Segnalo che qui sono descritte le condizioni incontrate incontrate durante la salita e specifiche di un periodo (dicembre 2015) di anomalia meteorologica che ha conferito al percorso condizioni di innevamento non sempre usuali.
L’itinerario, svolgendosi in ambiente privo di sentieri e riferimenti, è sconsigliato in caso di nebbia o innevamento non stabile. Diff. PD per la cresta NO, a tratti aerea, della Quota 3253 (poche possibilità di far sicura). Casco, ramponi e picca (anche due) per il canale nevoso parallelo alla cresta ESE (diff. AD).
Avendo trovato il canale innevato difficile valutare se in condizioni asciutte potrebbe essere percorribile, in quanto il percorso è molto ripido e caratterizzato da pietre instabili.
Itinerario molto lungo e articolato che richiede buone capacità alpinistiche, abitudine all'esposizione e agli ambienti privi di sentieri. Tempo minimo occorrente, intorno alle 8 ore (a/r) se si sale solo la Quota 3253, i tempi si allungano notevolmente se si include anche la Roche Michel e le sue varianti di discesa.
Si prosegue lungo la sterrata in direzione dell’Alpe Tour oltrepassando il bivio per il Baraccon de Chamois. Quando la strada prosegue in discesa, attraversato il ruscello nell’impluvio e poco prima delle baite Lamet, la si abbandona cominciando a risalire in direzione NE i ripidi prati per raggiungere la dorsale a quota 2500 ca. Scollinata la dorsale ci si immette nella parte alta del Pian Ciardun e lo si risale, seguendo le chine erbose che poi lasciano posto a detriti e sassi scomodi, in direzione della base della parete della Quota 3253. Raggiunta la base della parete, la si costeggia a sinistra (NO) immettendosi in una valletta sospesa (innevata a volte anche in tarda stagione, utili i ramponi). Si perviene all’attacco della cresta NO senza necessariamente raggiungere il colletto e la si risale con alcuni saliscendi sul filo a tratti aereo, aggirando a destra o a sinistra al meglio dove possibile, i tratti più affilati e ponendo attenzione a qualche breve tratto di placche inclinate. Si raggiunge così la cima più alta sormontata da un ometto di pietre, anche se è presente un altro grosso ometto sulla cima più bassa, posta a pochi metri di distanza, separate dalla ripida spaccatura originata dal diedro che taglia verticalmente la parete S.
Da qui volendo è possibile abbandonare la salite e tornare indietro percorrendo a ritroso l’itinerario di salita.
Volendo proseguire verso la Roche Michel, ridiscesa la cresta si prosegue risalendo la conca sospesa in direzione ONO, seguendone interamente il suo sinuoso andamento fino a che si va ad esaurire su un colletto che si immette sul lato Ribon della Roche Michel. A seconda delle condizioni si risale il primo tratto del canale a dx del filo e poi la cresta a sinistra come da relazione già presente su questo sito, mentre in caso di buon innevamento, si risale il canale che corre a destra della cresta il quale presenta un paio di ripide strettoie di misto e ghiaccio intorno ai 50° per poi uscire sulla destra, raggiungendo l’ampia spianata della Roche Michel.
Discesa: perdendo pochi metri di dislivello di discende su ciò che resta del Glacier de Roche Michel e si punta alla cresta divisoria con la Punta Lamet in corrispondenza di un inconfondibile torrione. Se lo si lascia sulla propria destra, serve per immettersi sul lato Cenischia e con un lungo traverso discendente a tratti scomodo si raggiungono a vistai Baraccon de Chamois e da li all’auto dal sentiero militare.
Se si sale in cresta lasciandosi a sinistra il torrione, si prosegue verso la Punta Lamet e si torna all’auto dall’itinerario presente su questo sito.
- Cartografia:
- IGN 3634 - ICG 2
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia Alpi Graie Meridionali