Il dislivello tiene conto delle discese e risalite del sentiero nel primo tratto di accesso al rifugio.
Primo giorno: Dalla diga bisogna seguire lo sterrato che costaggia il lago artificiale, poco dopo si imbocca a sinistra il sentiero numero 8, incicazioni con bolli gialli.Con alternanza di salite e discese si raggiunge dopo 4 o 5 Km la Comba d’Oren, in corrispondenza della quale il sentiero piega a sinistra ed inizia a salire in modo piu’ deciso.
A questo punto ci si trova a circa 2200m, e poco dopo si incontrano degli alpeggi e si attraversa un bel ponte in legno. A circa 2400m l’erba comincia a sparire, ed il cammino viene sbarrato dall’imponente morena di un ghiacciaio, che costringe ad uno stretto passaggio sulla destra, in prossimita’ del torrente. Superato il passaggio si entra in un’ampia piana glaciale dalla quale si cominciano a vedere le montagne che chiudono il vallone.
Dalla piana si sale a destra con ripido percorso costeggiando il torrente, superando alcuni tratti attrezzati con catene (non indispensabili). Guadagnati in questo modo circa 200m si sbuca su un pianoro dal quale e’ visibile il rifugio ormai vicino. Gli ultimi 200m vengono percorsi su resti di nevai e sfasciumi, che portano dapprima al vecchio rifugio Col Collon (ora adibito a locale invernale) ed infine, dopo due minuti, al rifugio Nacamuli (2818m – 3/4 ore).
Secondo giorno: la condizione dell’itinerario dipende ovviamente dalla stagione e dalla quantita’ di neve presente, comunque se la neve non e’ troppa si puo’ seguire il percorso segnalato da bolli gialli che dal rifugio porta al Col Collon (3114m).
Dal colle si attraversa il torrente e ci si dirige verso est, curvando a sinistra appena possibile per portarsi sul pendio del ghiacciaio del Mont Collon. Si sale il pendio e ci si dirige verso una rampa che risale verso sinistra, posta più o meno nel mezzo del pendio stesso. Talvolta il passaggi sulla rampa puo’ essere ghiacciato, attenzione ai crepacci nelle zone di variazione della pendenza.
Superata la rampa si continua a dirigersi in diagonale verso sinistra, ormai in vista della Becca d’Oren Est, che si presenta come un’elegante piramide interamente nevosa.
Attraversare il colle dell’Eveque e raggiungere ill pendio finale. Il pendio (stimato ad occhio al massimo di 45 gradi) non e’ difficile. Conviene salirlo verticalmente raggiungendo la cresta dove questa diventa meno ripida. Una volta in cresta, espota ma di moderata pendenza, ancora pochi metri e la vetta e’ raggiunta (circa 3/4 ore).
Vedi anche
http://www.itsportmontagna.it/Itinerari/gita_dettaglio.asp?ID=355
- Cartografia:
- Valpelline Carta dei sentieri 6 - 1:25.000 - L'escursionista editore
- Bibliografia:
- Guida Monti d'Italia - Alpi Pennine vol. II -