Tra queste si evidenzia il lungo contrafforte sud, noto agli alpinisti genovesi con il nome di “Cresta Federici” (primi salitori Federici – Picasso 1906), un’arrampicata discontinua ma divertente, adatta a chi si avvicina per le prime volte all’alpinismo, con la neve e il ghiaccio diventa una interessante via di misto.
La via è attrezzata con occhielli cementati, spit e chiodi - materiale utile; alcuni rinvii, fettucce lunghe, nut.
Dalla stazione ferroviaria di Acquasanta (212 m), attraversati i binari, si costeggiano le rotaie verso ovest per circa 150 metri, una variante riprende la mulattiera che conduce al ripiano prativo delle case Pezzolo (l'imbocco del sentiero è stato murato ma c'è un varco nei bambù). Proseguendo sullo sterrato, si giunge alla cinta dell’ultima casa, aggirandola si imboccare il sentiero che porta, pianeggiando, nell’aspro vallone del Rio Baiarda sino ad incontrare una palina segnaletica in località Gazeu 290 m. con le indicazioni (20 min.)
Tralasciando il sentiero di sinistra (indicazione : Punta Martin, che è la direttissima alla P. Martin), si sale la diramazione destra "indicazione Fontanin", il sentiero all’inizio si inerpica tra arbusti e pini fino a raggiungere la località Fontanin 410 m. altra palina segnaletica, "seguire indicazione Masso del Ferrante" si prosegue ora in diagonale transitando sotto le pendici della Punta Pietralunga raggiungendo il rio Baiardetta, dove si guada all’altezza del caratteristico masso “del Ferrante” (452 m) sotto i contrafforti rocciosi della Baiarda. Si segue ora il sentiero "Carlo Poggio" (segnavia CP) che costeggia dapprima il rio, quindi sale in dx orografica fiancheggiando un canalone discendente dalla punta Martin, ed infine lo attraversa. Si raggiunge così un colletto dove compaiono i segni rotondi bianchi e azzurri con al centro una "F" che indicano la via. Si abbandona il sentiero Carlo Poggio, che ridiscende nel vallone, e si segue verso sx la cresta di massi e arbusti fino alla base del caratteristico sperone denominato “Corno Stella” (h 1.30 dall’Acquasanta)
Alternativa :cento metri prima di arrivare alla stazione ferroviaria, proseguire sulla strada in salita, dopo un paio di tornanti prendere la stradina privata che si distacca a sinistra, all'inizio asfaltata poi sterrata (segnali bianco-rossi, indicazioni qua e là). Si trovano diversi slarghi per parcheggiare senza intralciare il passaggio. Dopo 500 mt circa la stradina finisce in un gruppo di casolari e ci si ricongiunge al sentierino che arriva dalla stazione. Un'altra opzione molto più panoramica è quella di partire dalla Colla di Prà, naturalmente compiendo il giro ad anello che passa dal Penello; si prende la mulattiera con il segnavia Frassati che inizialmente cammina quasi pianeggiante, quando si imbocca il sentiero sulla dx lo si sale seguendo in seguito il sentiero a sx senza nessun segnavia ( il Frassati prosegue salendo in località Moccio) che in breve arriva al rio Condotti, lo si supera e si procede in salita fino alla Colletta di Termi, dove troviamo le indicazioni per Fontanin (vedere descrizione prima parte).Oltre ad essere una via con più veduta, offre anche la possibilità di visitare se muniti di torcia elettrica la galleria di mina della cava centrale che a seconda del periodo termina con un laghetto; per raggiungere la Colla di Prà "cento metri prima di arrivare alla stazione ferroviaria proseguire sulla strada in salita per circa 700 metri fino ad un trivio dove si trova da posteggiare.
Il torrione che a prima vista sembra, impraticabile ha un suo punto debole sul lato orientale. Una parete alta circa 20 m con appigli sfuggenti e un canalino ascendente verso sinistra.
Si rimonta il diedro-camino (10 m, II+) e si arriva su una cengetta con anello cementato. Da qui si può proseguire dritti su una bella placca (IV, occhielli e spit), oppure si può evitare il difficile passaggio andando a sinistra per cengette, fino a raggiungere le facili rocce che conducono sulla piatta sommità del torrione.
Si prosegue sulla facile cresta superando spuntoni e piccole balze di ottima roccia che si possono aggirare (passi di II+).
Raggiunto camminando un muro verticale detto “la paretina” la si supera (III+) con breve arrampicata di10 metri (2 vecchi chiodi + spit + occhielli di sosta nel terrazzino di partenza e sotto il masso roccioso in uscita).
Si prosegue a salire seguendo il filo di cresta scavalcando alcuni spuntoni (II e II+), superato l’intaglio (spit), variando a destra ci portiamo su una breve cresta orizzontale (2 occhielli), con altro passo in discesa (II+) si raggiunge l’ultimo tratto di rocce rotte che si perde nel pendio erboso. A questo punto si continua verso destra, per venti metri, raggiungendo una ripida cresta secondaria.
Salendo sullo sperone con arrampicata piuttosto aerea protetta da alcuni chiodi (III+ e II), si continua sull’esile crestina orizzontale proteggendosi con fettucce terminando a pochi metri dall’esile spuntone detto “Dito Mondini”. Si prosegue dritti superando una balza a gradini arrivando in un canale diedro poi, per tracce fra erba e rocce, si arriva in breve in cima alla Punta Martin (1001 m).
Nuova: variante degli occhielli. Da dicembre 2008 (gian C )
Terminata la salita dello spuntone, deviando a sinistra ci si porta alle spalle all’esile “Dito Mondini”.
Risalendo il pendio erboso in direzione ovest (tracce) per un centinaio di metri e tralasciando a destra il ripido canale con roccette e balze erbose si perviene alla base di un contrafforte roccioso con una parete verticale. Si supera il muro con bella arrampicata (III) raggiungendo un terrazzino che termina in una “Tana” tra le rocce incastrate; superando la sporgenza in spaccata a destra ci si eleva per riprendere lo sperone esposto (III) che conduce sulla cima. La via è lunga 20 metri ed è protetta da 8 occhielli murati.
Continuando in direzione nord-est scavalcando alcuni massi rocciosi, in breve si raggiunge la vetta della Punta Martin.
Discesa: la più breve si svolge lungo la cresta sud-ovest denominata la “diretta”, segnalata con punto e linea rossi, piuttosto impervia ma molto panoramica.
Altrimenti più agevole è il ritorno passando dal Monte Penello, Baracca de Pria, Colle Baiarda,Colla di Prà, segnavie rombo vuoto, tre pallini pieni,quadrato vuoto, tutti rossi.
- Cartografia:
- IGC 1:50000 Genova- Varazze
- Bibliografia:
- Nelle Alpi del Sole di Andrea Parodi - Guida della Baiarda di Mauro De Cesare