Nonostante l’ampiezza dei pendii di salita, il casco può tornare utile vista la natura del terreno e considerato che non si passa lontani da pareti imponenti.
Data l’esposizione ovest sud-ovest del lungo canale di salita, a inizio stagione occorrono piccozza e ramponi, e la difficoltà della gita diventa decisamente alpinistica (600 m a 35° e 100 a 40°, valutabile PD-).
Non vi sono punti di appoggio intermedi se non il grazioso Bivacco Renato Montaldo in cima, spartano ma accogliente (4 posti). Non ci sono sorgenti d'acqua, se non a inizio stagione per nevai residui.
La difficoltà EE/F è data dalla natura del terreno più che da reali difficoltà alpinistiche.
Dal parcheggio si prosegue lungo la strada che attraversa il caratteristico villaggio di Fouillouse e lo si lascia alle spalle. Inizialmente l’andamento è pianeggiante, poi si entra in un lariceto e la strada prende quota, con possibilità di scorciatoie nel bosco. Si seguono le indicazioni per il Col du Vallonet, mantenendosi sempre sulla sinistra del corso del torrente. Il lariceto finisce e si giunge su un pianoro erboso dove si trovano i resti del forte de Plate Lombarde.
Si prosegue a sinistra, sul sentiero per il Pas de la Couletta, che compie un traverso a mezza costa sui pendii erbosi esposti a sud, in direzione proprio del Buc de Nubiera.
Quando il sentiero piega a sinistra nel vallone laterale (sul lato opposto c’è il col du Vallonet) ci si innalza seguendolo ancora fino a circa quota 2400 m, quando a vista lo si abbadona per a destra dirigersi in direzione del conoide del canale di salita per il Buc de Nubiera. Il canale è facilmente riconoscibile peril netto solco di un torrente al centro, a destra è chiuso da una cresta che poi culmina in una enorme parete verticale, a sinistra invece una cresta più fratagliata con guglie ed un evidente pinnacolo. La conferma della correttezza del percorso è data da una scritta su una enorme pietra “Le Massour” vernice arancione. Oltre alcune frecce sempre arancioni indicano la via migliore per imboccare il canale. Questo canale è diviso sostanzialmente in tre parti, che formano una S, per cui non si vede interamente il percorso che può apparire sbarrato da pareti rocciose se visto da sotto.
Si sale per una evidente traccia sulla sinistra, risalendo con percorso ripido ma agevole su erba e terriccio, per circa 200 m di dislivello fino ad un primo ripiano.
La pietraia diventa più grossa, si continua sul lembo sinistro solcato da una traccia di sentiero e molti ometti (non ci sono più segni di vernice). Si passa sotto una parete verticale con il torrione che si vedeva dal basso, e poi gli spazi si allargano, di fronte appare una bastionanata di rocce che sorregge la pietraia superiore. Si passa agevolmente a sinistra (non farsi ingannare da una traccia usata per la discesa nella zona ghiaiosa) tenendosi contro le roccette che conviene risalire giugnendo ad un ampio terrazzo molto panoramico sul vicino Brec de Chambeyron.
A questo punto ci si mantiene sul lembo sinistro della morena, piegando nettamente a destra per passare al di sopra delle pareti rocciose che prima si erano dovute aggirare, compiendo un traverso in leggera salita, districandosi tra i grossi blocchi (ometti) per raggiungere la base della seconda parte del canale che adduce in cima.
Quando il terreno diventa pietraia più fine si riprende a salire, seguendo una traccia di sentiero piuttosto evidente, faticosa per la pendenza ma abbastanza stabile. La traccia si insinua nel canalino più ripido, man mano che si sale la pendenza aumenta fino ai 40°; è possibile sia risalirlo interamente, con un breve tratto di 50 m un po’ ostico perché franoso ma non pericoloso, oppure puntare ai due grossi ometti posti sulla cresta di destra; quello più in basso lo si raggiunge percorrendo una breve cengia; quello più in alto traversando su una zona di pietraia di medie dimensioni. Si percorre la cresta di placche ricoperte da detriti ricongiungendosi alla traccia che proviene dal canale.
A questo punto la pendenza si abbatte ed appare la croce di vetta e il piccolo bivacco Montaldo.
Raggiunta una spalla panoramica che si affaccia sulla val Maira, si devia a sinistra per evidenti tracce tra i detriti, e in traverso ascendente sempre sul versante francese, si giunge in cima.
Discesa lungo la via di salita, con possibilità di scendere per i tratti di maggior pendenza sfruttando i vasti ghiaioni, che rendono la discesa a tratti divertente. Occorre però prestare attenzione a non scaricare pietre su eventuali altri escursionisti.
- Cartografia:
- valle Maira Grana e Stura
- Bibliografia:
- 3000 san frontere,Alpes du Sud