La traversata dei due torrioni prevede di salire la cresta N del torrione N, calarsi al colletto tra i due torrioni, salire la cresta N del torrione S, calarsi per il medesimo itinerario e risalire al torrione N per la cresta S.
Materiale necessario: set di nut, friend dallo 0.75 al 2 BD, martello (per ribattere ed eventualmente chiodare), (chiodi), cordini e fettucce (una almeno da 120cm).
Dal colletto di Meccio seguire un breve tratto di cresta orizzontale facile fino alla base del primo risalto, di lì per percorso a scelta salire in direzione della cresta che si vede in alto (difficoltà intorno al III, roccia da controllare). Si raggiunge così una cengia (spuntone con cordone arancione) e di lì si risalgono le placche ripide che portano all’affilata cresta in corrispondenza di uno stretto intaglio (cordone in alto a dx), da lì si traversa verso sx (oppure si sta sul filo di cresta) fino al colletto alla base del salto ripido del torrione N (ch. verde di sosta, integrabile con un friend 2). Dal colletto salire lungo la cresta molto affilata fino al di sotto del salto strapiombante della cima. In corrispondenza di un terrazzino (ch.) traversare a sx in piena parete E (ch.) e di lì risalire il muro verticale (IV, possibilità di piazzare un nut medio nella parte alta) che finisce 2m sotto la cima N (cordone rosso con moschettone di sosta). La vetta è costituita essenzialmente da un accumulo di blocchi molto delicato e strampiombante da un lato. Da sotto la cima con una calata di 15m (è possibile usare il cordone rosso ma è meglio spostarlo sullo spuntone più a sx) si raggiunge il colletto tra cima N e S. Per salire il torrione S salire la placca verso sx sotto allo strapiombo iniziale (possibilità di mettere un chiodo in un fessurino alla base del tetto), raggiungere così lo spigolo sx della placca, alzarsi su di questo con movimenti delicati in dulfer (IV) fino a raggiungere una fessura netta a sx (possibilità di piazzare un buon friend 0.75 o 1), continuare a salire lungo spigolo fino ad un tratto liscio (IV/IV+, ch. con nastro giallo/verde in un fessurino), quindi con movimento atletico spostarsi sul lato sx dello spigolo e per rocce più facili raggiungere la cima del torrione (cordone arancione per la calata, per recuperare il secondo conviene attrezzare una sosta sul blocco che costituisce la cima, occorre una fettuccia da 120cm).
Con una calata di 15m si ritorna al colletto. Per risalire alla cima N si traversa brevemente a dx (esposto) fino alla base del diedro che scende dalla cima, quindi risalire il diedro in dulfer (III+, buone protezioni con friend medio-grossi e nut) fin sotto ad un tettuccio, traversare a dx lungo una placca fino a reperire uno spigolino che riporta alla balza di calata dell’andata.
Discesa: dal torrione N ci si cala (cordone rosso con moschettone su spuntone) lungo la cresta N (se ci si cala verticalmente si passa un tratto strapiombante e si arriva sotto al colletto con ch. verde e bisogna risalire per ca 5m, altrimenti ci si cala solo lungo il primo tratto verticale e poi si disarrampica la parte di cresta affilata). Dal colletto si è costretti a traversare a dx fino allo stretto intaglio dell’andata, quindi con una calata di 18m (cordone alto su spuntone) si ritorna alla cengia della prima parte, dove sfruttanndo il cordone arancione su spuntone con un’ultima breve doppia (10-15m) si arriva a sx del colletto di Meccio.
Prima salita:
S. Carpano, A. Chiappero, F. Grottannelli, giugno 1914: cresta N del Torrione N
T. Bosio e P. Fava, 19/07/1931: cresta S del Torrione N e cresta N del Torrione S (quest'ultima discesa in doppia durante la traversata dei torrioni, della prima salita non si hanno notizie).
- Bibliografia:
- Guida Monti d'Italia