Nel complesso la via è di discreto impegno, le due lunghezze chiave non sono tecnicamente difficilissime, ma sono comunque faticose. azzerare è possibile, ma altrettanto faticoso.
molto indicata per l'inverno e le mezze stagioni, come tutte le vie del medale, invece da evitare in estate.
Per la ripetizione sono sufficienti i rinvii, non c'è necessità di integrare le protezioni presenti in loco.
La discesa avviene per comodo sentiero, in parte attrezzato: prestare attenzione in inverno, in quanto spesso si trova ghiaccio. Comunque le catene presenti consentono di muoversi in sicurezza.
Raggiunta una strada cementata, seguirla in salita verso destra fino a raggiungere uno spiazzo a destra con panchina. Poco oltre c'è una traccia di sentiero che sale a sinistra e piega poi nettamente a sinistra, andando verso la Corna.
Seguire il sentiero, dal quale si dipartono verso destra delle tracce che salgono a destra verso gli attacchi delle varie vie.
Tralasciando il sentiero che va verso destra (sentiero di discesa), non prendere la prima traccia, ma quella seguente e seguirla faticosamente fino all'attacco (chiara scritta "Anniversario" sulla roccia). Circa 30-40 minuti dal parcheggio.
L1: ci sono due possibilità: rispetto allo speroncino di cui occorre raggiungere il pulpito, è possibile partire alla sua destra, come da via originale, su placchetta appoggiata, canale e raggiungendo il pulpito verso sinistra (più facile), oppure partire direttamente alla base dello speroncino (scritta alla base, fittoni visibili). Questa seconda possibilità è più impegnativa se si segue perfettamente la linea dei fittoni (6a), mentre risulta più facile aggirando il primo muro difficile verso destra, rientrando e poi evitando l’ultima placca aggirando ancora verso destra (5c). La sosta si trova sul pulpito, alla base di uno strapiombino. 5c/6a
L2: proseguire fin sotto lo strapiombino ed aggirarlo sulla destra, per poi continuare su placca fino ad una sosta vicina ad un grosso spuntone. 5c
L3: salire nel diedrino sopra lo spuntone e superare un primo strapiombino (più facile se preso sul lato sinistro) e subito dopo un altro strapiombino; proseguire poi verso sinistra fino ad incontrare 2 chiodi vecchi che indicano di attraversare una placca esposta. Terminato il traverso salire qualche metro fino alla sosta. 6a
L4: salire il diedrino alla destra della sosta (attenzione ai massi mobili), quindi attraversare a sinistra, su placca con lame (esposto) fino ad un terrazzino con sosta; questa è la sosta da dove parte la via Saronno ’87 a destra, mentre verso sinistra si prosegue sulla via dell’Anniversario. 6a
L5: dalla sosta sotto lo strapiombo salire a sinistra (a destra parte la via Saronno 87), poi verticalmente per terreno più semplice fino alla base di una placca. Salirla (chiodo) e piegare un poco a destra per terreno più semplice. Riprendere ora verticalmente, leggermente a sinistra, e salire una specie di diedro che si segue per alcuni metri fino a che non si chiude (2 chiodi). Moschettonare a sinistra un picchetto e traversare a sinistra su placca liscia (azzerabile) fino alla sosta. Oppure, dal picchetto, traversare a sinistra in leggera discesa e risalire poi alla sosta. 5b
L6: salire verticalmente mirando ad un chiodo sporgente a 2/3 metri dalla sosta, per terreno apparentemente difficile, ma che presenta invece ottime maniglie. Traversare un poco a destra e risalire un diedrino. Al suo termine traversare orizzontalmente a sinistra per 6/8 metri, su esile cengia (semplice ma esposto). 5a
L7: lunghezza chiave della via, molto chiodata (14-15 chiodi). Dalla sosta salire verticalmente per terreno difficile ma molto chiodato. Arrivare quasi sotto uno strapiombino ed evitarlo a sinistra per diedrino difficile, arrivando poi ad un chiodo e poco dopo ad uno spit mobile. Alcuni passi delicati su placca bianca a gocce (chiodo distante). Dal chiodo ancora a sinistra per placca difficile fino a doppiare lo spigolo e salire verticalmente alla sosta, costituita da un picchetto, un chiodo e una clessidra, tutti da collegare. 6a+
L8: salire per diedro abbastanza chiodato nella sua parte alta, e non difficile, fin sotto ad un tetto. Traversare a sinistra sotto il tetto e uscirne a sinistra: esposto e faticoso ma ben protetto (cordini in clessidre). Poco sopra lo strapiombo spostarsi leggermente a sinistra e uscire ad una nicchia con pianta. Salire ad un chiodo, quindi ad alcune clessidre. Da lì salire ancora un metro e uscire sullo spigolo a sinistra salendo alla sosta. 6a
L9: tiro lungo su roccia un po’ instabile. Salire dritto per l’ostico diedrino e uscire verso sx. Quindi salire in verticale un pilastro di una ventina di metri, raggiungere un chiodo con testa grossa in un muretto, aggirare questo muro a dx e risalire il diedro ascendente da dx a sx fino al suo termine. Arrivare ad un bel terrazzino dove si sosta comodamente. 5b
L10: proseguire dritti per facili gradoni erbosi fino alla sosta. 4a
L11: diedrino svasato a dx e proseguire poi, più facilmente, sulla cresta fino al sentiero di discesa. Sosta su albero 5a
Discesa:
dall’uscita della via proseguire in cresta tra gli alberi, fino a raggiungere l’uscita della via cassin. A questo punto si segue la marcata traccia (catene) che va a ricongiungeri al sentiero attrezzato 56, che collega Laorca alla cima del medale. Tramite tale sentiero, inizialmente attrezzato, poi abbastanza noioso per ghiaie e boschetti, si ritorna sulla strada cementata lasciata all’inizio del percorso, e da qui, al paese di Laorca.
Tranne che d’inverno se in presenza di neve e ghiaccio non conviene salire fino all’uscita della Cassin ma si può scendere subito per tracce ed in 5′ raggiungere l’uscita della Taveggia/Mexico da cui si seguono le catene senza problemi. Sicuramente più breve e comodo. In presenza di neve e ghiaccio anche salire all’uscita della Cassin non è una meraviglia ed arrangiarsi con un paio di doppie su arbusti può essere più agevole.
- Cartografia:
- Kompass - Lecco Valle Brembana