Non consigliabile in presenza di neve o con scarsa visibilità.
Il dislivello tiene conto della perdita di quota e della conseguente risalita.
Si prosegue lungo la stradina sterrata che costeggia il Rio Almellina seguendo la cartellonistica che presenta varie destinazioni possibili.
Dopo una manciata di minuti si arriva ad un primo bivio, si può deviare a sinistra attraversando il rio e seguire il sentiero che si alza sul versante soleggiato delle pendici sud del Monte Murin e, a quota 1350 m, conduce ad una deviazione. Si prosegue a destra in falsopiano su una traccia un po’ esile che poi si addentra nella faggeta, fino ad incontrare il più marcato sentiero che proviene dai Tetti Almellina.
Altrimenti, al primo bivio, si prosegue ancora sulla pista principale finchè a sinistra si troverà la deviazione per i Tetti Almellina, che si raggiungono con piacevole salita nel bosco. Si raggiunge così un colletto boscoso ad est del Monte Murin, dove inizia la lunga dorsale che condurrà in cima alla Punta Mirauda.
Ancora nel bosco per un tratto fino a quota 1550 m circa, quindi la dorsale diventa erbosa ed il rimanente percorso da salire evidente. Il buon sentiero sale in modo via via più marcato, aggirando a destra dei pinnacoli rocciosi e raggiungendo una zona dove si può trovare una fonte. Con una serie di tornantini si vince il pendio e si raggiunge il Colletto Mirauda 2028 m.
Ora si abbandona la traccia principale che prosegue nella valletta di destra fino alla spianata del Colle Vaccarile, seguendo delle vaghe tracce puntando a quella che è l’anticima di punta Mirauda, detta anche Punta Agugion 2130 m, e da questa in breve si tocca l’erbosa spianata della Punta Mirauda 2155 m.
A questo punto, guardando più in basso in direzione est si noterà una “pala” erbosa apparentemente molto ripida sormontata da una grossa croce metallica (poco visibile perchè contro le montagne della Valle Pesio): è la nostra meta.
Si inizia a scendere lungo il facile crinale erboso, intercettando una traccia proveniente dal Colle Vaccarile. Seguendola si arriva ad una zona con alcuni affioramenti rocciosi, dove occorre abbassarsi sul pendio a sud (se si volesse continuare lungo la dorsale si arriverà poi ad un saltino roccioso che costringerà in ogni caso a scendere). Seguendo la vaga traccia, si supera una modesta crestina rocciosa poco marcata da questo versante, sfruttando un piccolo intaglio roccioso di qualche metro, prima di proseguire per erba raggiungendo la base del pendio finale a a circa 1870 m. Ora si risalgono a piacere, sfruttando vaghe tracce, i circa 100 m che conducono senza difficoltà in cima alla Labiaia Mirauda 1971 m.
Per il ritorno occorrerà risalire il dislivello perduto dalla Punta Mirauda, ma non si è obbligati a ripassare dalla sommità, in quanto si può sfruttare la marcata traccia che taglia il pendio in diagonale raggiungendo il Colle Vaccarile 2064 m (si risparmiano così 100 m rispetto al passaggio sulla cima).
Ora si può decidere se ritornare dal percorso di salita raggiungendo il vicino Colletto Mirauda (soluzione più rapida) oppure se compiere un giro ad anello proseguendo lungo la dorsale in direzione nord superando la Punta Melasso e raggiungere la conca tra le cime Baban, Jurin, e Bec Rosso (che con una estensione del percorso si possono salire). Si individua il sentiero che scende sotto le pendici del Bec Rosso e raggiunge il Vallone del Cros a 1600 m circa .nei pressi delle omonime baite.
Ora si segue la pista che tocca Capanna Chiara (brevissima deviazione) e poi fa ritorno all’auto passando dai Tetti Astegiani oppure dall’altro sentiero che riporta nel Vallone Almellina al bivio incontrato in andata per i Tetti Almellina.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.16 Val Vermenagna, Valle Pesio, Alata Valle Ellero, Parco del Marguareis