Percorso bellissimo che come una balconata in quota si affaccia sulla sottostante Val Sangonetto, dalla lontana pianura a sinistra fino al Col del Vento a destra. Di fronte la catena che va dai Picchi del Pagliaio ai più lontani Rocciavrè, Cristalliera e Villano. Dalla Punta dell’ Orso invece un' altra magnifica balconata permette di spaziare su tutta la Val di Susa, dalla pianura presso Torino a destra fino al Rocciamelone e al Colle del Moncenisio.
La punta dell’Orso è quotata ma senza nome su molte carte.
Appena superato il tornante, subito dopo il cartello del parco, imboccare il sentiero a sinistra a mezza costa, ben segnalato col n° 446 e seguire le indicazioni Colle Bè Mulè. Dopo una mezz’ora, in corrispondenza di un grosso sperone a quota 1280 m, ad un bivio seguire il sentiero a destra in salita, fino ad arrivare al Colle a quota 1667 m uscendo dal fitto bosco di castagni e faggi.
A fianco della bacheca del Parco, sulla sinistra, imboccare l’ evidente sentiero che sale rapidamente in quota e porta ad un bellissimo traverso pianeggiante sulla sottostante Val Sangone. Alla fine del traverso si valica un colletto a destra che si affaccia sulla grande spianata di Pian dell’ Orso1862 m, con la ben tenuta chiesa-rifugio all’ estremità opposta.
A destra parte sulla dorsale una esile traccia che porta fra le roccette alla punta dell’’Orso, contraddistinta da un grande ometto e da una piccola croce artigianale.
Per la discesa vi sono due opzioni oltre al ritorno dal sentiero di salita.
Ritorno sullo stesso percorso fino al Colle Bè Mulè su cui si continua restando in quota, imboccandolo proprio di fianco all’ arrivo del sentiero di salita, segnalato da una palina posta sopra una grande roccia. Da qui nessuna incertezza fino al Col Bione.
L’ ultimo tratto di sentiero che riporta al posteggio si imbocca partendo dalla cappella di Col Bione nella stessa direzione di arrivo, ma stando bassi, all’ estremità del prato con i tavoli si troverà una palina che indica la borgata Merlo. Dopo un lungo traverso ingannevole che pare riportare in quota si scende rapidamente attraverso due piccoli borghi abbandonati (attenzione in questo tratto, scivolosissimo per foglie secche o gelo) fino ad una strada poderale in disuso da percorrere a destra. Seguirla fino ad arrivare alla strada asfaltata che dopo un paio di tornanti in discesa riporta alla vettura.
Altra opzione, arrivati al colle Bè Mulè piegare sul sentiero che scende a destra nella faggeta. Il sentiero, senza numero, è però stato segnato di recente, e scende con numerosi tornanti piegando verso ovest per ricongiungersi poi con il sentiero n° 420 proveniente dal Colle del Vento. Non resta che seguirlo su pendenze moderate, incontrando in uno spiazzo a sinistra una parete rocciosa con il curioso Roc del Gias, enorme roccia che si è staccata dalla parete a causa di un antico terremoto, e pare in bilico.
Si attraversano poi le borgate abbandonate di Sisi e Dogheria. Quest’ultima interdetta (situazione al 17/2/2023) al passaggio per i numerosi crolli delle baite (si passa un po’ sopra). Dopo un ultimo tratto pianeggiante si chiude l’anello a Tonda .
- Cartografia:
- Fraternali n. 6 - 1/25000