Il Vallone di Sea si colloca in un ambiente prettamente alpino, austero e severo. Le pareti di roccia, sulle quali viene praticata l’arrampicata, si collocano ad una quota variabile tra i 1500 m e i 2700 m.
L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni meteorologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
- L1, 5c – Si descrive la “Variante d’attacco” di M. Blatto e S. Fedrigo ; 07/2011. Poco prima dell’attacco di “Titanic” piegare a sinistra su una rampa erbosa con alberello fino a un piccolo spiazzo sotto un muretto (spit-fix visibile in alto). Salirlo e raggiungere a sinistra un diedro con fessura che si risale fino al suo termine. Si vince il muro soprastante e si punta a un diedrino. Lo si sale e per una placca si perviene alla cengia erbosa comune a “Titanic” e “Antiche Sere”.
- L2, 6a – Dalla sosta spostarsi a destra e salire il diedro-rampa ascendente da destra a sinistra (spit-fix visibile in alto) che dopo la rampa iniziale piega a destra. Al termine di questo spostarsi a sinistra (si tralascia una sosta formata da uno spit-fix + chiodo probabilmente posizionata nel primo restyling per sdoppiare il tiro) verso una larga spaccatura sormontata da un pilastrino. Da questo superare lo strapiombo verso destra in piena esposizione e proseguire per un sistema di fessure fino in sosta. Bellissimo tiro atletico.
- L3, 5c – Salire sopra la sosta (il diedro con spit-fix a destra è “Titanic”) fino a un chiodo ad anello e proseguire a sinistra nello stupendo diedro con fessura di dita soprastante da cui si esce in placca (spit-fix) a sinistra su un terrazzino erboso.
- L4 – Qui ci sono 3 possibilità. 1) nella lama a destra sopra la sosta, è il tiro originale gradato A1 (qualche chiodo alla fine, sconsigliato); 2) la “Variante della Clessidra” (M. Blatto e R. Rivelli ; 23/07/2004) che si svolge nel diedro quasi cieco davanti alla sosta, 6c per un breve tratto; 3) nuova variante aperta in data 16/08/2022 che parte a sinistra della Clessidra, 6a+. Quest’ultima è la soluzione consigliata in quanto conferisce omogeneità alla via, oltre ad essere un altro bellissimo tiro: attaccare il muretto (spit-fix) e spostarsi verso lo spigolo di sinistra. Lo si risale con alcuni difficili passi e quindi ci si ribalta a sinistra nel sistema di lame e fessure (friend n°3 e 4) che si segue fino alla terrazza di sosta.
- L5, 5c – Nuovo tiro vs. 2022. Dalla sosta salire il breve risalto a destra per ribaltarsi sulla cengia dove in basso si trova la sosta di calata dello “Spigolo dell’incomunicabilità” (eventuale scappatoia). Proseguire in salita su roccia ed erba (spit-fix visibile) fin contro la placca che forma la faccia destra del diedro della via originale. Risalirla (spit-fix) fino alla sosta.
- L6, 5a – Nuovo tiro vs. 2022. Salire nella lama sopra la sosta fino a uno spit-fix (friend n°0.2 e/o TCU) e proseguire verso il soprastante pilastrino che forma una larga fessura (la sosta che si vede tutta a destra è di “Titanic”). Per una bella fessurina (spit-fix in uscita, eventualmente utili i nut o friend piccoli) ci si ribalta sulla cengia erbosa.
- L7, 5a – Dritti sopra la sosta per una fessura lama, poi facilmente in sosta (uno spit-fix di passaggio). Tiro breve. Si giunge all’ultima sosta di “Titanic”, sostituita per l’occasione. Come scappatoia è possibile calarsi da questa sosta lungo “Titanic”.
- L8, 5b – Si sale la bellissima fessura-spaccatura sinuosa che parte sopra la sosta (un vecchio friend incastrato) uscendo su una breve placca a sinistra (spit-fix) e quindi alla cengia dove si trova la sosta.
- L9, 5c – Nuovo tiro vs. 2022. Invece di seguire la breve lama sopra la sosta (via originale) spostarsi a sinistra e immettersi nel magnifico diedro con larga fessura di fondo (spit-fix visibile, prevedere friend n°4) uscendone alla sua sommità a destra. Sosta su terrazza alla base di una larga ma breve fessura obliqua.
- L10, 5c poi più facile – Salire in Dülfer la larga fessura (friend n°4) ribaltandosi su dei blocchi all’apparenza appoggiati ma invece nel complesso stabili (usare comunque cautela). Proseguire quindi su terreno articolato per fessure e spaccature fino alla terrazza sotto al salto finale. Sosta in alto a destra.
