Il rombo dei motori sulla statale va a detrimento del bellissimo ambiente che ci circonda.
La parete incombe sopra le vostre teste, si guadgna quota attraverso una debole straccia di sentiero che poi inizia a scendere in obliquo fino alle base della parete. L'attacco è in corrispondenza di alcuni enormi massi sull'estrema sinistra della parete.
L1: Muro giallo a piccoli buchi, si vede in alto, molto in alto il primo e unico chiodo di via, possibile integrare, sosta in una piccola nicchia, V+;
L2: Primo “crux” della salita, si parte subito con arrampicata sostenuta, si lascia alla sinistra un piccolo tetto e si entra in un diedro concavo che impone movimenti molto tecnici, possibile progressione in A0 su due spit, VI, VII-/A0;
L3: Ci si trasferisce verso sinistra risalendo una breve fessura fino alla sosta, IV+, V;
L4: Bella e solida placca, chiodatura lontana integrata da qualche clessidra, la relazione Rabanser indica verso sinistra ma si raggiunge la sosta anche andando a destra percorrendo una fessura più larga da proteggere, VI;
L5: Breve tiro di raccordo, IV+;
L6: Lungo ed impegnativo tiro che evita due tetti, V+, VI;
L7: Serie di fessure, V, IV;
L8: Terrreno più agevole fino a comoda cengia, IV;
L9: Secondo tiro cruciale, violento strapiombo dove è comunque possibile passare in A1, dopo si posiziona un buon friend e poi le difficoltà calano sino alla sosta, VII-, A1, V;
L10: A sinistra per strapiombo da proteggere con attenzione, poi fessura e facili risalti, V+;
L11: Conduce sul bellissimo pianoro sommitale, III
Discesa: Dal bellissimo prato si scende su di un flebile sentiero verso sinistra sud-est fino a costeggiare su una cengia friabile e scoscea il Murfreid, procedere con cautela, poi la discesa migliora sensibilemte e conduce alla statale.
- Bibliografia:
- Ivo Rabanser, Vie e vicende in Dolomiti, Versante Sud, Milano 2005