L’anello può essere percorso anche in senso inverso a quello proposto.
Da Castello di Pontechianale si segue la mulattiera che subito ripida si inoltra nel lussureggiante vallone di Vallanta; dopo un primo tratto ripido, la mulattiera costeggia per breve tratto pianeggiate il torrente, compie 2 tornanti e prosegue a saliscendi tra cembri e radure.
Ben presto arriviamo ai ruderi della Grange di Rio, dove imbocchiamo a destra, attraversando il torrente su un ponticello, il sentiero U10 diretto al passo di San Chiaffredo ed al Bivacco Bertoglio.
Subito ci troviamo immersi nello splendido bosco dell’Alevè e, nella quiete ombrosa dei cembri, il sentiero ci porta in leggera salita a compiere un lungo tratto verso sud, sbucando in una radura ricca di acque. Alla fine della radura, si torna nel bosco, per salire a stretti tornanti e giungere al pianoro superiore, dove gli alberi iniziano a diradarsi. Si prosegue continuando sul sentiero per il Passo di San Chiaffredo. Il sentiero serpeggia ancora tra le conifere, sempre più rade, uscendo finalmente, intorno ai 2360 m, ai pascoli verdeggianti (Gias Fons) abbracciati dalle pendici della Rocca Jarea a sinistra e dalle Rocce Meano a destra.
Il vallone appare chiuso sul termine da Punta Malta, mentre invece il sentiero, ora più pietroso, al fondo del vallone, piega a sinistra entrando in una gola con bancate rocciose che supera con alcuni tornanti per sbucare nell’alto vallone della Giargiatte presso il lago Bertin, poco sotto il Bivacco Bertoglio (raggiungibile con breve digressione a sinistra). Ormai si vede davanti a noi, ben isolata, la Punta Trento, sullo spartiacque con la valle Po, con le ripide pendici detritiche.
Segue un tratto pianeggiante costellato da ometti di pietre, poi si costeggia un altro laghetto (Lago Lungo) ed eccoci al Passo di San Chiaffredo 2764 m.
Qui si svolta a destra attraverso sfasciumi e terreno piuttosto ripido ma senza difficoltà si raggiunge il grosso ometto del Passo Calatà 2940 m.
Qui si reperisce una traccia sul versante sud di Punta Malta, che traversa in lieve salita per poi puntare ad un intaglio posto sulla cresta; qui l’unico e breve passaggio leggermente più ostico, si sale un gradone che non può essere aggirato a destra causa esposizione) quindi si accede al breve canalino detritico che conduce in cima 2995 m.
Discesa:
Dal Passo Calatà seguendo i segnavia si scende molto ripidamente su terreno ghiaioso e ripido nel sottostante vallone dei Duc, per poi attraversare una pietraia di piccole dimensioni. Successivamente si scende sotto le propaggini della imponente Cima delle Lobbie, dove il vallone diventa più dolce ed erboso. Qui su buon sentiero si piega a destra attraversando un bel ripiano erboso, per poi ridiscendere tra erba e roccette nella parte mediana del vallone, occupata da una enorme pietraia. Il sentiero, qui poco scorrevole, si snoda cercando i passaggi migliori tra i massi, per poi entrare gradualmente nel bosco dell’Alevè dapprima tra i larici e poi tra i pini cembri. Qui si torna a camminare su buon sentiero, che rapidamente scende verso il Rifugio e Lago Bagnour 2017 m. Si attraversa il pianoro acquitrinoso passando accanto al rifugio, quindi seguendo il buon sentiero per Castello si rientra nel bosco, toccando successivamente il Rifugio Grongios Martre ed infine si prosegue sulla bella mulattiera terrosa superando alcuni ruderi fino a sbucare sulla strada asfaltata del Colle dell’Agnello, nei pressi del Bar/Rifugio Alevè, a pochi metri dal posteggio all’inizio dei sentieri.
Variante 1
da Punta Malta è anche possibile scendere direttamente nel vallone dei Duc senza tornare al Passo Calatà, scendendo direttamente il pendio sud per i primi 100 m di dislivello, seguendo una caga traccia, sino ad un piccolo ripiano (ometto su una roccia); qui a sinistra si apre un canale detritico che si può scendere direttamente ma meglio ancora utilizzare i terrazzi rocciosi posti sul margine destro, che comodamente portano nel vallone dei Duc collegandosi al sentiero segnalato che scende dal Passo Calatà.
Variante 2
Se la salita avviene dal Vallone del Duc, il rientro a Castello può avvenire anche nel seguente modo:
Discesa sul versante ovest per sfasciumi fino al laghetto sotto in biv.Bertoglio, dove si incontra il sentiero G.T.A. che si percorre fino a quota 2200 circa. Qui si trova l’indicazione per il rif. Bagnour che va seguita in discesa per circa mezz’ora fino ad un’altra indicazione per il rifugio. Ignorare questa seconda indicazione per il rifugio seguendo invece una traccia attraverso prati per ricongiungersi al sentiero principale che scende dal Bagnour ad un quarto d’ora da Castello.