Le difficolta' iniziano ben prima ancora di giungere al colle (du Grand Fond), il cui accesso e' difeso alla sua base da un estesa bastionata rocciosa ( estesamente ghiacciata a fine stagione) che richiede l'adozione di tutti i mezzi messi a disposizione dalla tecnica ai fini della sicurezza in cordata.
La cresta alquanto accidentata, presenta una sequenza di arditi gendarmi in numero di tre su uno sviluppo di 700m da colle a vetta. Nella prima meta' le asperita' maggiori, sono tutte in gran parte aggirabili alla sinistra di essa salendo, per cengie.
Nella seconda meta' vi e' la possibilita di ovviare, oppure superare direttamente sul filo i vari ostacoli che si presentano in fase di salita. Notevole l'esposizione su ambo i lati. Tenere presente data la quota, l'eventualità di trovare neve in particolare sul versante esposto a nord, anche nella bella stagione.
Percorrere i primi 300 m di sterrato fino al primo tornante sulla dx. Pochi metri a valle di esso in uno spiazzo a ridosso del divieto si parcheggia.
Seguendo lo sterrato ripido inizialmente, si entra in breve nell’ampio ed esteso nonche’ lunghissimo vallon du Ribon, che va attraversato per buona parte al suo interno.
Praticamente sempre in piano fino agli Chalet de l’Arcelle (2115m), oltre i quali lo sterrato cede il posto a un bel sentiero. A questo punto si abbandona la stradina all’altezza del suddetto alpeggio, per risalire i ripidi pendii erbosi in corrispondenza del Rousseau du Fond (l’evidente torrentello che incide la ripida china pascoliva alla sx salendo).
Tenersi alla sx del torrente piu’ agevole da risalire, con qualche facile saltino roccioso da superare prima di accedere nel vallone laterale denominato Montagne de l’Haut ,che risalito fedelmente sul suo fondo porta nel circo superiore cinto tutt’attorno da una bastionata rocciosa.
Al di sopra di essa si nota evidente sulla sx l’austera parete sud dell’Ouille Mouta, la Pointe du Grand Fond troneggia sulla dx, e nel mezzo l’evidente colle. Superare la bastionta piu’ o meno al centro .dove presenta il suo lato piu’ debole, costituito da placche inclinate sovente ricoperte di ghiaccio per acqua che cola dall’alto.
Poi una sequenza di canalini detritici, cengie, e un ultimo uniforme ripido pendio detritico e si pervene al Col du Grand Fond (3407m). (ore 5.5.30 dalla partenza)
La cresta alla sx guardando si presenta di getto subito ostica . In realta’ a parte l’esposizione considerevole e costante da ambo ai lati, non offre passaggi oltre il III+ stando sul filo. La roccia di cattiva qualita’ in generale si presenta migliore quanto piu’ ci si attiene a rimanere sul filo. ( 2h.-2.30 dal colle).
Discesa per la cresta nord al colle dell’Ouille Mouta. Non presenta difficolta’ di sorta ,ma puo’ essere innevata e tale da richiedere comunque attenzione. In due punti la cresta obbliga a scendere faccia a monte con un minimo di sicurezza al seguito specie in presenza di neve.
Dal colle una volta raggiunto, si scendera’ in traverso sotto i ripidi e ampii pendii detritici del versante sud ovest del Charbonnel, per evitare il salto sottostante il colle, fino a reperire i facili ghiaioni che consentono di scendere cosi ad anello lungo il vallone bagnato dal Rousseau de Colovert, per poi riprendere lo sterrato all’altezza degli alpeggi di Jaffa, da dove facilmente si ritorna alla base.
Per il giro completo calcolare dalle 14 alle 15 ore soste comprese
- Cartografia:
- Vanoise massif et parc national 1:50:000 n.11 Didier Richard