Percorso che si può affrontare in entrambi i sensi, ma nel senso della descrizione si ha il vantaggio di affrontare la cresta tra colletto Balma e Faraut in salita, e la ripida discesa del canalone del Sebolet in discesa.
Si arriva in località Sant'Anna dove si posteggia nei vari spiazzi, fino al ponticello dove iniziano i sentieri se si trova posto, altrimenti prima nei pressi delle case.
Dal parcheggio presso Sant’Anna si segue la sterrata che verso sud risale con ampi tornanti il vallone di Traversagn fino ad arrivare al piano omonimo. Si attraversa il pianoro e prima di giungere alle grange di Pra’ Carlevaris 2385 m abbandonare la sterrata (che volge a sinistra superando il torrente su un ponticello) e voltare a destra puntando a un breve pendio erboso verso la parete del Pelvo Chiausis e avendo come riferimento il rudere di una baita posto sul pendio. Dalla base del pendio il sentiero diventa evidente.
Superato il breve pendio, si sbuca su un pianoro erboso dove la traccia piega a sinistra e risale a tornanti il pendio erboso fino al Colletto di Chiausis 2690 m.
(Da qui volendo si può in pochi minuti raggiungere la cima del Pelvo di Chiausis, con una facile arrampicata del castello roccioso che sorregge la croce.
Superato il colletto, il sentiero perde qualche decina di metri di dislivello scendendo ad una casermetta ancora in buono stato, alla base del ripido pendio che sale al Colletto Balma. La traccia risale con alcuni tornantini il pendio erboso con un breve traverso leggermente più aereo (delicato solo con neve) conduce alla caserma nei pressi del colletto stesso 2787 m.
A questo punto si possono scegliere due opzioni per proseguire verso il Monte Faraut, già ben visibile:
A – si percorre la cresta direttamente dal colletto, seguendo una traccia di sentiero che aggira alcuni ostacoli sul versante ovest (destra) proseguendo per tratti di sfasciumi e qualche passaggio in cui si resta sul filo di cresta su facili passaggi con roccia pessima. Sul finale si apre un plateau più ampio proprio sotto la croce, che si guadagna con una breve gradinata rocciosa.
B- Si scende di circa 100 m sul versante opposto a quello di salita, seguendo l’evidente traccia di sentiero che porterebbe verso Pian Ceiol. Appena possibile si abbandona questa traccia iniziando un lungo traverso parallelo all’andamento della cresta sovrastante. Si deve passare alla base di una vena rocciosa trasversale, ed a monte di un colatoio che poi immette nel vallone di salita al Faraut. Nonostante l’assenza di tracce si cammina abbastanza bene in quando il terreno è abbastanza solido (rocce rotte piatte). Raggiunta la conca sotto il canalone di salita al Faraut (è il secondo che si incontra), ovvero il percorso scialpinistico, si noteranno anche degli ometti qua e là che indicano il percorso. Le pendenze nel canalone aumentano e anche la natura del terreno peggiora leggermente, ma non ci sono pericoli di alcun genere. Nella seconda parte il canalone diventa più stabile e spostandosi verso destra affiora una vaga traccia che in breve conduce ad una selletta dove si incontra il sentiero principale che arriva dalla Colletta. Da qui in pochi minuti verso sinistra si giunge sull’ampia cima 3047 m (croce).
Per continuare con la traversata, si scende di qualche decina di metri sul versante sud del Faraut, per poi deviare verso sinistra su terriccio e sfasciumi puntando al vicino Reghetta, restando nei pressi dello spartiacque (che precipita su Pian Traversagn). Si arriva ad un colletto tra le due cime e si sale rapidamente fino alla modesta sommità del Reghetta 2965 m (piccolo ometto di pietre).
A questo punto si prosegue scendendo, ma non nel senso della prosecuzione della cresta verso il Sebolet, in quanto questa si presenta rocciosa e con dei balzi non superabili (oltretutto su roccia pessima). Si deve invece scendere in direzione nord per almeno 100 m di dislivello (vaga traccia) seguendo il costone sud, finchè si arriva quasi alla zona erbosa del valloncello sottostante affacciato sul Vallone Traversiera.
Non appena lo si ritiene opportuno, si inizia a traversare verso sinistra tutto il costone di sfasciumi puntando alla selletta tra Reghetta e Sebolet. Tenere conto che più si è scesi meglio si camminerà, ma occorrerà risalire un po’ di più. In vista della selletta gli sfasciumi lasciano posto ad una fascia erbosa dove ricompare un sentiero.
Non resta che iniziare la salita al Sebolet da questo colletto a circa 2840 m. Si segue subito la marcata traccia che passa in mezzo ad una modestissima vena rocciosa, e superatola conviene riportarsi nei pressi del crinale dove il terreno risulta più solido e quindi meno faticoso. Nonostante l’aspetto questa risalita si rivela molto meno ostica del previsto. Ben presto si arriva all’ometto di vetta del Sebolet 3023 m.
A questo punto c’è solo più da scendere: si percorre brevemente la dorsale detritica est del Sebolet fino ad un colletto, che dà accesso al canalone di discesa in direzione di Pian Traversagn. Non ci sono particolari difficoltà nonostante la pendenza e la natura del terreno, a tratti c’è anche una vaga traccia tra il pietrame di dimensioni medio-piccole. Raggiunta la conca sottostante, di pietre più grandi, conviene andare verso destra ad intercettare appena possibile il sentiero che proviene dal Colle di Vers, circa 100/150 m sotto di esso.
Da qui si rientra a Pian Traversagn seguendo il bel sentiero per fare ritorno a Sant’Anna.
Se si decide di percorrere l’itinerario in senso inverso, è possibile una volta arrivati al Colletto Balma dalla cresta del Faraut, scendere su Pian Ceiol compiendo un anello completo.
- Cartografia:
- IGC 111 - 1:25000
- Bibliografia:
- In Cima nelle Alpi Cozie Meridionali