
Dal piazzale di fronte al cimitero, risalire il breve tratto di strada fino al 1° tornante, dove si segue l’indicazione “Sentiero del Gallo Forcello”, poco oltre si attraversa una pista sterrata di recente costruzione, risalire nel bosco, si passa la casa Mont, si supera il rio e si incrocia il “Il Sentiero Natura” con segnaletica Vaudanza-Cascate, si percorre un breve tratto verso le cascate, poi si svolta a sinistra e si sale abbastanza in verticale su traccia un po’ nascosta dall’erba e seguendo i segni sugli alberi si raggiunge la ex sterrata degli impianti; ex perché dopo anni di inutilizzo, ormai la bassa vegetazione si è riappropriata del territorio. Piegando a destra si passano i tralicci dell’impianto sciistico e andando un po’ a vista si raggiungono le baite Giasvere e la successiva baita Torretta (Osservatorio faunistico), m. 1634, svoltare a destra su “Ponticello della Bianca”, seguire le tacche bianco-rosse del sentiero n° 6 che si inerpica su un costone alberato poi piega a destra, scavalca il costone ed in leggera discesa raggiunge la baita dell’Alpe Gui, m. 1806. Seguire il sentiero che va ad attraversare il piccolo rio e risale il lato opposto verso una piccola insellatura, raggiuntola piega un po’ a sinistra e risale un tratto la dorsale, poi piega a destra si abbassa di qualche metro e raggiunge il ciglio del dirupo; ora il percorso taglia trasversalmente la fascia dirupata, denominato il “Buco dell’Inferno”, con percorso a saliscendi, prosegue trasversalmente su pendio misto e giunge alle piccole rocce affioranti del pianoro posto alla base del canale che sale al Bocchetto del Pas del Fej. Abbandonare il sentiero e risalire il fondo del canale erboso pietroso puntando al centro della piccola barriera rocciosa, piegare poi a destra risalendo un canalino un po’ umido che supera facilmente l’ostacolo raggiungendo la conca superiore che si risale al centro fino a raggiungere la sommità del Bocchetto del Pas del Fej. Risalire ora la breve cresta di erba e facili affioramenti rocciosi che richiedono, in alcuni punti, l’utilizzo delle mani. Raggiunto l’ometto di vetta, scendere ad est alla piccola depressione, risalire brevemente il tondo dosso ed iniziare a ridiscendere individuando sulla destra un canale pendio, di erba e rododendri, abbastanza ripido, ed andando a vista si raggiungono i ruderi dell’Alpe Palit, m. 1975 m, si continua a scendere nei prati a valle delle baite ed un po’ a sinistra si raggiunge un altro rudere, poco sotto segni di antiche vasche per abbeverare i bovini ed a sinistra si individua una traccia della vecchia mulattiera, che poco oltre la vicina piccola costa inizia a scendere con una serpentina e raggiunge un spallone dove verso la sua estremità a destra si ritrova traccia che scende alla visibile baita Granairolo ed il Cubo. Dalla baita si va verso ovest su vaga traccia, si attraversa il piccolo rio, si piega a sinistra e si scende fra la bassa vegetazione, in vista delle sottostanti Alpi Mionda, si individua la traccia che va ora decisa verso destra, poi con alcune giravolte raggiunge il pianoro erboso sottostante. Si svolta a sinistra si raggiunge il rio (ometti), si supera il rio e si inizia un traverso in leggera salita, si supera un secondo piccolo rio e si inizia un traverso fra grandi macchie di rododendri e si raggiungono le Alpi Piera. Seguire un tratto della sterrata, poi piegare a destra su traccie di animali che con un traverso in leggera discesa raggiungono la sterrata nel tornante presso l’Alpe del Becco; in parte su sterrata e con qualche taglio fra vegetazione ormai molto invadente si raggiunge la stazione di partenza degli impianti, dove nel piazzale a sinistra in fondo parte il Sentiero Natura che va ad incrociare il sentiero fatto in salita chiudendo il percorso ad anello.
- Cartografia:
- Mu Edizioni - Carta della Valchiusella
- Bibliografia:
- CAI-TCI Emilius Rosa dei Banchi
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