
Breve, perché il percorso dopo pochi minuti di avvicinamento, si sviluppa lungo poco meno di 300 metri di cavo metallicco, con una interessante variante, da percorrersi avanti e indietro che porta all’ interno di una grotta, dove diverse visite e ricerche archeologiche ne confermano la frequentazione in epoca preistorica. Dalla sommità, un insignificante cocuzzolo, interessante solamente quale punto panoramico, un veloce sentiero riporta nell’ alveo del torrente Prebec, da dove tramite un altrettanto veloce sentiero si ritorna al punto di partenza.
Intenso, perché anche se breve e quasi totalmente in traverso, il percorso presenta diversi tratti strapiombanti da non sottovalutare ed un ponte abbastanza aereo.
Piacevole, perché in un breve lasso di tempo si attraversano ambienti fortemente diversi l’ uno dall’ altro, ma tutti ugualmente belli.
Dapprima un buon camminamento tra la vegetazione con alcuni guadi, conduce nella zona più ristretta della gola, da dove inizia la Via Ferrata, qui ci troviamo racchiusi tra due immense pareti di marmo bianco, tenero e molto strapiombante, alte circa un ottantina di metri e poca distanza tra loro, a volte meno di 10 metri.
Qui l’ itinerario si snoda con abile percorso, costantemente in traversata, dapprima sul fianco sinistro, e poi su quello destro (nel senso di marcia) con molti gradini per superare agevolmente le lisce pance delle rocce dell’ Orrido.
Fuoriusciti dalla gola si approda in una vasta conca ricca di vegetazione, dove per via di un microclima particolare cresce naturalmente la pianta di Leccio, una quercia più tipica delle coste, che delle vallate alpine. Da qui l’ itinerario diventa semplice, dapprima il sentiero costeggia brevemente un laghetto che si forma, soprattutto in primavera, a monte della briglia in cemento armato, poi con percorso in ripida salita si giunge alla sommità della Via Ferrata, su di un bellissimo balcone naturale, da dove la vista nelle gole si fa impressionante.
Da qui, in prossimità di una bacheca del Parco, parte il sentiero che conduce nella gola dell’ Orrido, seguirlo tra la vegetazione, passando sotto un caratteristico arco naturale e guadando alcune volte il torrente, fino a giungere al pannello informativo della Via Ferrata. Poco oltre troviamo un mini percorso didattico, attrezzato al fine di dimostrare le manovre corrette, ai neofiti ed ai più piccoli. Girato lo spigolo, dove la gola cambia bruscamente direzione, inizia il percorso attrezzato.
Dapprima una facile cengia che poi con finale strapiombante a poche decine di centimetri sopra l’ acqua conduce in una piccola grotta, da dove se ne esce con un breve passaggio in strapiombo, una caratteristica cengia ed una traversata conducono al ponte tibetano. Attraversato il quale si giunge al bivio della Grotta dell’ Orrido, un breve percorso porta all’ interno di questo affratto naturale, dove sono state rinvenute testimonianze preistoriche. Oltrepassato il ponte la traversata si fa sempre più atletica e faticosa, a conseguenza del leggero strapiombo che caratterizza le pareti dell’ Orrido. Al centro ed alla fine della “ Traversata bassa ” ci sono due brevissime discese attrezzate che consentono di interrompere la scalata e di sostare vicino al greto del torrente. Dopo di chè, la Via riprende con un muro leggermente strapiombante di una quindicina di metri, per poi continuare lungo la “ Traversata Alta “ ancor più atletica che la precedente. Si giunge quindi a monte della briglia più alta dove in primavera si forma un bellissimo laghetto, da qui il percorso diventa molto meno impegnativo, un sentierino prima e poi una ripida salita conducono su di bellissimo balcone naturale, punto sommitale della Via.
Discesa : dalla sommità seguire il sentiero che con paio di svolte riconduce nel greto del torrente Prebec, si esce dalla conca lungo la nuova strada in leggera salita, giunti al primo tornante la si abbandona per seguire il sentiero che costeggiando un punto panoramico riconduce nel paese poco lontano dal luogo di partenza.
- Cartografia:
- IGC 1:50000 num 2 valli di lanzo e moncenisio
- Bibliografia:
- www.altox.it
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