Tra le vie normali delle 4 montagne della Corona Imperiale, questa è sicuramente la più impegnativa, indipendentemente se scesa per la stessa via di salita o per la Rothorn hutte.
A questo punto punto abbandonare il sentiero per il Schonbielhutte e prendere la deviazione per "Arben Biwak". Il sentiero con lunghe svolte si addentra nella stretta valle ai piedi dell'Obergabelhorn, fino a toccare la base della morena in centro valle per per poi attraversarla sul suo filo fino al suo termine. Ora seguire i vari ometti di pietre fino alla base dello zoccolo roccioso su cui è posto il bivacco. Lo zoccolo si supera con una corta ma impegnativa ferrata.
Bivacco con 15 posti letto. Dotato di luce e tre fornelli con gas. 20 euro da mettere nella cassettina per i soci CAI/CAS.
Da bivacco seguire le vaghe tracce indicate da vari ometti verso nord, superando varie balze rocciose e pendii di sfasciumi. Superare un paio di nevai seguendo sempre e fedelmente alcuni grossi ometti e spostandosi verso la parete centrale della montagna (destra salendo). Ora attaccare una rampa rocciosa che porta ad una cengia che (sinistra salendo) sale verso ovest in diagonale fino all’imbocco del lungo canalone adducente alla cresta sommitale. Il canalone va preferibilmente salito lungo le solide rocce sul lato sinistro (passaggi di I/II).
Raggiunto lo sbocco del canale, si è in cresta 3780m (1,30/2 ore dal bivacco). Da qui seguire l’evidente filo roccioso, evitando il pericoloso lato ovest spesso innevato o ghiacciato.
Si superano vari salti di ottima roccia (II/II+) con un alternarsi di tratti poco inclinati a tratti più verticali (brevi tratti di III). Nei tratti più impegnativi sono presenti alcuni cordini per assicurarsi.
A metà cresta si incontra un primo piccolo gendarme rossastro che si evita attraversando con delicato passaggio il suo lato sud (III); fino ad una zona pianeggiante alla base del secondo e ben più impressionante gran gendarme (tratto chiave).
Vi sono due possibilità: salirlo direttamente sul suo filo di cresta (IV) oppure spostarsi perdendo pochi metri di quota verso ovest, su scaglie e sfasciumi (difficoltà di assicurazione), fino alla base di un lungo spigolo inclinato. Salire lo spigolo (III/III+) alto una trentina di metri (vi sono un paio di anelli a metà per assicurarsi) fino al suo termine dove con passaggio un pò atletico (spesso ghiacciato IV-) si è in cima al gran gendarme (sosta).
Ora la cima è ben visibile. Ma per raggiungerla bisogna ancora seguire alcuni tratti di cresta inclinata (II/II+) per poi traversare verso sinistra sotto la torre sommitale e poi di nuovo a destra lungo uno sperone fino alla vetta (III sosta). Per la vetta vera è propria, continuare per una ventina di metri pianeggianti verso est fino ad affacciarsi sulla valle di Zermatt (dalle 3 alle 4 ore dal colle).
Discesa: abbastanza laboriosa e solitamente evitata scendendo per la cresta NO della Wellenkuppe. Va seguito a ritroso tutto il percorso di salita, con la differenza che dalla cima del gran gendarme, ci si può calare direttamente lungo il filo di cresta. In questo caso occorre unire due corde di almeno 50 metri l’una. Per tutto il resto della discesa si può scegliere se disarrampicare nei tratti più facili o calarsi in quelli più ripidi. Non sono presenti ne spit ne anelli cementati. E le calate sono tutte su soste con cordini da verificare o da inventre al momento. Tra l’altro vista la conformazione della cresta, le calate portano sul versante ovest e non sul percorso di salita.
Raggiunto il canalone, si consiglia di disarrampicare tenendo la destra (salendo) ed evitare il centro canale molto franoso. Ci sono anche 3 soste per calata non facilmente visibili in discesa. I tempi di discesa possono variare a seconda di quanto e come si usa la corda (dalle 5 alle 8 mediamente).
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