La traversata più classica si compie salendo la Arbengrat con discesa alla Rothornhutte lungo la cresta ENE, ma anche il percorso inverso è assai consigliabile per la varietà del terreno e gli splendidi panorami. In questo modo la salita, attenendosi al corretto percorso, richiede tra le 4 e le 5 ore mentre la discesa non è banale e richiede una buona abitutudine a disarrampicare in conserva. Per restare in tempi ragionevoli (3-4 ore fino al bivacco) bisogna ridurre al minimo il ricorso alle calate in doppia.
Dalla Rothornhutte facile percorso con ampio semicerchio lungo il Triftgletscher fino alla spalla nevosa 3640 ( 1 e 1/2 dal rifugio).
Da qui inizia la salita alla Wellenkuppe che è bene non sbagliare per non rischiare di portarsi troppo a sinistra nel versante Est dove la roccia è molto instabile e pericolosa. Bisogna costeggiare a sx il primo risalto roccioso poco sopra la spalla, salire obliquamente a sinistra su facili gradini per circa 50 metri, fino a trovarsi in un piccolo anfiteatro poco sotto la cresta: salire a destra un breve camino-fessura che porta ad una spalla della cresta, segnata in questo punto da un fittone di assicurazione non visibile dal basso (passaggio detto Kanzell).
Di qui in poi la salita alla Wellenkuppe segue un logico percorso di cresta, con qualche aggiramento a sinistra, fino ad un ultimo tratto di arrampicata ( 3°) su buona roccia.
Rimessi i ramponi si raggiunge il bel cupolone della Wellenkuppe da cui appare, magnifico, il restante percorso.
Si scende su neve alla base del Gran Gendarme, che si scala con un certo sforzo di bicipiti, grazie a grossi cordoni, che consentono di superare placche consunte dai tanti passaggi. Si traversa 10 metri sotto la cima e si disarrampica per qualche metro un ripido gradino ben appigliato.(3h e 1/2 dal rifugio).
Si sale infine la famosa, estetica, cresta all’inizio nevosa poi su buona roccia con qualche passaggio interessante ( breve Dulfer di 4°).
In cima si dovrebbe arrivare in 4-5 ore e c’è il tempo per ammirare il grandioso panorama facendosi uno spuntino.
La discesa richiede concentrazione:
con una corda da 60 metri si fanno due doppie poco sotto la cima da un camino sul versante W.Si riprende il filo di cresta poi altre due doppie su placche ripide. Due doppie sul Gran Gendarme.
Si aggira il Piccolo Gendarme a sinistra su placche ben appigliate, poi si disarrampica sempre sul filo o un pò sul versante W fino al famoso intaglio,da non mancare, per abbandonare la cresta. Difficile mancarlo in quanto segnalato da grosso ometto, bastone, masso di 1 metro cubo che punta verso la vetta, roccia di colore verde e vari, sgradevoli segni di passaggio umano. Si segue la cengia terrosa del versante sud (ometti) e si disarrampica ancora a lungo, con attenzione e prudenza, lungo la sponda destra del canale, fino all’altezza di una cengia detritica ben visibile dall’alto che porta a sinistra verso un evidente spuntone.
Da questo punto il percorso è facile, ben segnato da ometti, ed il bivacco è finalmente in vista!
- Bibliografia:
- Biner: Guide du Valais Ed: CAS