Materiale necessario: corda da 40m, set di nut, 3-4 friend medi, cordini/fettucce. Eventualmente qualche chiodo da abbandono (e relativo martello).
Dal colletto a monte della morena scendere brevemente nella conca del ghiacciaio Peirabroc, costeggiando e aggirando una parete di placche. Oltrepassare una fascia di rocce scure, macchiate dall’acqua, e quindi risalire alla base di un canale che taglia le placche da destra a sinistra. Superare la fascia di placche (III) e quindi proseguire lungo il canale che dopo poco si restringe e prosegue più incassato e ripido, su roccia molto fratturata. Usciti in una zona erbosa proseguire per una trentina di metri e quindi deviare a sinistra, attraversare una fascia di placche e raggiungere il filo della cresta Nord della montagna.
Risalire il filo di cresta, costituito da risalti discontinui, quindi da una zona più affilata di placche compatte e in ultimo da un pendio facile di roccette ed erba, fino a sbucare in cima alla Guglia di Manzone (2718m).
Dalla cima scendere lungo la cresta sud, evitando sulla destra una zona affilata e raggiungendo il colletto dove sbuca il canale della via normale. Spostarsi sulla sinistra del filo e risalire lo spigolo successivo, quindi senza particolare raggiungere P.ta Fanny (2740m). Dalla cima scendere brevemente fino a raggiungere un profondo intaglio (passo di III in discesa) e risalire sulla parete di fronte (passo di III in partenza). Proseguire lungo la cresta quasi pianeggiante, evitando alcuni gendarmi e risalti sul lato nord, fino a raggiungere la P.ta Zoe (2765m). Scendere brevemente ad un colletto e risalire il facile pendio di grossi blocchi fino alla base del “castello” che costituisce la sommità dell’ultima cima della cresta di Manzone, la P.ta Pia (2795m), che si raggiunge scalando una placca fessurata sulla destra (passo di III+). Dalla cima proseguire in direzione sud per facili blocchi fino al colletto di Peirabroc (2780m) e poi, per una facile tratto quasi pianeggiante, raggiungere l’attacco della cresta Nord-est della Spalla di Peirabroc.
Salire il primo risalto di roccia chiara, discreta e piuttosto verticale, restando preferibilmente sul lato sud (III). Dopo 25m (sosta da attrezzare) proseguire lungo una dorsale meno inclinata fino alla base del salto successivo (circa 25m, sosta da attrezzare). Spostarsi qualche metro a sinistra in traverso (passo di IV-) e salire un diedro-camino di roccia giallastra e sfatta, uscire in una zona più facile e di roccia più compatta e, sempre restando sul lato sud dello spigolo, proseguire in direzione di un altro camino-diedro verticale di roccia delicata (passo di III+), oltre il quale ci si sposta a destra a riprendere il filo in una zona meno ripida (30m, sosta da attrezzare). Alzarsi verso sinistra in direzione di un grande blocco staccato, che si sale sulla destra in corrispondenza di una specie di diedro scuro (passo di III+), oltrepassatolo traversare a sinistra e uscire in un canalino che riporta in cresta (20m, sosta da attrezzare). Traversare a sinistra quasi in piano, su terreno esposto, aggirando un risalto verticale, tornare in cresta tramite una placchetta compatta di roccia chiara e quindi raggiungere il filo di cresta, ora quasi pianeggiante, poco prima della cima della Spalla (2925m).
Scendere brevemente a dx (ovest) al colletto successivo e aggirare i due successivi gendarmi piegando sul versante Sud-ovest, quindi tornare in cresta lungo una paretina articolata di roccia chiara (III). Seguire la cresta fino al colletto successivo, sovrastato da uno spigolo affilato di roccia rossastra. Aggirare sulla destra (nord) un primo gendarme e quindi risalire lo spigolo affilato prima sulla destra e poi uscendo a sinistra (III). Scendere al colletto successivo, aggirare a sud un gendarme di roccia chiara e quindi raggiungere la cima di Peirabroc scalando, lato francese, prima una placchetta e poi un diedro di roccia sana (passo di III).
Discesa: dalla cima scendere verso Ovest lungo la cresta della via normale, salire (o aggirare lato francese per ripide cenge erbose) alla Cima di Pagarí, quindi raggiungere il Passo di Pagarì e da lì il rifugio omonimo, da cui si torna all’auto seguendo l’evidente mulattiera.
Cresta di Manzone: sconosciuti
Cresta Nord-est alla Spalla di Peirabroc: V. De Cessole, A. Fantino e J. Plent, 29 agosto 1906
- Bibliografia:
- GMI