Canalone N – Dislivello m 400 – Pendenza Max. 40° - Esposiz. : debole
VIA “LUPIS”, nel ricordo di GIAN PAOLO DESMERO
Salita: da Tetto Folchi, seguire lo sterrato MTB, prima nella Valle di Creusa, poi nel Vallone Valet, tagliando il tornante per i Tetti Creusa per raggiungere il Gias Creusa Sottano 1530 m, dove termina la strada.
Abbandonare la direzione SW per il Mt. Creusa e risalire a sx, sci ai piedi, la conoide dell’evidente canalone N fino alle prime rocce. Continuare (piccozza e ramponi) nel solco centrale mai stretto e con percorso sinuoso sbucare sul Colletto Baral, 2053 m, con a sx la Madonnina nera della vetta omonima.
Raggiungerla, per chi ne ha abbastanza, sci ai piedi neve permettendo, come per la salita normale da Limonetto.
Se non ne avete basta, andare a dx sulla cresta E (fattibile anche con facile arrampicata) e con breve traverso portarsi sotto la verticale del canale SE, dal Colle Baral visibile soltanto nella parte bassa, poiché coperto alla vista dalle rocce dell’anticima.
Attaccarlo a dx a raso delle roccette erbose (poca neve trasformata e sicura) e con pendenza crescente sbucare sul comodo terrazzino fra le due vette. Lasciare gli sci ed arrampicare a sx su due facili passaggi rocciosi sulla cresta E mediamente esposta, per raggiungere la vetta 20 metri più alta.
La discesa integrale in sci dal roccioso castello del Matlas (non la più alta, ma la punta più impegnativa sullo spartiacque Vermenagna / Val Grande, insieme al Mt. Frisson), è teoricamente possibile sul versante SE (Limonetto) per un pauroso scivolo di rocce ed erba, molto esposto con tratti a 60° circa, quasi mai in condizioni, per mancanza di neve (come oggi ) oppure rischio valanghe.
L’ho risalito anni fa in una mezza giornata di molte pretese ed una volta in vetta con altrettante titubanze sono sceso a più miti consigli nel canale W (in faccia al Mt. Creusa, 40°/45°, nel breve tratto superiore), per poi rientrare a Limonetto dal Colle Matlas (bel canalone, 30°/35°), posto fra la vetta e la Cima N delle Giosolette.
Discesa:
sporgendomi dal terrazzino, la pendenza, già sottovalutata in salita, appare ancor più ‘frizzante’. Assaggiata la neve, due curve di numero subito dove il canale è largo 4 metri scarsi, su ottima crosta portante e poi basta.
Dèrapage controllato (5, 6 metri) con la rondella/rampone salvavita del bastoncino a monte che sfiora il pendio più stretto. Curvare lì, c’è il rischio di finire contro le rocce, per poi magari avvitarsi.
E’ possibile, ma dopo la rotazione gli sci andrebbero bloccati con lo ski-stopper. La neve è dura, con qualche grado di ripido in più; meglio non ‘banfare’…
Nessun problema dopo su ottimo ‘firn’ (40°/45°) con scelta fra continuare più bassi del Colle Baral (per poi recuperarlo dopo) oppure tagliare prima a sx per l’imbocco alto in cresta del canalone N. Andiamo per di qua, di nuovo su ‘firn’ ghiacciato (freddo invernale a ore 13!) ma ottima presa di spigolo (40°).
Bell’ambiente sotto le rocce rossastre del Bec Baral, confluendo nell’imbuto principale (35°); poi di nuovo 40° su rotondo spigolo in centro canalone.