rocciose principali. La parete nord che si affaccia sul lago della Duchessa e la parete sud che
costeggia la valle di Teve per quasi quattro chilometri. Quest’ultima, ben visibile dall’autostrada
Roma-L’Aquila, è alta circa 600 metri nella parte centrale. Altri 400 metri di prati ripidi la collegano
alla vetta.
Si tratta della classica parete appenninica, affascinante e repulsiva allo stesso tempo dove
strutture rocciose si alternano a prati verticali, alberi e terrazzi.
Materiale necessario per una ripetizione: serie completa di friend e dadi, martello e chiodi.
in direzione di Avezzano per un chilometro. Dopo un paio di tornanti prendere una strada bianca
sulla sinistra che in pochi chilometri conduce al borgo di Cartore (950 metri). Parcheggiare l’auto
nel piazzale.(4,5 Km dall’uscita dell’autostrada)
1 TIRO: V+ 40m (6 chiodi di cui uno lasciato nella parte finale). Si entra nel diedro camino
(IV+).Continuare a salire con difficoltà crescenti (V sostenuto, passo di V+) , si supera una fessura
aggettante (chiodo alla base), e si continua per un diedro (IV) fino al masso incastrato. Passare
sotto al masso attaccandosi lo zaino all’imbrago altrimenti si rimane incastrati. Sosta su 2 chiodi
(tolti) sulla parete all’uscita del masso. ROCCIA BUONA
2 TIRO: IV+ 30m. Salire dritti in placca per 7 metri, passare tra due alberi e piegare poi a destra
per un canale terroso (attenzione alla roccia) puntando al diedro tra la placca ed il pilastrino di
destra. Sosta su albero. ROCCIA DISCRETA
3 TIRO: IV 40m. Uscire dal canale e girare verso destra costeggiando una placca. Prendere il
diedro verticale sulla destra lasciandosi la placconata sulla sinistra (10 m IV).Sosta su albero.
ROCCIA DISCRETA / BUONA
4 TIRO: IV+ 50m. Si prosegue dritti per brevi paretine rocciose (massimo 7-8 metri) alternate a
zone alberate. Sosta su albero. ROCCIA BUONA
5 TIRO: II 50m. Si prosegue in diagonale verso sinistra per roccette e prati alberati fino ad arrivare
ad una terrazza alla base della struttura rocciosa superiore.
6 TIRO: 0 60m. Si traversa a sinistra per prati girando lo spigolo e risalendo un ghiaione puntando
al margine destro della grande parete che si apre. Puntare alla grotta all’estrema destra della
parete.
7 TIRO: VI 35m. (1 chiodo lasciato).Si affrontano i primi 4 metri di fessura aggettante di roccia
mediocre (VI- possibile AO su friend e dadi).Si continua per altri 4 metri per una placca di roccia
mediocre fino all’inizio di un’altra placca compatta costeggiata da un camino sulla destra (chiodo
lasciato). Entrare nel camino (V roccia buona) sempre più stretto incastrandosi e sfruttando la
placca sulla sinistra. Continuare con difficoltà crescenti proteggendosi nel camino ed uscire nella
parte finale in placca con passo delicato (VI). NOTA BENE: Con lo zaino (anche attaccato
all’imbrago) non è possibile sfruttare il camino per tutta la sua lunghezza ed occorre uscire prima in
placca con difficoltà maggiori.
Continuare verso destra nel diedro di roccia buona (V) fino ad un albero dove si sosta. ROCCIA
MEDIOCRE nei primi 10 metri BUONA nei restanti 25.
8 TIRO: IV+ 60m. Continuare dritti nel diedro-camino (IV+) ed uscire sulla destra. Continuare dritti
per 50 metri in un ripido bosco. Sosta su albero alla base di un salto di 5 metri di roccia gialla rotta.