- L11, 6a+ – A questo punto la via nella versione 2022 esce nell’evidentissimo ed estetico diedro sopra la sosta, riprendendo l’ultima lunghezza originale del “Problema Irrisolto” (non seguita nel restyling 2018). Salire la lama sbilanciante sopra e a destra della sosta su roccia rossastra (spit-fix al suo termine), quindi seguire il diedro con larga fessura (vecchio friend con fettuccia bianca incastrato al suo inizio) fin contro al tetto, dove muore. Traversare a destra alla base di una bella fessura (spit-fix alla base), con un passo atletico ribaltarsi sul bordo dello strapiombo e seguirla con movimenti ad incastro (friend 0,75). Con difficoltà decrescenti pervenire in sosta, piegando a sinistra. Tiro bellissimo e molto estetico. Fondamentale allungare molto e bene le protezioni nel diedro e prima del traverso sotto al tetto, prevedere friend di diverse misure.
Salire sopra la S11 e traversare facilmente a destra su una traccia di sentiero per circa 25m orizzontali fino a una placca di roccia su cui si trova una spit-fix artigianale con piastrina di colore rosso. Da questa ci si può abbassare o a destra (faccia a valle) verso la sosta del “Problema Irrisolto vs. 2018” oppure a sinistra verso quella di “Parassiti Sociali vs. 2018”. Quest’ultima soluzione risulta preferibile in quanto si fanno meno calate e sono più veloci.
Si descrivono comunque entrambe.
Discesa da “Problema Irrisolto vs. 2018”:
- Doppia 1 dalla S8 del Problema alla S7 della medesima via.
- Doppia 2 da S7 a S5.
- Doppia 3 da S5 dritti fino alla doppia di “Ultimo Imperatore”, sotto alla cengia rocciosa della S4 bis.
- Doppie 4-5-6-7 su “Ultimo Imperatore”. Si arriva poco sopra l’attacco della via.
Discesa da “Parassiti Sociali vs. 2018”:
- Doppia 1 dalla S11 di Parassiti alla S9 della medesima via: si scende con una lunga doppia nel vuoto fino sulla sottostante crestina di blocchi frammisti a rododendri. Stare sul suo filo (non scendere verso destra faccia a monte) mirando a una larga piattaforma rocciosa con due evidenti, e visibili dall’alto, macchie di colore chiaro. Attenzione alla lunghezza delle corde.
- Doppia 2, da S9 a S7. Si scende, sempre faccia a monte, verso destra prima superando il risalto dove corre il tiro, poi una serie di blocchi e infine infilandosi nell’ampio diedro dove passa la via. Si arriva a una comoda cengia erbosa con alcuni alberelli. La sosta si trova a sinistra (faccia a monte).
- Doppia 3, dritti sulla placca fino alla doppia di “Aqualung” posizionata sotto un piccolo tetto (sosta non visibile dall’alto).
- Doppia 4, scendere dritti sulla placca fino a una sosta posizionata su un terrazzino alla fine di un diedro strapiombante. Se si hanno corde da 60m è possibile saltare questa sosta e scendere alla sottostante posizionata su una cengia erbosa: in tal caso porre attenzione alla lunghezza delle corde.
- Doppia 5, a terra. Si arriva poco sopra l’attacco della via.
Scala proteggibilità; grado max e obbl: I/RS2 ; 6a+ max (6c nel caso si voglia seguire la “Variante della Clessidra”) – 5c obbl
Materiale in posto: 53 spit-fix comprese le soste, 3 chiodi, 2 friend incastrati
Materiale occorrente: 10 rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°4, un paio di TCU, eventualmente qualche nut. Per chi si vuole proteggere molto si consiglia di raddoppiare qualche misura media dei friend. Corde 60 m.
Il 23/07/2004 M. Blatto e R. Rivelli sistemarono i primi 4 tiri (spit marca “Faders”) e aprirono la “Variante della Clessidra” al quarto tiro.
Nel luglio 2011 sempre M. Blatto con S. Fedrigo realizzò la “Variante d’attacco” al primo tiro.
Richiodatura 2022: L. Brunati, V. Cimolin, L. Enrico, M. Enrico, S. Olivetti il 05-14-16/08/2022.
- Bibliografia:
-
AA.VV. "Val Grande in Verticale" Idea Montagna.
G.C. Grassi "Sogno di Sea"