Scala proteggibilità; grado max e obbl: III/R3 (in origine D+) V+
Materiale in posto: soste a chiodi, qualche chiodo in via
Materiale occorrente: 12 rinvii, una serie di friend BD dal n°0.1 al n°4 (i micro sono utili, volendo si possono raddoppiare delle misure medie, ad esempio dal n°0.5 al 2 ma non è indispensabile), nut, chiodi e martello, fettucce, corde da 60m.
- L1: salire il camino alto una trentina di metri. Tralasciare quella che era una probabile vecchia sosta (chiodo piegato verso il basso e più in alto un chiodo migliore) e ribaltarsi a sinistra sulla terrazza detritica fino alla sosta. Grado IV-
- L2: salire su terreno detritico e brevi salti di roccia con arrampicata non difficile ma delicata, prima un po’ a sinistra e poi tornando verso destra, dove in prossimità dello spigolo si trova la sosta formata da 2 chiodi e una fettuccia con moschettone da calata (probabile ritirata in doppia). Grado III
- L3: salire i gradoni verso sinistra fin sotto un breve risalto di roccia cattiva. Superarlo ribaltandosi su ripido terreno detritico (guardando bene ci sono 2 vecchi spit da 8mm) fino a un camino (sosta alla base possibile, chiodi presenti). Salire il camino con arrampicata atletica e ribaltarsi sulla grande cengia detritica. Risalirla con cautela fino a un grande pino sopra un gradone roccioso. Sosta su un kevlar e una fettuccia ancora in buono stato e moschettone da calata. Se non si spezza il tiro alla base del camino il secondo deve partire qualche metro. Grado IV
- L4: dal pino traversare su ghiaie a destra fino alla base del grande ed imponente camino-diedro ben visibile dal basso. Sosta su due vecchi spit da 8mm.
- L5: salire la spaccatura su roccia discreta fino a una terrazza. Sosta su chiodi e cordoni discreti, probabilmente utilizzati per calarsi da questo punto. Grado IV.
- L6: il primo tiro chiave della via. Salire la fessura giallastra a destra (3 chiodi) traversando al suo termine a destra verso il muro bianco (1 vecchio chiodo). Superarlo sulla destra con un passaggio impegnativo ed esposto senza possibilità di protezione (roccia abbastanza buona ma polverosa) giungendo ad afferrare una buona presa (dove vi è un chiodo visibile solo all’ultimo). Ribaltarsi sotto un tettino (ottimo friend n°0.4) e moschettonare il chiodo molto sporgente appena sopra. A questo punto non proseguire direttamente sul muro bianco compatto ma scendere leggermente e traversare delicatamente su piccoli appoggi verso sinistra, verso il diedro muschiato, fino a una netta lama orizzontale. Afferrarla (con cautela) e salire nel diedro fino a un chiodo (possibile protezione anche con un n°0.5) e quindi in una stretta nicchia. Su roccia molto delicata spostarsi a destra (1 chiodo) e quindi vincere l’ultima spaccatura aggettante ribaltandosi nello stretto colatoio soprastante. Sosta con 2 chiodi e vecchio cordino rosso, possibilità di rinforzo con un n°2. Tiro impegnativo per la qualità della roccia, la polvere, il muschio e la proteggibilità. Grado V+
- L7: il secondo tiro chiave della via. Risalire il colatoio (sulla sinistra si vede un chiodo a lametta sul muro e più in alto una probabile sosta con cordone arancione ma è un errore) fino alla repulsiva grotta con muschio ai lati. Alla base c’è una possibile sosta a chiodi, tralasciarla e con arrampicata delicata infilarsi dentro alla profonda spaccatura (possibile piazzare un ottimo nut, poi si trova un chiodo sul soffitto interno della grotta). Da questa si esce verso destra con arrampicata molto esposta in camino e spaccata fino a un grosso chiodo ad anello. Si supera allora la parete (friend n°4) e quindi si prosegue nel diedro su roccia bianca compatta e slavata fino alla sosta su 2 chiodi. Conviene rinforzarla con un chiodo. Tiro repulsivo, esposto anche per il secondo che deve uscire dalla grotta. Nella parte alta roccia migliore ma compatta e slavata. Grado V+
- L8: salire nel profondo camino con arrampicata non difficile fino al muro aggettante che lo sbarra al suo termine. Superarlo con difficile e delicata arrampicata (ottimo friend n°3, sulla destra un chiodo con vecchio cordone) ribaltandosi in una zona di lame e blocchi. Uscire a sinistra su gradini di roccia ed erba fino a ribaltarsi nell’anfiteatro soprastante alla base del successivo, profondo camino. Sosta da fare su tronco incastrato. Grado IV+
- L9: non portarsi nel profondo camino ma salire brevemente sulla cengia a sinistra e quindi scalare una prima parete di roccia bianca a tacche buone ma non proteggibile fino a una zona più abbattuta. Alla base del secondo muro si trova un chiodo. Salire sopra al chiodo su roccia ripida aggirando sulla destra (friend n°0.75 mediocre) la pancia di roccia cattiva usando tacche e piccoli appoggi. Passaggio esposto e non proteggibile. Dopo ci si ribalta su placche più abbattute ma non proteggibili. Si risalgono fino a una zona di ghiaie (piccolo pino dove è possibile mettere un cordone) e quindi a un breve risalto più ripido che si protegge discretamente piazzando un chiodo. Quindi sosta su albero. Tiro tecnicamente non difficilissimo (anche se il passaggio sopra all’unico chiodo potrebbe anche essere un V-) ma molto “engagée” per le nulle possibilità di protezione, dove la placca si abbatte la scalata non è difficile ma molto delicata per la presenza di brecciolino. Tiro lungo, il secondo probabilmente deve partire in anticipo per un breve tratto. Grado IV- (un passaggio sul V-).
- L10: si risale il ripido pendio erboso frammisto a rocce (piccoli pini per assicurarsi) fino a dove iniziano le piante. Si risale ancora tra i pini fino a un ultimo risalto di roccia.
- L11: si supera il breve risalto a destra tra le piante fino alla selletta dove termina la parete.
Discesa
Dalla selletta salire la cresta boscosa fino al suo termine. Qui sarebbe possibile fare la “discesa di sinistra” ovvero abbassarsi sulla sinistra della cresta (faccia a monte) e passando sotto a una parete giallastra seguire lungamente in orizzontale il sistema di cenge (se si guarda bene si nota una traccia) fino al canalone detritico che permette di raggiungere il fono della valle, più in basso di dove si è parcheggiato. Il primo tratto è però molto esposto, su ghiaia ed erba ripida, pertanto si consiglia la “discesa di destra” anche se comporta una breve risalita e la discesa fino ai rifugi. Si descrive quindi quest’ultima. Dalla fine della crestina salire traversando verso destra sul pendio erboso con piante fino a una crestina, sempre in orizzontale traversare un pendio di ghiaie ripide più esposto ma ben camminabile. Traversare e salire di nuovo tra piante su erba e un breve risalto di roccia fino a raggiungere il più dolce terreno soprastante, appena sotto la conca prativa dove c’è il lago della Guglia Rossa che si vede ora sullo sfondo. Per prati si cammina nel bosco fino a intersecare il sentiero della Guglia Rossa. Senza più difficoltà si divalla verso l rifugio Terzo Alpini e da questo seguendo la strada asfaltata si torna all’auro. Contare circa 2 ore
La relazione si rifà alla ripetizione effettuata da L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti, F. Taranzano in data 23/09/2023. Tempo per la salita 6h 30’