La prima parte si svolge su sentieri segnalati, anche dal colle dell’Urina appena si supera il canalino si troveranno ometti e tacche di vernice fucsia fino alla cima, la discesa al colletto del Palavas è segnalata solo da qualche ometto.
Se si vuol compiere l'anello è consigliabile salire dal Colle dell'Urina e scendere dal Colletto del Palavas, a patto di avere buona visibilità (zona soggetta a nebbia nei periodi più caldi).
Parcheggio di Villanova a pagamento da aprile a ottobre.
Parcheggio a pagamento 3 euro (anno 2023).
Con auto alte, è possibile raggiungere la Conca del Prà pagando 10 euro, ma l'accesso è contingentato ad un limite di auto.
Da Villanova si passa all’interno del vicolo fra le case, seguendo le indicazioni per il Rifugio Jerviis; si supera una fontana poi la strada diventa sterrata, ignorare una prima deviazione a sx proseguire fino a incontrare una successiva deviazione sempre a sx sotto una bella baita (cartelli) si supera un ponte di legno e si prosegue su mulattiera fino a innestarsi sulla strada sterrata che conduce alla Conca del Prà.
Seguire la strada sterrata e in alcuni tratti sfruttare il sentiero che taglia via i tornanti fino a raggiungere la comba del Prà e la sua bellissima conca. Poco prima del rifugio Jervis prendere a dx (cartello) una strada sterrata per il colle dell’Urina che sale in direzione di due casette nascoste fra i pini e poi diventa sentiero.
Sempre seguendo il sentiero si toccano i ruderi delle Grange del del Pis che si lasciano a destra, per salire lungo la dorsale boscosa sino a raggiungere i ruderi delle Barricate (casermetta). Il sentiero ora scendendo qualche metro a destra entra nel vallone dell’Urina che si percorre sulla bordo sinistro, dapprima per prati (pascoli nel periodo estivo) poi per zone caratterizzate da colate detritiche dove il sentiero per un tratto diventa più sdrucciolevole, quindi si raggiunge la sorgente del Fontanone che sgorga da sotto la pietraia che proviene dal Monte Palavas ora ben visibile di fronte. A sinistra si individua una traccia (scritta di vernice su un masso e poi segnavia fucsia sulle pietre) che porta nella valletta per il Colletto del Palavas e al Bivacco Salvasera, da qui si tornerà scegliendo di compiere l’anello.
Si prosegue a destra della sorgente, raggiungendo rapidamente il Colle dell’Urina 2525 m. Pochi metri prima del colle, lato italiano si stacca a sinistra una traccia che sarà quella di salita al Monte Palavas. Si hanno subito due possibilità:
- 1. seguire questa traccia in verticale puntando al canalino di detriti caratterizzato da un grosso masso al centro, lo si risale faticosamente (sconsigliabile con terreno umido o gelato) tendenzialmente a sinistra, aggirando il masso sulla sinistra tramite un terrazzino roccioso (breve passaggio aereo). Dopodichè il terreno diventa ricoperto di pietrame di medie dimensioni e non molto stabile, seguendo gli ometti si supera un tratto più ripido che porta ad una zona dove finalmente il terreno diventa più agevole.
- 2. anzichè entrare nel canalino, proseguire in diagonale a sinistra raggiungendo una zona di affioramenti erbosi e pietrame, si sale la china senza percorso obbligato puntando alla mole della cima, raggiungendo la pietraia all’uscita del canalino della variante 1
Da qui in poi i numerosi segnavia di color fucsia condurranno fino in cima. Dapprima su terreno detritico, poi su pietraia di grosse dimensioni ma stabile, quindi spostandosi a destra si arriva al crestone nord del Palavas. Lo si segue finchè la cresta diventa rocciosa, quindi si aggirano gli ostacoli a destra (nord, possibile trovare neve o ghiaccio nel tardo autunno) salendo fra le roccette per facili canalini e terrazzini (ci si aiuta con le mani talvolta), quindi si traversa a destra su un breve terrazzino un po’ aereo entrando nel vasto pendio nord-ovest della montagna. Qui per pietraia si raggiunge rapidamente la pianeggiante cresta sovrastante ormai a pochi metri dalla croce di vetta.
Per la discesa volendo compiere la traversata al colletto del Palavas si scende dalla croce in direzione sud, seguendo gli ometti, entrando nello scosceso versante sud-est della montagna. Ci si deve subito portare sulla cresta SE dove numerosi ometti e una buona traccia rendono meno problematica la discesa. Non farsi tentare da tracce e pochi ometti che proseguono al centro del pendio perchè ci si ritrova su terrazzi rocciosi piuttosto infidi. Si segue il crestone finchè non si ha di fronte un salto, qui si scende a sinistra entrando in un canalino di terriccio e sfasciumi; non ci sono percorsi obbligati, il consiglio è comunque di restare il più possibile sotto le propaggini dei torrioni dove il terreno è più stabile. Scesi poi verso la fine del pendio si può o continuare in discesa per poi attraversare l’immane pietraia che precede un bel ripiano erboso (soluzione più breve ma che richiede faticoso attraversamento della pietraia) oppure continuare a contornare i torrioni alla base, e con breve risalita si arriva al colletto del Palavas 2597 m. Da qui una buona traccia riporta al Fontanone.
Naturalmente si può salire anche da qui e fare l’anello al contrario. Attenzione che con neve le difficoltà sono diverse perchè i pendii sono piuttosto ripidi e richiedono l’uso di piccozza e ramponi.
Da qui si percorre il sentiero dell’andata fino alla risalita delle Barricate, dove prima di iniziarla si stacca un sentiero a destra che attraversa il rio e risale ripidamente la sponda opposta del costone erboso. Questo sentiero portteà all’Alpe Crosenna nel Vallone di Malaura, richiede un dislivello aggiuntivo di circa 100 m (tre risalite) ma permette di compiere un bell’anello a “8”. Terminate le risalite il sentiero prosegue a mezzacosta in piano e poi in discesa sino a raggiungere l’alpe Crosenna (rifugio) da cui tramite il bel sentiero Gta 228 si scende fino ad incontrare la carrareccia del Pra. Occorrerà seguirla in discesa quasi integralmente, sino ad un cartello che indicherà Villanova a 5′, scorciatoia nel bosco.
- Bibliografia:
- Guida “grigia”Eugenio FerreriAlpi Cozie CentraliTouring Club Italiano+C.A.I.