Difficoltà: ED- V A2 su roccia, WI5+ R
Impegno globale: IV
Materiale: piccozze, ramponi, 12 rinvii, 3-4 viti ghiccio corte, friend BD 0,3-3 + C3 rosso, nut piccoli, 2 staffe, 8-10 chiodi misti (lama, spatola, universali, U), corde da 60m
D'inverno spesso la strada è già chiusa alla Certosa e l'avvicinamento richiede 1h in più circa.
Dal Pian delle Gorre (1000m) si segue il sentiero per il rifugio Garelli fino al Gias Sottano di Sestrera (1331m) dove si prende una diramazione sulla destra diretta al Passo del Duca. Dopo aver attraversato un ponte ci si inoltra nel vallone del Marguareis che si segue lungamente.
Ad un certo punto si abbandona il sentiero per puntare ai pendii nevosi sottostanti la bastionata rocciosa del gruppo del Marguareis.
La via percorre l’evidente canale compreso tra le pareti dell’Armusso e della cima Garelli. (3h circa dal Pian delle Gorre)
A seconda dell’innevamento due opzioni:
A- Percorrere il canale principale sulla verticale del colle (50-55° di media) che può presentare salti più ripidi e una grotta sotto un masso incastrato non sempre superabile.
B- In condizioni più secche percorre la rampa nevosa a destra (55-60° possibile misto)
raggiungere così i pendii nevosi sottostanti l’imponente fascia strapiombante.
Quindici metri a destra della verticale del canale inizia il “Passaggio delle tre vie”.
L1- Si risale il muro strapiombante (A1, da attrezzare, 1ch. a U presente) quindi si prosegue in libera pendenze minori(IV) fino ad un terrazzino. Per uscire si supera una placca obliqua verso sinistra sotto un tetto(A2, 4ch.) uscendo poi con difficile passo di misto (V) nel canale nevoso. Sosta su chiodi sulla sinistra 7-8m dopo l’uscita. 35m V A2
L2-3 Si continua nel canale via via più incassato su pendenze di 45-50° fino ad un diedro verticale.
L4: Superare lo stretto diedro-camino verticale con un passo strapiombante sfruttando la fine colata di ghiaccio. Ad un tratto più appoggiato, segue un muro verticale in partenza con ghiaccio colato che gradualmente si abbatte fino alla sosta su 2 chiodi sulla sinistra. 55m WI5+ R ; buone possibilità di protezione su roccia
L5: Salire la colata verticale nei primi dieci metri poi più abbattuta fino ad uscire nel canale nevoso adando a sostare su 2 chiodi sulla sinistra. 45m WI4+; ottime protezioni su roccia
L6: Proseguire nell’imbuto nevoso superiore stando nella rigola e stando attenti ad eventuali accumuli di neve fino a raggiungere un roccione che divide il canale in due rami. 50m sosta su friend
L7: Salire il ramo di sinistra che presenta una bella goulotte a 60-70° per sostare sulla sponda destra su roccia. 40m WI3
L8-L9: Proseguire nel tratto terminale del pendio (50° in partenza meno in seguito) fino a raggiungere il colle.
Discesa:
Volendo ritornare al rifugio Garelli o alla base della via conviene scendere dal canale dei Genovesi (dall’uscita della via si procede verso est ed è il secondo colle che si incontra. Presente uno spit per una calata di 30m, poi 500m a 35-40°).
In alternativa si seguono i pendii verso ovest per poi raggiungere il passo del duca e quindi il vallone del Marguareis.
Prima invernale: Alberto Berloffa, Pietro Godani e Fulvio Scotto il 28 e 29 dicembre 2014
Prima solitaria: Pietro Godani, 8 agosto 2012
Il canale dei Monregalesi è stato uno dei problemi nell'esplorazione del Marguareis.
Questo stretto e evidente canale che origina dal colle tra la cima dell'Armusso e la cima Garelli è infatti, a differenza dei Pancioni, difeso da una fascia fortemente strapiombante.
I vari tentativi dei monregalesi guidati da Sandro Comino si sono arenati nel superameno di quel tratto particolarmente ostico.
Saranno i torinesi ... nel 1954 a superare la fascia strapiombante attraverso un difficile tiro di libera e artificiale che verrà successivamente battezzato il passaggio delle tre vie.
Il canale offrirà loro ancora un tratto che valuteranno di sesto grado, il primo passaggio di questa difficoltà nel gruppo.
La via venne dedicata ai monregalesi anche se Comino, in cuor suo, covò sempre il sospetto che ciò non fosse un sincero omaggio quanto una sottile derisione della vanità dei loro sforzi.
Questa via di roccia, nella sua veste invernale, risulta essere un'ascensione impegnativa e spettacolare su terreno misto e ghiaccio in un ambiente decisamente severo e ha ben poco da invidiare a salite assai più conosciute e prestigiose.
La via richiede condizioni molto particolari con un innevamento scarso (anche per limitare il pericolo di valanghe dall'imbuto superiore) e con la presenza di ghiaccio nel tratto chiave, altrimenti superabile su roccia ma con difficoltà elevate e con meno eleganza.
Le condizioni del tratto chiave possono essere osservate cento metri prima del laghetto del Marguareis, il resto del canale si vede bene dal Rifugio Garelli.
Una cordata molto preparata dovrebbe riuscire a superare la via in giornata ma normalmente è consigliabile mettere una corda fissa sul passaggio delle tre vie per poi dormire al Garelli o sotto il passaggio delle tre vie.
Attacco: