Note
Storico
100m
2.2Km
3.2Km
6.1Km
6.4Km
6.4Km
6.8Km
7Km
7.5Km
7.8Km
La via percorre l’evidente sperone roccioso, chiamato Becco della Civetta, che si trova sul margine destro del versante orientale del Monte Cucetto. Itinerario dal sapore alpinistico, un po’ discontinuo ma comunque con dei bei passaggi in ambiente alquanto selvaggio.
La via è attrezzata con fix e qualche chiodo tradizionale (necessari friends medi).
Sufficiente e consigliabile l’uso di una sola mezza corda da 60 metri doppiata.
copertura rete mobile: nessuna copertura
Avvicinamento
La via è attrezzata con fix e qualche chiodo tradizionale (necessari friends medi).
Sufficiente e consigliabile l’uso di una sola mezza corda da 60 metri doppiata.
copertura rete mobile: nessuna copertura
Percorrere la Val Chisone; appena usciti dall'abitato di Pinasca prendere il bivio a destra per Gran Dubbione e parcheggiare l'auto all’inizio del paese.
Dal parcheggio, ripercorrere a ritroso la strada asfaltata tornando alla prima semicurva (circa 100 metri).
Qui individuare una piccola traccia diagonale che risale la riva della strada e porta nel bosco.
Proseguire seguendo una dorsale fino a incrociare il sentiero del CAI che porta al colle di Serre Marchetto; seguirlo finche devia a mezza costa verso sinistra, poi andare dritto e in corrispondenza di un gruppo di betulle, spostarsi in piano a destra e attraversare una pietraia.
Salire di nuovo direttamente nel bosco su tracce di sentiero fino a raggiungere un’altra grossa pietraia e in breve l’attacco della via (ometti e segni di vernice).
L’avvicinamento è in comune con quello della via Dinastar al Torrione dei camosci.
Descrizione
Dal parcheggio, ripercorrere a ritroso la strada asfaltata tornando alla prima semicurva (circa 100 metri).
Qui individuare una piccola traccia diagonale che risale la riva della strada e porta nel bosco.
Proseguire seguendo una dorsale fino a incrociare il sentiero del CAI che porta al colle di Serre Marchetto; seguirlo finche devia a mezza costa verso sinistra, poi andare dritto e in corrispondenza di un gruppo di betulle, spostarsi in piano a destra e attraversare una pietraia.
Salire di nuovo direttamente nel bosco su tracce di sentiero fino a raggiungere un’altra grossa pietraia e in breve l’attacco della via (ometti e segni di vernice).
L’avvicinamento è in comune con quello della via Dinastar al Torrione dei camosci.
- 1) Raggiungere un evidente camino sul lato sinistro della parete, superarlo e sostare su un comodo terrazzino (5b)
- 2) Superare verso sinistra una placca e raggiungere un diedro fessurato che si supera uscendo poi a destra su un tratto verticale ( 5c)
- 3) Continuare direttamente su placche fino alla sommità del Torrione Pinasca (4c). Scendere sul versante opposto e raggiungere in breve la base del Becco della civetta
- 4) Superare una bella fessura e continuare direttamente su lame e fessure fino alla fine del primo salto (5c).
- 5) Tiro di trasferimento con breve tratto di 4a
- 6) Superare un tratto ripido ma molto appigliato (3c), sosta su clessidra
- 7) Spostarsi a sinistra, superare una ripida placca (5b) e poi continuare su terreno facile fino ad una sosta su pianta.
- 8) Superare un diedrino inclinato e poi uno spigolo fessurato da proteggere (4c)
- 9) Portarsi su una placca, attraversare un paio di metri a sinistra e proseguire poi direttamente lungo una spaccatura (5c)
- 10) Continuare lungo l’aereo spigolo (5b) poi superare il breve strapiombo sommitale (6a), sosta su clessidra.
Discesa: spostarsi sul versante opposto e scendere con una doppia da 30 metri su pianta, raggiungere l’intaglio fra il Becco della civetta e la parete superiore e di qui con un’altra doppia da 30 metri su pianta, raggiungere la pietraia sottostante e in breve l’attacco della via.
Su questo sperone venne aperta una via da A. Gaido e M. Marone nel lontano 1973 (recensita su rivista Liberi cieli n° 102); ripetuta poche volte e da molto tempo in disuso, è stata recentemente ripulita e riattrezzata da F. Michelin, A. Bonnin e S. Falco.
F. Michelin e S. Falco hanno poi allungato la via attrezzando tre nuovi tiri sul contrafforte inferiore, chiamato Torrione Pinasca, dove esiste, sulla destra, un’altra vecchia via in disuso..
Nella parte superiore, trattandosi di una via classica, sono stati sfruttati al meglio gli ancoraggi naturali senza eccedere nell’uso degli spit e lasciando la possibilità di integrare con friends.
F. Michelin e S. Falco hanno poi allungato la via attrezzando tre nuovi tiri sul contrafforte inferiore, chiamato Torrione Pinasca, dove esiste, sulla destra, un’altra vecchia via in disuso..
Nella parte superiore, trattandosi di una via classica, sono stati sfruttati al meglio gli ancoraggi naturali senza eccedere nell’uso degli spit e lasciando la possibilità di integrare con friends.
- Bibliografia:
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sito di F. Michelin
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