Seguire la strada che entra nel vallone per un cinquantina di metri, quindi abbandonarla e piegare a sx nel bosco, attraversarlo, quindi rimontare la pietraia fino al bosco successivo. Salire brevemente fino alle prime propaggini rocciose della cresta.
Attaccare la cresta che presenta subito un muretto verticale di 5m solcato da una fessura (IV+) aggirabile a dx (III) o evitabile nel bosco a dx o a sx. Segue una breve placchetta e un tratto di cresta facile. Quindi la cresta perde subito d’interesse e continua con un lungo tratto facile, spesso camminabile, lasciando sulla dx un gigantesco blocco monolitico appoggiato sulla cresta. Si raggiunge un tratto affilato, non evitabile, che segna l’inizio delle difficoltà. Si inizia con uno spigolo verticale, fessurato ed esposto (IV, poi III+) seguito da una bella fessura più appoggiata (III). Il tratto successivo orizzontale va superato scendendo un gradino a dx del filo e passando in un camino fra il filo e una grossa lama staccata. Si supera una placca liscia un po’ sporca (III/+) e si torna sul filo. Si prosegue stando sulla sx di uno spigolo appoggiato ma completamente privo di appigli (III+), quindi nei pressi di un tettino lo si scontorna sulla dx e si prosegue in uno strettissimo camino (IV-) che riporta sul filo. Scavalcata una spaccatura si rimonta un corto spigoletto molto esposto (IV) aggirabile scendendo un gradino sulla dx (III+). Il prosieguo non è più obbligatorio e le difficoltà possono essere tutte evitate nel bosco a dx (ravanaggio assicurato). Seguendo invece le tracce dei camosci che tengono il filo si supera prima una placca appoggiata (III+) e diversi tratti di roccia alternata a tratti boscati, quindi un muro più ripido solcato da una fessura diagonale e da un caminetto di roccia mediocre (III+ poi III, molto poco proteggibile). Proseguendo sul lato sx del filo si rimonta una fessura verticale (III), quindi una placca fino ad una sosta decisamente vetusta (quella finale della Via Dii Doi Gabia). Si scende un gradino un po’ scomodo (III, o breve doppia dalla sosta) e si prosegue negli arbusti fino al salto finale. Attaccarlo sul filo con un passo verticale, esposto e delicato (IV-, terra, erba), rimontare qualche metro quindi si segue verso sx una comoda cengia dei camosci fino prendere sulla dx un corto muretto verticale (III+) che consente di uscire sulla spianata sommitale a breve distanza dalla croce di vetta, raggiungibile per comodo sentiero.
Discesa: seguire a ritroso il sentiero percorso nell’ultimissimo tratto. Proseguire verso ovest e scendere nel vallone di Bourcet. Attraversare il torrente e seguire la pista di fondovalle che riporta al park passando sotto le pareti delle vie di arrampicata e della ferrata.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25.000