ROCCIA BUONA
9 TIRO: IV 55m. Si supera la parete gialla di 5 metri (IV roccia mediocre) e si piega a sinistra per
rocce rotte ed erba verticale (IV molto delicato) fino ad un terrazzino. Sosta su alberi. ROCCIA
MEDIOCRE
10 TIRO: V 35m. Si continua dritti a sinistra superando un primo diedro di IV+ ed un successivo di
V uscendo su un terrazzino sulla destra. Arrampicata piacevole. ROCCIA BUONA
11 TIRO: I 80m. Si continua dritti per roccette e prati ripidi fino ad arrivare ad un terrazzo sotto un
pilastro con un caratteristico tetto giallo triangolare sul margine destro
12 TIRO: IV+ 50m. Prendere il canale a sinistra del pilastro. Affrontare la placca iniziale di roccia
mediocre ed erbosa (IV+). Continuare nel canale fino ad un terrazzo. Sosta su alberi alla base di
una parete gialla di roccia rotta. ROCCIA MEDIOCRE
13 TIRO: III 25m. Affrontare la parete sul lato sinistro per un canalino alberato e sostare
nuovamente su alberi verso sinistra. Tiro fastidioso. ROCCIA DISCRETA
14 TIRO: IV+ 35m. Proseguire dritti per un diedrino poi salire in diagonale verso destra affrontando
la parete di roccia che porta ad un nuovo terrazzino. Sosta su albero. ROCCIA DISCRETA A
TRATTI BUONA
15 TIRO: 0 60m. Traversare in diagonale a destra portandosi sotto l’ultimo salto di roccia che si
affronta sul lato destro. Sosta su albero
16 TIRO: IV+ 50m. Affrontare il diedro sul lato destro della parete facendo molta attenzione alla
roccia (mediocre) e all’erba, veramente fastidiosa in questo tiro. Sosta su albero. ROCCIA
MEDIOCRE
17 TIRO: II 25m. Superare le ultime roccette intervallate da prati verticali ed uscire sui prati alti
della parete sud. Sosta su albero
Si continua dritti per ripidi prati per circa 400 metri fino alla vetta aggirando la lunga fascia rocciosa
terminale sul lato sinistro
DISCESA: Dalla vetta del Murolungo (2184 m) si scende per circa 400 metri fino al lago della
Duchessa (1788 m). Da qui si può scendere a sinistra per la ripida Val di Fua o verso destra per la
più dolce Valle di Teve passando per la forcella del “Malo Passo”. Due ore dalla vetta per la Val di
Fua , due ore e mezza per la Valle di Teve.
individuazione vista la complessità della parete e le poche informazioni riportate nelle relazioni.
Si narra anche che Walter Bonatti in compagnia dell’amico Gigi Panei abbia effettuato una salita
su questa parete. Una delle ultime vie tracciate ( “Addio al Celibato” del 2003 ) è invece descritta e
relazionata in maniera molto dettagliata avendo molte foto utili per individuare il tracciato. La nostra
idea iniziale durante una perlustrazione per trovarne l’attacco era quella di ripetere questa via;
siamo rimasti però colpiti da una linea lungo una serie di pilastri a sinistra del grande diedro situato
nella parte alta al centro della parete sud. L’attacco della via ci è sembrato molto logico , infatti
lungo questo tiro abbiamo trovato 5 vecchi chiodi nei primi 20 metri; nei restanti 20 dove le
difficoltà aumentavano non ne abbiamo più trovati. Si tratta probabilmente di un vecchio tentativo o
del primo tiro della via di Geri Stevie, Pietro Guy e Adriano Metelli che nella primavera del 1984
aprirono una via superando un diedro che incide la parte bassa della bastionata rocciosa.
E’ nata così “Viali di solitudine”, una via classica esplorativa dove le difficoltà maggiori sono dovute
non ai singoli passaggi tecnici ma alla qualità della roccia non sempre buona, alla caduta di sassi,
alla presenza di erba e alberi ,spesso fastidiosi, e alla difficoltà di orientamento in una parete
complessa.