Dall’abitato di Chianale, proseguire lungo la strada di fondovalle per il colle dell’Agnello, svoltare a sinistra e oltrepassare il primo ponticello (ampio piazzale sterrato adibito a parcheggio).
Da Chianale, lasciata l’auto nel grosso piazzale dei camper, si segue brevemente la stradina oltre il ponte a sinistra, che raggiunge l’inizio dei sentieri segnalati.
Si imbocca il bel sentiero U21, che si inoltra nel bosco di conifere in direzione sud–ovest, poi ovest, che esce successivamente sulla pietrosa-terrosa Costa Buscet; la si attraversa fino guadagnare l’intaglio del vallone delle Grange Antolina (cascata), attraverso ampi pascoli. Qua il sentiero piega brevemente in direzione sud est, e poco dopo, ritorna a proseguire in direzione sud ovest, fino raggiungere il Lago Bleu sempre per pascoli. Qua l’ambiente diventa pietroso, e molto suggestivo si scende verso il Lago Bleu, lo si costeggia sul versante Nord, fino ad arrivare all’evidente bivio (palina) con il Colle Biancetta o Blanchet, lo si trascura, e si prende il sentiero per il Colle Longet, per guadagnare, in breve, i bellissimi Laghi di Bes, da qua si perviene al caratteristico Colle Longet, delimitato dalle suggestive “lose” verticali.
Volendo abbreviare il tragitto (eventualmente per la discesa) senza passare dal Col Longet, si può seguire per un breve tratto il sentiero per il Colle Biancetta,, per poi abbandonarlo in corrispondenza di un dosso sulla sinistra, che risalito da’ accesso ad un ripiano erboso che adduce alla base del crestone est che adduce alla parte rocciosa del Roc della Niera. Si incontra una vaga traccia di salita.
Dal Col Longet proseguire a destra toccando il rudere di casermetta seguendo marcata traccia e seguire che raggiunge l’inizio del lungo crestone detritico che porta alla base della cresta est del Roc della Niera. Si può sostanzialmente sempre seguire il filo del crinale, salvo in due occasioni quando si presentano dei brevi salti di roccia poco affidabile, che si possono aggirare rapidamente sul versante sud tra detriti e sfasciumi, per poi riprendere subito il crinale.
Raggiunto il culmine del crestone, in una zona di terra nera con alcuni roccioni, si scende leggermente alla depressione alla base del Roc della Niera, riprendendo poi la salita su marcata traccia che si snoda nella facile pietraia (percorso che si fa via via più ripido).
Raggiunta una paretina rocciosa ecco il bivio per tra la normale la via dei Diedri (scritta di vernice su un masso ed evidenti spit).
Via Normale F+
Si continua nella pietraia finchè si arriva ad una zona sotto la parete ovest, dove ha inizio una cengia diagonale. Sono presenti già da qui alcuni chiodi e moschettoni dove potersi assicurare. Terminata la breve cengia si incontra il passaggio chiave della salita (ma soprattutto della discesa), ovvero un muretto esposto (II+) da risalire che poi obbliga ad aggirare uno sperone su un terrazzino molto esposto, che consente di accedere ad un canalino sulla destra.
Prestare attenzione all’esposizione poco soleggiata della via normale, che può risultare innevata ad inizio stagione o dopo le prime nevicate autunnali.
Via dei Diedri PD+ (AD secondo la guida Blu Edizioni).
E’ più lunga e impegnativa della via normale, ma è preferibile qualora la normale fosse innevata o con ghiaccio, in quanto esposta a sud ovest e potenzialmente pulita. questa è leggermente innevata, poiché cambiando l’esposizione al sole ed al vuoto rimane fattibile in queste condizioni.
La via attacca qualche decina di metri prima della via normale, sotto la verticale del colletto fra cima e anticima, ed è individuabile da una scritta rossa ed una freccia dello stesso colore dipinte sulla roccia. Altri segni rossi e spit con moschettone incorporato, indicano il percorso di salita. Si imbocca un primo diedro molto ampio poi si piega a sx lungo un secondo diedro (passo di III) che dopo una dozzina di metri volge a dx e raggiunge una cengia detritica. Si prosegue ora leggermente verso sx (II+), quindi si piega a dx e si raggiunge, per terreno più facile, la forcella fra l’anticima e la cima. Si volge infine a sx e lungo la cresta S, nei primi metri stretta ed esposta, quindi pianeggiante, ampia e facile si raggiunge la croce di vetta.
Dall’ultimo spit poco sotto il colletto è possibile proseguire per placche ripide (III) leggermente verso sx e raggiungere la spalla dove si incontra il canale della via normale.
La via può anche essere discesa con due corde doppie.
- Cartografia:
- IGC 1:50000 n.6 Monviso
- Bibliografia:
- A.Parodi, Vette delle alpi - CAI-TCI Monte Viso