A fine stagione il percorso è solitamente privo o quasi di neve/ghiaccio ma si consiglia di informarsi con esattezza prima di partire.
Corda da 30 metri sufficiente, utili picozza e ramponi (per l'avvicinamento alla cresta o in caso di residuo innevamento), cordoni e qualche friends.
Difficoltà della cresta: II grado continuo, diversi passi di III/III+, un passo di IV- per la salita al torrione Saint Robert (aggirabile) e un passo di IV per il torrione successivo all'incrocio con la Via della Lepre (aggirabile). Possibili varianti più impegnative per la salita al torrione Saint Robert. Valutazione AD per il percorso integrale della cresta (PD+/AD- se si aggira il S.Robert e il torrione dopo la via della Lepre).
1° giorno
dal parcheggio di Pian del Re si punta verso la sorgente del Po (individuata da una targa in marmo su di un grosso masso).
Da qui ha inizio una ripida mulattiera che sale, con alcuni tornanti alla conca erbosa dove si adagia il Lago Fiorenza (2113 m, 20 minuti).
Si costeggia il lago a sinistra per un comodo ma breve tratto in piano per poi ricominciare a salire un colletto e poi superare un costone con una breve cengia esposta. Il sentiero, ora un poco dissestato, sale ancora per un breve colletto fino ad aprire completamente la visuale sull’ampio vallone sul quale domina severa la parete nord del Monviso. In fondo si raccoglie il piccolo Lago Chiaretto (2264 m) e tutto intorno il paesaggio è dominato da una vasta pietraia che scende dalle pendici del Monviso e invade tutto il vallone; si tratta in gran parte della disastrosa frana del luglio del 1989, causata dal distacco di parte del ghiacciaio pensile Coolidge. Il sentiero prosegue a destra aggirando il vallone e mantenendo la quota sopra il lago per poi riprendere a salire in diagonale sempre più ripidamente lungo la pietraia in direzione delle pendici del Viso Mozzo (sulle carte e sulle guide viene riportato ancora il percorso che scende fino al Lago Chiaretto e poi risale molto ripido verso il Colle di Viso, certamente meno comodo).
Il sentiero si apre la strada tra i massi e con brevi tornanti aggira il Viso Mozzo e raggiunge, sulle sue pendici, il Colle di Viso (2650 m).
Ancora un breve tratto in leggera discesa porta al Rifugio Q.Sella (2640 m).
2° giorno:
l’itinerario comincia alla base del canalone che finisce nel lago.
Per raggiungere l’attacco aggirare il lago verso N in senso antiorario fino al Colle dei Viso seguendo il sentiero di accesso al rifugio, abbandonarlo (evidente sentierino con ometto) e per macereti (ometti) dirigersi SE risalendo la morena fino a trovarsi sul nevaio che scende dal canale.
Risalirlo (piccozza e ramponi in caso di neve dura o inizio stagione) fino a che non sia possibile mettere piede sulle rocce alla destra (piccole terrazze rocciose con erba, 1 chiodo segnalato con vernice gialla/bollo giallo, quota 2850 m circa).
Inizialmente salire obliquando verso destra su cenge erbose collegate da piccoli risalti e una specie di traccia camminabile, fino a raggiungere il filo di cresta (qualche chiodo, bolli gialli).
Seguire la cresta fino sotto il Torrione Saint Robert (quota 3500 m circa) seguendo i radi bolli rossi. Fino a questo punto II con qualche passaggio di III, tracce di vernice rossa, percorso non obbligato ma ben evidente dai segni di passaggio, in parte camminabile nel tratto superiore.
Alla base del Saint Robert (targa di marmo bianco leggermente a sx dell’ampio bordo di cresta) si sale stando a sinistra su una placca liscia verso un masso sporgente (chiodo+chiodo con anello+cordino in alto, III+).
Si attacca ora al centro la parete Sud del torrione, salendo per una serie di diedri (III, III+) fino a raggiungere, dopo 40 m circa, un terrazzo ai piedi di un muro piuttosto ripido. Si prosegue sul muro di roccia articolata, appoggiando un po’ a sx (IV, chiodo) e dopo una 20 m circa, si sbuca su una bella cengia, che si segue verso dx senza difficoltà. Salendo infine per diedrini e blocchi, si arriva sull’ampia cima del torrione. Si scende facilmente all’intaglio a monte del torrione (fino ad agosto è possibile trovarvi un’affilata crestina nevosa che richiede l’uso di piccozza e ramponi). Superata la breccia, si sale il successivo torrione per rocce articolate stando inizialmente sul fianco settentrionale. Si scende ora verso il colletto successivo (cordoni per possibile calata) e si aggirano alcuni spuntoni assai aerei, passando sul lato sud, per cornici e saltini (III). Superata un’altra forcella (blocco a guisa di ponte) si incrocia la variante che aggira a sud il Saint Robert.
L’aggiramento del Saint Robert può essere effettuato a sx (ovest): dal terrazzo dopo la targa scendere 2 m e seguire una cengetta rocciosa (chiodo) che immette nel canalino nevoso o detritico oltre il torrione. Attraversarlo in salita obliqua, raggiungendo, per rocce rotte, la cresta est, a monte dei due torrioni che lo collegano il Saint Robert a questa.
Dal colletto si ricomincia a trovare roccia più salda e buona ove arrampicare con sicurezza, si supera su un tratto molto panoramico ed esposto ma mai eccessivamente impegnativo tecnicamente, possibile stare sul filo di cresta.
Risalendo direttamente le rocce sovrastanti il canalone si riguadagna il filo di cresta sin sotto un altro piccolo torrione slanciato che viene aggirato abbastanza agevolmente sul versante settentrionale, poco sotto la sua punta; riguadagnato nuovamente il filo si scende sino ad un intaglio più ampio percorrendo il versante meridionale.
Sulla sinistra dell´intaglio è possibile vedere i chiari ed evidenti segni gialli che marchiano la cosiddetta ´Via della Lepre´, una via di fuga alquanto esposta su una infida cengia orizzontale di terreno detritico ed erboso che collega la Cresta E con la via normale sul versante meridionale della cima; questa via è ben segnalata da bolli gialli+chiodo (la via di fuga è sconsigliata per il rischio di caduta pietre).
Evitando di seguire i bolli gialli si sale sopra la scritta di vernice. Partenza ostica (IV) ma la grande lama a destra aiuta a salire (anello di filo di ferro intorno a una lama dopo 3m). Si prosegue sul filo ora più stretto con bella arrampicata su roccia solida (III+, III, qualche fessura per friend e alcuni spuntoni). Anche questo torrione si può aggirare sul lato sud.
Si percorre un breve tratto in discesa portandosi alla base di un ultimo piccolo torrione di rocce rosse, che si aggira in diagonale ascendendo a dx per poi tornare sul filo e passare sulle cenge pietrose verso la normale, salendo verso sx e incontrando ancora qualche passaggino (attenzione a non smuovere sassi).
Si riguadagna infine il sentiero della via normale su un largo cengione che rimane praticamente perpendicolare al nostro senso di marcia.
In pochi minuti in vetta.
Discesa: per la via Normale del versante sud, molto lunga (PD-, affatto banale se innevata o molto sporca), con breve risalita al colle delle Sagnette.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25.000 Val Po
- Bibliografia:
- Guida ai Monti d'Italia CAI TCI; Parodi Nelle Alpi del Sole