OPZ.1: Percorrerla in auto (attenzione: a tratti dissestata!) per 500 metri giungendo ad un ampio spiazzo sulla sx, dove comodamente si parcheggia. Ridiscendere la forestale per circa un centinaio di metri fino al primo grande masso che si incontra sul ciglio della strada a dx(ometto sopra): in corrispondenza di questo parte una marcata traccia che risale il pendio. Seguirla (ometti) portandosi al cospetto
dell’evidente rampa di roccia scura dove sale la via “Diedro Stefani-Toldo”.
Poco prima del canalino d’accesso a quest’ultima, prendere la traccia verso sx (tabella con nome) che costeggia la prima fascia rocciosa fino al suo termine, risalire quindi lo zoccolo erboso per rocce rotte (corda fissa) giungendo al suo apice, dove ora appare evidente lo spigolo.
Portarsi quindi comodamente alla base di quest’ ultimo tramite una timida traccia che risale il pendio d’erba. (35min dall’auto)
OPZ. 2: Parcheggiare nello spiazzo adiacente all’edificio dell’acquedotto, quindi risalire la strada forestale per 400m fino ad incontrare la sopracitata traccia. (50min dall’auto)
Ottima lungo la linea di salita, fare attenzione solo ai grossi massi incastrati tra la fine della seconda lunghezza e l’inizio della terza. Seppur di breve sviluppo e bassa difficoltà e’ da considerarsi comunque un’itinerario alpinistico. Chiodi e prot. naturali/R1
Ricca possibilità di integrare ulteriormente con friends
L1: Dal chiodo sulla cengia erbosa ai piedi della parete salire le compatte placche fino all’evidente prima sosta alla base di un diedrino fessurato (5 chiodi oltre a quelli di sosta, un cuneo di legno, sosta su 2chiodi, 30m, IV+)
L2: Salire il bel diedrino fessurato continuando poi per rocce gradinate fino alla base dell’evidente gran diedro con masso incastrato. Sosta su pulpito all’estrema sinistra. (3 chiodi oltre a quelli di sosta, 1 cordone su clessidra, sosta su chiodo e cordone, 25m, IV)
L3: Evitare il Diedro (roccia precaria) e salire la breve placca rocciosa alla sua dx rimontando sul filo dello spigolo. Continuare seguendo la verticale per placche appoggiate fino alla comoda sosta all’inizio della cresta finale. (4 chiodi, 1 cordone su clessidra, sosta su 2 fix, Libro Di Via, 30m, IV-)
L4: Seguire con facile arrampicata la cresta di rocce rotte fino al suo termine. (sosta su dix e chiodo, 25m, II+)
DISCESA:
Seguire la timida traccia (ometti) che porta verso destra raggiungendo l’evidente canalone di discesa (passi di II grado, possibile doppia di 60m su grande faggio attrezzato). Discenderlo fino ad incontrare un risalto roccioso che sbarra il passaggio, deviare quindi a dx per pochi metri sotto roccia (ometti) obliquando ed abbassandosi ulteriormente sempre tenendo la dx per traccia evidente che in breve porta al canalino d’accesso della via “Diedro Stefani-Tol-do” (corda fissa), scenderlo e collegarsi con il sentiero di salita. (40 min all’auto).