatte si raggiunge il bel punto panoramico della Testa di Peitagù 1805 m (il cartello presente segna invece erroneamente 1600 m).
Discesa: seguire l’ampio crinale erboso fino a una palina (cassetta con libro dei visitatori).
Da qui piegare a sinistra e scendere assai ripidamente su pendii erbosi e boscosi fino ai ruderi di Grangette 1457 m. Il sentiero diventa spettacolare e scende una ripida bastionata rocciosa con tratti anche esposti( attenzione se bagnato) fino al fondo del salto, dove la pendenza si attenua. Arrivati a un bivio piegare a sinistra , raggiungendo in breve le case Piron e, lungo la stradina carrozzabile, Aisone, chiudendo l’anello.